Nel suo “Diario ai tempi del Coronavirus”, edito da Bottega editoriale, Alessandro Milito racconta la resilienza nell’epoca Covid-19
Alessandro Milito, classe 1992, avvocato specializzato in studi sull’amministrazione pubblica e aspirante giornalista pubblicista, durante il lockdown ha deciso di tenere un diario, ora diventato un libro: Diario ai tempi del Coronavirus. Storie di quotidiana Resistenza (Bottega editoriale, pp. 168, € 14,25). Originario di Crotone, attualmente residente a Bologna, l’autore ha raccolto in queste pagine riflessioni, aneddoti, gioie e dolori vissuti durante i lunghi mesi di quarantena, dal 14 marzo 2020 fino al 4 maggio 2020.
Il libro costituisce una testimonianza puntuale – e perciò molto importante – di uno dei periodi più difficili e complessi della recente storia del nostro Paese: il lockdown nazionale che ha costretto dentro le quattro mura domestiche l’intero popolo italiano. Milito nel suo scritto non manca mai di annotare riflessioni, speranze ma anche i timori che lo hanno accompagnato ogni giorno in una quotidianità che, a partire dal 14 marzo, è cambiata radicalmente. Ai resoconti delle giornate si alternano le conferenze stampa del premier Giuseppe Conte e il tristemente famoso bollettino delle ore 18 da parte della Protezione civile, rendendo così il diario un racconto di vicende private e al contempo pubbliche. Due protagoniste importanti nella narrazione sono indubbiamente le città dello scrittore: Crotone e Bologna. La prima rappresenta le origini e gli affetti familiari di Milito, mentre la seconda incarna il luogo scelto per costruire il proprio futuro.
La nostalgia di Crotone e della famiglia si mescolano in maniera agrodolce all’affetto per il capoluogo emiliano, che agli occhi dell’autore appare completamente stravolto durante la quarantena, poiché privato di quella vivacità che lo contraddistingue. Questo diario è al tempo stesso personale e corale, sia nella forma che nel contenuto: alla penna di Milito si affiancano interventi di Fulvio Mazza (direttore di Bottega editoriale), Valeria Nigro, Pietro Zambrin e altri scrittori. Inoltre, le 168 pagine, pregne di riflessioni, perplessità ma anche speranze, assumono un carattere molto intimo e insieme universale: la preoccupazione e l’incertezza del domani, l’insofferenza e il desiderio di evasione sono tutte emozioni provate sia dall’autore che dal lettore almeno una volta durante le settimane di clausura che sembrano ormai così lontane. Ed è proprio questa la forza del Diario ai tempi del Coronavirus: nonostante la sua natura confidenziale, riesce a parlare a tutti e a tutte noi.
Le immagini: la copertina del libro Diario ai tempi del Coronavirus; il logo della casa editrice Bottega editoriale.
Isabella Parutto
(LucidaMente 3000, anno XV, n. 178, ottobre 2020)