Antropometria (NEO. Edizioni): una raccolta di racconti, dal quotidiano al paradossale, di Paolo Zardi
«Scienza che misura il corpo umano e le sue parti per recare un contributo all’antropologia». Questa la definizione di Antropometria, titolo altresì di una raccolta di racconti di Paolo Zardi (NEO. Edizioni, pp. 176, € 13,00), nei quali l’autore descrive le persone attraverso le loro paure, i loro sentimenti, e le loro relazioni, ma anche particolari del loro aspetto fisico che richiamano le loro abitudini e i loro desideri.
Ogni narrazione è un’istantanea che permette al lettore di scattare una foto della scena che Zardi descrive, di avere di fronte a sé l’immagine nitida di ciò che sta accadendo. Se, da un lato, sembra raccontare con distaccato cinismo una quotidianità della quale bisogna indignarsi senza mai abituarsi, dall’altro a volte appare coinvolto nei suoi racconti, come se li avesse vissuti in prima persona, non come protagonista ma come osservatore partecipante o come confidente che ascolta racconti di perversioni e frustrazioni di amici, colleghi, conoscenti. La fragilità dell’essere umano prende forma nei sedici racconti del libro, emergendo quasi “improvvisamente”, quando i protagonisti sono colti da difficoltà, incidenti, malattie o apatia.
Si percepisce un filo rosso tra le varie narrazioni che lega la vita e la morte, l’amore e il sesso, il desiderio e le perversioni, fino a inscenare situazioni paradossali, al limite del surrealismo, come un marito che decide di far depilare la moglie in coma, perché non la riconosce più e vorrebbe continuare ad amare almeno il suo aspetto fisico. E la moglie – colpo di scena – si risveglia mentre l’estetista compie il proprio lavoro… Oppure un cugino e una cugina, entrambi sposati, che decidono più o meno consapevolmente di avere rapporti sessuali perché la donna possa rimanere finalmente incinta. La relazione prosegue per qualche anno con conseguenze “stressanti” per l’uomo…
Alcune scene vengono descritte con un ritmo incalzante che induce il lettore a proseguire anche nei racconti successivi, sebbene non siano legati gli uni con gli altri. In alcuni di essi sembra quasi di percepire il ticchettio dell’orologio che scandisce attimi interminabili, come quelli di uno stupro o di una malattia degenerativa che conduce l’inferma a odiare anche le persone che la amano e le stanno accanto.
E, per concludere, la definizione di un innamoramento, della rottura di un guscio, una parentesi saffica nella vita di due donne, una ragazzina e una signora, che si incontrano in metropolitana a Milano: «Ti passerà questa paura e ti passeranno tutte le parole che usi per costruire labirinti intorno al cuore; ti ritroverai a correre, come una creatura piena di sete che vede l’acqua luminosa: sarai un bambino che ha sentito la luce fuori dal corpo di sua madre e vuole iniziare a vivere».
L’immagine: la copertina del libro di Zardi.
Francesca Gavio
(LM EXTRA n. 25, 20 luglio 2011, supplemento a LucidaMente, anno VI, n. 67, luglio 2011)