Il libro “Qualcuno è uscito vivo dagli anni Ottanta” (Stilo Editrice) dello scrittore di Altamura Francesco Dezio riunisce otto racconti nei quali trovano spazio cultura, società, vicende personali e riflessioni su quanto avviene in una provincia del Sud. Il tutto, a ritmo di (qualsiasi) musica
Torna, dopo dieci anni di silenzio, l’autore di Nicola Rubino è entrato in fabbrica (Feltrinelli), romanzo che fece da apripista a una nuova narrativa “operaia” e “postindustriale” negli anni Duemila. Francesco Dezio propone oggi Qualcuno è uscito vivo dagli anni Ottanta. Storie di provincia e di altri mali (Stilo Editrice, pp. 128, € 12,00), un’opera dal ritmo veloce e leggero, ma appassionato e amaro, che riporta anche vignette realizzate dallo stesso scrittore.
Dagli anni Ottanta al nostro drammatico presente, Dezio descrive una storia di controculture musicali internazionali, penetrate in una provincia pugliese artisticamente sonnacchiosa ma anche turbolenta, razziata da (im)prenditori che arraffano risorse umane e ambientali in una rapida parabola di successo, accumulazione di capitale, delocalizzazione e fallimento. Otto agili racconti dal variegato tratto sonoro, dal rock al post-rock, dal punk alla new wave: già dal titolo, che è un omaggio a una canzone degli Afterhours, più di settanta band sono citate nel libro. Led Zeppelin, AC/DC, Clash, Pink Floyd, Underage, Wretched, Ramones, Orda, Ultravox, Not Moving, Chain Reaction, Kranio, Negative Disarcore, Rich Fish in Hand, Boohoos, CCCP, Gods of Metal, Delgados, Arab Strap: i nomi dei gruppi musicali sono in carattere rilevato e la playlist è scaricabile tramite apposito codice nell’ultima pagina del libro.
Come nel primo romanzo di Dezio, la mimesi del parlato innerva le storie sulla rabbia viscerale dei personaggi e ne smaschera le contraddizioni. Non sempre esenti dalle meschinità e dai vizi che rimproverano ai compaesani, disillusi ma mai stanchi di lottare, sospesi tra la claustrofobia del paese e l’“a mai più rivederci” di un lavoro stagionale su una nave da crociera che prima o poi li riconsegnerà ostaggi di una provincia asfittica, i protagonisti si aprono vie di fuga artificiali prima nelle droghe, poi, più banalmente, nelle passeggiate tra outlet e ipermercati.
I tragicomici eroi dei racconti (“rockettari”, punk, impiegati dell’industria del salotto, organizzatori di concerti, una cantante, una laureata in beni culturali disoccupata) s’incontrano e si scontrano esprimendo i loro giudizi, senza che si indebolisca la tensione narrativa, grazie anche a un resoconto in prima persona. Dagli anni Ottanta si preannuncia così il nostro “oggi”. L’ultima storia, Appuntamento al Pianeta, ci porta al 2001, pochi mesi prima del crollo delle Torri gemelle, nella transizione dalla lira all’euro: un ragazzo e una ragazza si conoscono tramite Internet, in una chat, maneggiano le ultime stropicciate diecimila lire, si scambiano cd, ma si abbracciano su una musicassetta a nastro. Il lato A e il lato B segnano la cesura tra i due tempi della storia. Ancora “al di qua” del nostro ennesimo, attuale, periodo di sospensione.
Le immagini: la copertina del libro di Francesco Dezio e una foto dello scrittore pugliese.
Claudia Mazzilli
(LucidaMente, anno IX, n. 106, ottobre 2014)