“Bologna riguarda l’Italia”: tra i primi firmatari della petizione, oltre al noto giurista, Camilleri, Guzzanti, Hack, Ovadia. Dalla consultazione referendaria che si terrà il 26 maggio nel capoluogo emiliano può nascere un’inversione di rotta rispetto alle recenti politiche governative
LucidaMente ha da sempre posto la scuola e l’istruzione al centro della propria attenzione (vedi, tra gli altri articoli: Docenti ancora indignati con Monti; Stop al massacro della scuola pubblica italiana; Docenti: devono lavorare 48 ore?; Se 18 ore vi sembran poche…; Profumo d’ignoranza; La scuola italiana è giunta ormai alla frutta…; Bologna: prosegue la raccolta firme per il referendum comunale sulla scuola; Scuole “private”? Ben peggio delle pubbliche; L’urlo della scuola (Italia-Bologna, 23-24 marzo); Ugolini, ovvero la scuola privata al governo; Come si può studiare dentro “classi pollaio”?; Artisti, «vil razza dannata»!; La Riforma Gelmini e la non meritocrazia; Tra Pon, Por e Pof… la scuola fa flop!; “L’ignoranza rende la gente malleabile”). Pertanto, ospitiamo con convinzione Bologna riguarda l’Italia, appello per una vera scuola pubblica, laica, inclusiva, plurale, adeguatamente sostenuta dallo Stato, in modo tale che nessuna famiglia sia costretta a iscrivere i propri figli a scuole private religiosamente orientate, invitando i nostri lettori ad aderire. L’hanno già fatto, quali primi firmatari, Stefano Rodotà e tante personalità della cultura, dello spettacolo e dell’impegno civile, tra le quali Andrea Camilleri, Lella Costa, Carlo Flamigni, Angelo Guglielmi, Sabina Guzzanti, Margherita Hack, Danilo Mainardi, Valerio Mastandrea, Moni Ovadia, Valerio Pocar e molti altri.
A chi è disposto a battersi per la scuola pubblica. A chi ritiene che le politiche di tagli alla scuola pubblica e finanziamento a quella privata tradiscano l’articolo 33 della Costituzione nel suo spirito autentico, là dove stabilisce che: «La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato». A chi ritiene che solo una scuola aperta a tutti, laica, gratuita, inclusiva, moderna e di qualità possa impegnarsi a «rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana» (Art. 3). A chi pensa che fra i banchi della scuola pubblica si gettino le basi per una cittadinanza consapevole e per il futuro del nostro paese.
Il 26 maggio a Bologna si terrà un referendum consultivo sul finanziamento comunale alle scuole paritarie private, grazie alla raccolta di tredicimila firme di cittadini e cittadine che hanno chiesto di potersi esprimere su questo tema. La cittadinanza dovrà dare un voto di indirizzo per l’amministrazione su cosa sia meglio per garantire il diritto all’istruzione dei bambini e delle bambine: continuare a erogare un milione di euro annui alle scuole paritarie private, come avviene ora, oppure utilizzare quelle risorse per le scuole comunali e statali. La portata di questo referendum va ben oltre i confini comunali. È l’occasione per dare un segnale forte contro i continui tagli alla scuola pubblica e l’aumento dei fondi alle scuole paritarie private.
In Italia c’è urgente bisogno di rifinanziare e riqualificare la scuola pubblica, quella che non fa distinzioni di censo, di religione, di provenienza. Quella dove le giovani cittadine e i giovani cittadini italiani ed europei imparano la convivenza nella diversità. Da Bologna può ripartire un movimento di cittadini che impegni le amministrazioni locali e il prossimo governo a restituire alla scuola pubblica la dignità e la qualità che le spettano. L’alternativa è una lenta rovina fino alla fine della scuola pubblica per come l’abbiamo conosciuta. Il 26 maggio a Bologna possiamo fermare l’offensiva contro la scuola pubblica. Il 26 maggio a Bologna possiamo dare l’esempio a tanti altri e insieme iniziare a immaginare un avvenire diverso per noi, per i nostri figli e le nostre figlie.
Per firmare l’appello: http://referendum.articolo33.org/firma-lappello/.
LucidaMente ha seguito con attenzione la vicenda-referendum. Vedi, tra gli altri nostri articoli: Referendum scuola Bologna: Merola “scorpora” Bologna: accorpare referendum a elezioni Referendum scuola Bologna: si farà Bologna: prosegue la raccolta firme per il referendum comunale sulla scuola Soldi alla scuola pubblica o alla privata? (Bologna, 29 luglio) Bologna: perché il referendum? Per avere la carta igienica a scuola! Paolo Soglia: Bologna, quel fastidioso referendum sulle scuole private… Bologna: Articolo 33, lettera aperta al sindaco“LucidaMente” in difesa della cultura e della scuola per tutti
(n.m.)
(LucidaMente, anno VIII, n. 88, aprile 2013)