Margherita Salvador, nel suo libro “Il mondo delle apparenze. Capire le spietate leggi della nostra società e sapersi difendere” (infinito edizioni), delinea, denuncia, ma, soprattutto, affronta il “nuovo che avanza” con spirito concreto e propositivo
È possibile, con toni leggeri, descrivere gli attuali meccanismi della nostra società post globalizzazione (un “nuovo che avanza” che non può essere messo in discussione) e fornire qualche utile consiglio per affrontarla? E, per di più, adoperare vari stili e modalità testuali, dall’esposizione all’autobiografia, dalla narrazione alla cronaca, dalla memoria alle citazioni, dall’aneddoto al saggio, dal manuale psicologico a quello sociologico, senza che il tutto finisca per risultare un indigesto pot-pourri?
A riuscire nella temeraria impresa è la toscana Margherita Salvador, giovane ma già esperta traduttrice e interprete, da Mosca a Bruxelles, dove opera per le istituzioni europee, oltre che per Nazioni unite, centri congressi e aziende del settore privato. Il volume che ha scritto è fresco di stampa e s’intitola Il mondo delle apparenze. Capire le spietate leggi della nostra società e sapersi difendere (Prefazione di Patrizia Arcuri, infinito edizioni, 2017, pp. 368, € 18,00). Pagina dopo pagina, l’autrice rivela il vuoto che ci circonda e che colpisce soprattutto i giovani occidentali. Nonostante la povertà in costante aumento, i miti del successo, del potere, della bellezza, dell’apparire (felici, ricchi, soddisfatti, alla moda…) travolgono tutto. A partire dai princìpi e dai valori tradizionali, che sancivano moralmente prima che penalmente la maleducazione, la vigliaccheria, la mancanza del rispetto della propria parola e degli impegni e delle responsabilità assunti. E, aspetto forse ancora più grave, sparisce l’autenticità delle persone.
Tra le ansie maggiori, vi è quella di essere sempre belli, attraenti, accondiscendenti, gentili, adeguati a ogni situazione. Esigenze che non riguardano solo la donna, ma anche gli uomini, peraltro “femminilizzati” dalle mode e dalla maggiore aggressività delle donne (vedi La crisi dell’universo maschile secondo Éric Zemmour). E con queste ultime che oscillano tra la “parità assoluta” e il desiderio (e il civettuolo piacere) di essere ancora protette dalla “cavalleria” virile del passato, tra incarnare la donna di carriera ed essere moglie e madre. Ecco, allora, il rischio del disagio, se non della deriva individuale e psicologica: percezione di inadeguatezza, sensi di colpa, reale timidezza, a stento mascherati dietro false maschere di sicurezza e sfrontatezza, di arroganza e trasgressività.
E non crediate che il mondo globalizzato, le istituzioni europee, i veri centri del potere, siano migliori. Anzi, sono lo specchio (o la fonte) della vacuità e della miseria morale che ci attanagliano. Ma, come scrive Patrizia Arcuri nella Prefazione al libro, «la strada del successo è quella che ci fa vivere da persone libere, indipendenti e padrone delle nostre vite. Bisogna solo imparare a riconoscerla e a seguirla». La Salvador invita a uscire dalle inutili costrizioni, a combattere il conformismo, gli obblighi sociali, le abitudini indotte. Insomma, tutto ciò che è falso e non ci fa star bene… Come? Prendendo coscienza delle costrizioni imposte dalle mode, veicolate soprattutto dagli spot pubblicitari, e legati a interessi finanziari. E riscoprendo innanzi tutto noi stessi, fino a recuperare la curiosità e lo stupore infantili nel guardare gli altri e il mondo. Non sarà facile, ma non esiste altro mezzo per recuperare la dignità umana.
Le immagini: la copertina del libro e la sua autrice.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XII, n. 144, dicembre 2017)