Crisi italiana, globalizzazione, internazionalismo: la vecchia, nuova risposta del Psi
È oramai sotto gli occhi di tutti la perniciosa situazione italiana, che non tanto si estrinseca in una declinante fase economica, quanto piuttosto evidenzia una ancor più grave insipienza culturale e sociale. Culturale e sociale, parole che risuonano come demagogicamente vuote, come la retorica dalemiana dei tempi migliori, eppure a ben vedere ci accorgiamo che il declino italiano è legato ad un aspetto sia della cultura che della società.
Non critichiamo a cuor leggero, anzi di norma difendiamo la sofisticata cultura classica degli italiani, e rivendico anche, all’estero, una oramai abusata e scaduta priorità nel raggiungere le vette in materia giuridica in poesia e letteratura storia o filosofia, come nei casi di un Seneca, Cicerone, Catullo o Dante e via dicendo. Eppure qualche cosa non torna.
Sarà forse – come si diceva nel film Le invasioni barbariche – che lo Spirito si posa di Paese in Paese in epoche diverse ed ha, evidentemente, lasciato da tempo l’Italia? Può darsi. Ma andremmo più nel concreto a vedere cosa manca – oggi – all’Italia.
Tra le altre cose vediamo un Paese concentrato solamente su se stesso. Alle prese con questo grande problema del rapporto tra Giustizia (corruzione) e Media. Indaffarato – ancora e ancora – con le autorizzazioni a procedere, da più di venti anni, e rintuzzato da opposizioni più o meno demagogiche e di pancia.
Ebbene, su tutto ciò l’Italia si sofferma a riflettere e giudicare, su ciò si basano i voti e decisioni degli italiani. Il resto del mondo va avanti, interconnesso, e l’Italia si guarda ancora il proprio ombelico. Il provincialismo è malattia mortale soprattutto nell’era della globalizzazione.
Il Partito socialista nasce come partito inter-nazionale già più di un secolo fa. Parlava alle masse operaie e lavoratrici di ogni angolo del mondo e di ogni estrazione sociale.
Oggi, per un salto temporale e culturale, il Partito socialista è ancora più in linea coi tempi di quanto lo fosse cento anni fa e di quanto lo siano altri partiti ancora alle prese coi nazionalismi o con rivendicazioni anacronistiche e conservatrici. Il progresso e la globalità del Partito socialista è il valore aggiunto che fa del Psi il partito moderno e del futuro, agganciato alla visione globale interconnessa e progressista che il mondo ci ha consegnato nel nuovo millennio.
Dovremmo averne più coscienza e farne maggior uso, per riportare l’Italia in prima fila in Europa e nel mondo, per uscire dall’isolamento che venti anni di rivoluzione e conflitto interno ci hanno inflitto.
Europa Riformista
(LucidaMente, 23 luglio 2011)