Lo sdegno della nostra lettrice. Mai certezze sulle bombe che hanno insanguinato l’Italia. Tenere acceso un lume di speranza
2 agosto 2012, ore 10,20, Bologna, piazza Medaglie d’oro, stazione ferroviaria. Sono passati 32 anni dalla strage della stazione di Bologna. Brescia partecipa con i suoi podisti… e i suoi vessilli! E noi? Possiamo fare rete in tanti, tutti vicini a Bologna, a Brescia, a Milano, e mettere sulla finestra un lume nelle notte del 2 agosto, e un segno di lutto la mattina?
Sono saltate per aria persone ignare: bambini, adulti, donne, uomini, appartenevano a regioni diverse, erano di diverse nazioni, in un sabato da esodo… pochi attimi prima si lamentavano forse dell’attesa, del caldo e della fatica. All’improvviso è scoppiata una grande deflagrazione, la piazza della stazione sconvolta, la gente martoriata. Il mondo sottosopra. Dei mandanti non c’è traccia! Piazza della Loggia e piazza Fontana, Ustica, bombe sui treni della linea Bologna-Firenze, non hanno colpevoli? Non solo non si è fatta giustizia… si è cercato di cancellare la memoria dei fatti… per far sì che le nuove generazioni non sappiano sia mai accaduta una tragica successione di eventi tanto gravi.
Di fronte ai depistaggi, ai silenzi, ai divieti alle intercettazioni: tante piccole luci per farne una colossale che scuota le coscienze dei responsabili, dei depistatori, di chi sa e tace! Certo, è necessario un uso rispettoso delle informazioni da parte della stampa, ma abbiamo il diritto-dovere di conoscere le responsabilità, mentre piangiamo i morti, mentre soffriamo con le vittime.
Vedi anche: Strage alla stazione: unite Bologna e Bari; Strage di Bologna, 2 agosto 1980-2011.
Mariateresa Martini
(LucidaMente, anno VII, n. 80, agosto 2012)
Sig. Martini, se le interessa le possiamo dire noi la verità.
Verità che però , lo vogliamo dire , non sarebbe difficile perlomeno da intuire a grandi linee, se si conoscono bene certi ambienti/apparati dello stato in quel tempo, ambienti neofascisti e reazionari e si sia cercato di documentarsi un pò.
Per chi come chi scrive conosce i soggetti e gli ambienti citati nelle indagini (neofascisti, P2 e ufficiali del SISMI) non c’erano dubbi fin da subito che quello era il loro classico modus operandi di organizzare gli attentati e depistare le successive indagini.
Così come è ovvio che la pista palestinese è sempre stata la principale delle false piste per depistare le indagini fin dall’epoca (cfr Gelli, poi condannato per quello, Cossiga, noto depistatore di professione).
Così come la Commissione Mithrokin , da cui guarda caso è stato pescato recentemente l’ultimo “dossier” dall On. Raisi (all’epoca nel MSI, tu guarda un altro caso) , che è stata notoriamente una commissione concepita per sfornare patacche di ogni tipo per uso politico (nessuno ricorda più del celeberrimo Scaramella, ribattezzato Pulcinella, produttore napoletano di dossier falsi in serie per questa Commissione , poi condannato )
Sarebbe invece interessante capire chi tenti ancora di creare confusione con questi depistaggi di sana pianta.
Perchè sarebbe sufficiente aver letto i fatti accertati nelle indagini , con una minima conoscenza dei soggetti/ambienti in questione anche a quel tempo, per riconoscere i depistaggi, da dove provenivano e con quale scopo
Ne citiamo solo qualcuno, ma ce ne sarebbero altri, meno noti:
– il 10 luglio 1980 (venti giorni prima), il detenuto neofascista Vettore Presilio, dichiara al magistrato di sorveglianza che un altro neofascista, Roberto Rinani gli ha confidato che che per Agosto è prevista una strage di tali proporzioni che ne parleranno le pagine dei giornali di tutto il mondo. Verso la fine di novembre dello stesso anno, a quasi 4 mesi dallo scoppio della bomba alla stazione di Bologna, Presilio subisce una violenta aggressione in cella ad opera di alcuni uomini col viso coperto da sciarpe.
– Ciccio Mangiameli rivela all’ufficiale del Sisde Spiazzi di essere stato incaricato da Stefano Delle Chiaie (potente estremista di destra in contatto con la P2) di reperire armi ed esplosivo ad ogni costo e confida al colonnello che per i primi di Agosto è previsto un attentato di “enormi proporzioni”. Il Colonnello Spiazzi rilascia, il 31 luglio 1980, come dimostrato dal timbro di protocollo, un rapporto dettagliato alla direzione del SISDE con quanto riferitogli dal Mangiameli. Il 9 settembre del 1980, a Tor dei Cenci, Roma, Francesca Mambro, Valerio e Cristiano Fioravanti, aiutati da Giorgio Vale e Dario Mariani, uccidono Mangiameli e ne buttano il corpo zavorrato in un bacino artificiale.
– Ciavardin, altro neofascista dei Nar, il giorno prima della strage telefona alla ragazza e gli dice di rimandare il viaggio in treno (che fermava a Bologna) perchè ci sono “grossi problemi”.
Eh…sì, proprio strani per essere dei palestinesi…