È iniziata lo scorso 8 maggio, nella città emiliana, la prima sperimentazione a livello mondiale dei City trees, gli enormi filtri vegetali che promettono di abbattere il livello di inquinamento dell’aria delle nostre città
Come ogni anno dopo l’estate, il tema dell’inquinamento atmosferico urbano è sulle pagine dei giornali e sui tg. In molte città d’Italia ritorna il blocco della circolazione per le auto più datate e riiniziano le domeniche ecologiche; il tutto per combattere e abbattere il livello di emissioni di sostanze inquinanti nell’aria. Ma c’è un comune emiliano che già da maggio si sta prodigando per combattere l’alto livello di smog della propria area urbana, sperimentando un innovativo metodo per ripulire l’atmosfera cittadina. Questa città è Modena, che lo scorso 8 maggio ha realizzato l’installazione del primo dei sei City trees che hanno il compito di ridurre l’inquinamento dell’aria del suo centro storico.Quindi, se state cercando casa in vendita o in affitto a Modena, qualsiasi sia il motivo della vostra scelta, oggi c’è una ragione in più, perché, secondo i primi dati raccolti in questi cinque mesi, i City trees funzionano… eccome se funzionano. Ma facciamo un passo indietro e scopriamo cosa sono e come agiscono questi sistemi antismog.
Cosa sono i City trees? I City trees sono eleganti e innovativi pannelli realizzati dalla start up tedesca Green City Solutions. Riducendo all’osso la spiegazione scientifica, essi filtrano l’aria in entrata e la restituiscono più pulita, appunto filtrata di un’importante fetta di sostanze inquinanti e dannose per la nostra salute. Come detto, l’obiettivo di questi pannelli, che “assorbono” letteralmente lo smog della città, è abbattere il livello, spesso troppo alto, di numerose sostanze inquinanti, come le polveri sottili, il biossido di azoto, l’ozono e la CO2, ovvero l’anidride carbonica. Tali pannelli sono strutture autoportanti lunghe 3 metri, alte 4 e profonde 60 centimetri, che supportano specifiche colture di muschio e piante vascolari. Queste divorano le sostanze inquinanti che si trovano in eccessive quantità nell’aria delle nostre città. Alla loro base, inoltre, sono state incastonate delle panchine per mimetizzarli meglio nell’arredo urbano e per renderli ancora più funzionali.Incrociando i test preliminari con i primi dati raccolti, è stato confermato che questi enormi filtri vegetali hanno lo stesso effetto di 275 alberi adulti, ma utilizzano meno dell’1% dello spazio. Ovviamente, l’obiettivo del progetto non è assolutamente quello di sostituire il verde urbano, ma di supportare l’azione di parchi, viali alberati, aiuole e giardini, soprattutto dove questi ultimi scarseggiano e l’inquinamento dilaga: ad oggi appaiono come una delle soluzioni più innovative ed efficaci per ripulire le nostre città dall’inquinamento atmosferico.
Modena in pole position A maggio, dunque, è partita a Modena questa campagna sperimentale che durerà fino alla fine del 2018, al termine della quale si tireranno le somme dei risultati raggiunti in un ambiente “reale” (cioè non in laboratorio). Questa prima sperimentazione di arredi urbani biotecnologici fa parte del progetto europeo City tree scaler, che ha l’obiettivo di ottenere una riduzione significativa dell’inquinamento atmosferico e di diminuire quindi gli effetti dell’isola di calore. Il progetto prevede, inoltre, la misurazione degli effetti sulla qualità dell’aria e sulla riduzione dei gas serra prodotti dall’installazione di sei City trees in strade definite a “effetto canyon”, ovvero lunghe, strette e intensamente trafficate, o comunque caratterizzate da alti flussi di traffico all’interno di aree urbane.Modena si è dunque proposta come primo tester mondiale e ha ottenuto l’ambito compito di fungere da “paziente zero” risultando, per condizioni atmosferiche e per livello di inquinamento dell’area urbana, la candidata ideale per questo compito. Il Comune, in tal senso, si è proposto come partner per la sperimentazione attraverso l’Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile (Aess) di cui è socio fondatore e che è a sua volta affiliata a Climate-Kic, la comunità europea per il contrasto ai cambiamenti climatici, che è in prima persona finanziatrice e sponsor del programma e della installazione dei City trees.
I primi dati, lo studioDa cinque mesi a questa parte, dunque, continuano a Modena le misurazioni, raccolte dai ricercatori di Isac-Cnr dell’Area della ricerca Cnr di Bologna e Lecce, con il coordinamento di ProAmbiente, del consorzio di ricerca applicata e sviluppo tecnologico di Bologna, formato da Cnr, Università di Ferrara e alcune aziende private. I risultati finora raccolti confermano i risultati raggiunti nei test di laboratorio: nell’aria filtrata dai City trees il livello biossido di azoto è minore del 15%, quello delle polveri sottili (Pm10) del 25% e, mantenendo lo stesso ritmo di “lavoro”, si può arrivare a trattenere fino a 240 tonnellate di CO2.
ludovica merletti
(LucidaMente, anno XII, n. 143, novembre 2017)