Riproponiamo la “vecchia” canzone di Claudio Lolli, “Borghesia” (dall’album “Aspettando Godot”, Emi italiana, 1972): un sintetico, acuto, sprezzante, perfetto ritratto della nostra società di ieri… e di oggi. Eccone anche il testo
Vecchia piccola borghesia, per piccina che tu sia, non so dire se fai più rabbia,pena, schifo o malinconia.
Sei contenta se un ladro muore, se si arresta una puttana, se la parrocchia del Sacro Cuore acquista una nuova campana. Sei soddisfatta dei danni altrui, ti tieni stretti i denari tuoi, assillata dal gran tormento che un giorno se li riprenda il vento. E la domenica vestita a festa, con i capi famiglia in testa, ti raduni nelle tue chiese, in ogni città, in ogni paese. Presti ascolto all’omelia, rinunciando all’osteria. Così grigia, così perbene,ti porti a spasso le tue catene.
Vecchia piccola borghesia, per piccina che tu sia, io non so dire se fai più rabbia,pena, schifo o malinconia.
Godi quando gli anormali son trattati da criminali, chiuderesti in un manicomio tutti gli zingari e gli intellettuali. Ami ordine e disciplina, adori la tua Polizia tranne quando deve indagare su di un bilancio fallimentare. Sai rubare con discrezione, meschinità e moderazione, alterando bilanci e conti, fatture e bolle di commissione. Sai mentire con cortesia, con cinismo e vigliaccheria, hai fatto dell’ipocrisiala tua formula di poesia.
Vecchia piccola borghesia, per piccina che tu sia, io non so dire se fai più rabbia,pena, schifo o malinconia.
Non sopporti chi fa l’amore più di una volta alla settimana, chi lo fa per più di due ore, chi lo fa in maniera strana. Di disgrazie puoi averne tante, per esempio una figlia artista, oppure un figlio non commerciante, o, peggio ancora, uno comunista. Sempre pronta a spettegolare in nome del civile rispetto, sempre lì fissa a scrutare un orizzonte che si ferma al tetto. Sempre pronta a pestar le mani a chi arranca dentro a una fossa, sempre pronta a leccar le ossaal più ricco ed ai suoi cani.
Vecchia piccola borghesia, vecchia gente di casa mia, per piccina che tu sia,il vento, un giorno, ti spazzerà via.
Le immagini: copertina di Aspettando Godot e Claudio Lolli.
(n.m.)
(LM EXTRA n. 30, 16 settembre 2013, supplemento a LucidaMente, anno VIII, n. 93, settembre 2013)