Dopo una lunga assenza, le opere dell’artista tornano visibili al pubblico presso la Carisbo di via Farini con la mostra “Al chiaro di luna”
Lo scorso martedì 11 aprile si è svolta, presso la sede della Carisbo a Bologna (palazzo Romagnoli, via Farini 15), l’inaugurazione della mostra Al chiaro di luna, dedicata interamente al pittore e scultore Giovanni Romagnoli. L’artista era nato a Faenza nel 1893, ma si era trasferito appena tredicenne a Bologna, dove vivrà quasi interamente la propria vita, spegnendosi nel 1976.
Dopo quasi 40 anni di oblio, 70 opere di Romagnoli, di proprietà della Fondazione della Cassa di Risparmio, potranno essere nuovamente ammirate dal pubblico. L’ultima esposizione risaliva, infatti, al periodo subito successivo alla donazione, fatta all’ente bancario dalla sorella dell’autore, Annunziata Romagnoli. Il suo desiderio era che le opere restassero a Bologna, città d’elezione e formazione dell’artista. Ne ha parlato con trasporto il direttore della Carisbo, Leone Sibani, che ha ricordato il giorno del 1978 in cui la donna si presentò alla sede. «Ad accoglierla Guglielmo Gola, allora vicepresidente, e io, ancora vicedirettore». Le opere donate furono 159, ripartite nel 2000 (70 alla fondazione e le restanti alla banca).
Nonostante la loro innegabile bellezza, dopo una prima esposizione nel 1981, esse furono trasportate nella Chiesa di San Giorgio, e lì sono rimaste per tutti questi anni. La figura femminile, nuda e rigogliosa, al centro dell’estetica dell’autore, era troppo per l’epoca, e creò scalpore. «Un artista diverso, isolato, volontariamente, dalle tendenze dell’epoca e dalle avanguardie e per questo guardato con sospetto dalla critica»: così lo definisce il curatore dell’esposizione, Angelo Mazza. Sua la scelta di intitolare la mostra al dipinto Al chiaro di luna, sia perché è il quadro che preferisce, sia perché rappresenta alla perfezione l’estetica e la poetica dell’artista: «Una Maja desnuda un po’ bolognese, su un canapè, venata di malinconia e poesia».
Immersa in un’atmosfera crepuscolare, onirica, al di là dello spazio e sospesa nel tempo, la donna fantastica e il violoncello l’accompagna. Una sensualità accennata e sognante, un erotismo quasi annoiato e apparentemente non voluto, rappresentati nelle fattezze di Zoraide Domenichini, modella prediletta da Romagnoli. La sua immagine scolpita (fertile e rigogliosa nelle vesti di Pomona) o dipinta (in primo piano nell’autoritratto dell’artista, quasi verginale nel coprirsi capo e seni) è il vero filo conduttore dell’esposizione. Una Venere rinascimentale, ma addomesticata e crepuscolare, spogliata dell’idealismo e della serenità classicista e, per questo, modernissima.
La rassegna Al chiaro di luna resterà aperta al pubblico da mercoledì 12 aprile a domenica 4 giugno 2017, presso la sede della Carisbo a Bologna in via Farini 15. Ingresso libero. Lunedì chiusura, ad eccezione di lunedì 24 aprile, con apertura dalle 10,30 alle 18,30. Dal martedì al venerdì dalle 15,30 alle 18,30. Da sabato a domenica dalle 10,30 alle 18,30. Aperture straordinarie dalle 10,30 alle 18,30 nei giorni festivi di domenica 16 (Pasqua), lunedì 17 aprile, martedì 25 aprile, lunedì 1° maggio e venerdì 2 giugno.
Le immagini: Notturno “Al chiaro di luna”, fine anni Trenta, olio su tela; Pomona, 1938, gesso; Autoritratto davanti allo specchio con modella Zoraide, 1938 circa, olio su tela.
Ludovica Merletti
(Lucidamente, anno XII, n. 137, maggio 2017)