Il coraggio della showgirl che, dopo essere uscita dal tunnel dell’assoggettamento psicologico a una setta, mette in guardia dal pericolo di tali consorterie. Anche attraverso il proprio libro “Una vita apparentemente perfetta” (Mondadori)
Per cinque anni Michelle Hunziker ci mostrava la propria autoironia ogni sera in televisione, ma nella realtà stava sprofondando in un baratro apparentemente senza via d’uscita. A partire dal 2001 ogni sua certezza è crollata: la famiglia si è disintegrata, il rapporto con la madre è stato annullato e soltanto la carriera stava spiccando il volo. La giovane allora imprigionata nella ragnatela di una setta ora è una donna, tanto coraggiosa da raccontare al mondo la propria esperienza nell’autobiografia fresca di stampa Una vita apparentemente perfetta (Mondadori editore, pp. 264, € 18,00).
Nel 2002 i media hanno riportato la separazione dal marito Eros Ramazzotti mostrando, in seguito, una Michelle particolarmente magra e pallida. Si è scritto di tutto: che l’uomo le stesse tarpando le ali riguardo alla professione e che lei gli avesse preferito la carriera. Soltanto ora sappiamo che il cantante non le impose di scegliere tra lui e lo spettacolo, ma tra lui e una setta. La causa reale di questa crisi – interiore più di quanto si potesse immaginare – è emersa soltanto lo scorso ottobre. La storia della sua inquietante esperienza la si può leggere nel libro, ma ultimamente la si sente ripetere anche in televisione, in occasione di svariate interviste alla diretta interessata e non solo. Ci ha particolarmente colpito quella rilasciata lo scorso 5 novembre dalla madre della showgirl e trasmessa in diretta su RaiUno, a Domenica In. La signora Ineke ha messo a nudo le inquietudini da lei stessa vissute: una madre abituata a cenare in compagnia della figlia e della nipotina nei periodi in cui Ramazzotti si assentava da casa per ragioni di lavoro. Quella stessa madre che – dalla sera alla mattina e senza una ragione plausibile – è stata invitata da Michelle a chiudere i rapporti.
Una madre che, a causa di un silenzio immotivato durato cinque lunghissimi anni, ha dovuto regolarizzare il battito del proprio cuore con un pacemaker. Condividendo il proprio sgomento con l’allora genero, Ineke aveva provato in vari modi a incontrare la figlia, oramai reclusa in una «prigionia vigilata»: il suo cellulare era sotto stretto controllo degli adepti della setta e ogni contatto con i suoi precedenti affetti le veniva negato. La donna ha così tentato di raggiungere la ragazza in camerino, al termine delle riprese di un programma televisivo. Ma quell’incontro le è stato vietato ed è stata allontanata dallo studio.
Per la Hunziker tutto è iniziato quando, per curare un’alopecia da stress legata a un ancestrale conflitto con il padre, si è rivolta a una pranoterapeuta. La sedicente professionista, che si faceva chiamare Clelia, ha trovato nella giovane terreno fertile per attirarla nella setta da lei guidata. E Michelle, che a poco più di vent’anni era già moglie, madre e showgirl sotto le luci della ribalta, si è lasciata convincere. Clelia era il «fiore pericolosissimo», come l’ha definita la sua vittima. Era bella, profumata, elegante e colta, avendo studiato la cabala: possedeva tutte le caratteristiche di una perfezione da imitare. In poco tempo questa donna allontanò la Hunziker dagli amici e dalla famiglia, persuadendola che il marito la tradisse; la convinse a liberarsi del suo produttore e a costituire una società, tramite la quale il suo denaro confluiva direttamente nelle casse della setta. Clelia spinse poi la ragazza verso un percorso di purificazione che prevedeva anche l’astinenza sessuale. Cominciò quindi a renderla dipendente da lei, convincendola di essere una «guerriera della luce» che portava il messaggio di Dio; un essere puro e perfetto, tanto da aver trasformato il lavoro sulla propria anima in successo professionale.
A seguito dell’assoggettamento alla setta, cominciarono per lei punizioni di vario genere: il giorno di Natale da passare in solitudine; il ricatto secondo cui, se avesse “sgarrato”, il suo comportamento avrebbe danneggiato anche la serenità degli altri adepti; la minaccia di morte per soffocamento in caso di abbandono del gruppo. E la protagonista di questa brutta avventura confessa che ha temuto di morire da un momento all’altro anche anni dopo aver rivisto la luce, quella vera. A salvarla dal baratro è stato l’amore per la figlia Aurora, avuta da Ramazzotti nel 1996, che l’ha più volte implorata di tornare a essere «la mamma sorridente di una volta»: così, nel 2006, la Hunziker ha trovato il coraggio di uscire dal tunnel e di chiamare al telefono la madre, pregandola di non giudicarla.
La donna ha recuperato, in seguito, la pace interiore anche grazie al supporto di un frate e di alcune suore. Ora è la moglie innamorata di Tomaso Trussardi e la madre appagata di altre due bambine, Celeste e Sole, anche se sta già pensando di mettere in cantiere un altro figlio. Ma ai giovani – soprattutto – lancia un monito: «Vorrei solo dire di credere negli affetti veri e non nei “maestri”». A noi questo richiamo pare particolarmente importante, dato l’elevato numero di sette e di sedicenti life-coach presenti in Italia e considerando il fatto che Clelia non è andata “in pensione”: si è soltanto trasferita in una masseria in Puglia.
Emanuela Susmel
(LucidaMente, anno XII, n. 144, dicembre 2017)
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