Dal 1990 ai conviventi “more uxorio” (e ai figli minorenni) di deputati e senatori sono riconosciuti diritti negati ai cittadini “comuni”
In Italia le coppie di fatto sono già riconosciute e ben tutelate! I conviventi hanno, giustamente, delle garanzie, quali l’assistenza sanitaria.
Peccato che tali diritti siano riservati alla solita “Casta”. I parlamentari (e loro conviventi) dal 1990 godono di una apposita legge che si sono approvati ad hoc. Il tuo partner dichiara di convivere more uxorio da almeno tre anni? Benissimo, è trattato dal punto di vista “medico-terapeutico”, come uno sposo legittimo (Regolamento di assistenza sanitaria integrativa dei deputati, art. 2, lettera d).
Addirittura ne usufruisce il 25% dei parlamentari e del personale della Camera. Con una differenza a scapito dei “poveri” impiegati di Montecitorio. Infatti, i figli di questi ultimi non possono godere di tale trattamento, mentre quelli dei parlamentari, anche se nati fuori dal matrimonio, possono farlo fino alla maggiore età. Peccato pure che la maggioranza di lorsignori non intenda approvare una legge simile per i normali” cittadini ed elettori, anzi si opponga per tutelare “alti valori morali e cattolici”. Dove deve ancora arrivare l’ipocrisia?
Sulla questione della reversibilità del vitalizio dei parlamentari, vedi Ma da tempo i parlamentari «riconoscono» le loro coppie di fatto.
(e.s.)
(LucidaMente, anno VII, n. 81, settembre 2012)