Dalla A alla Z tutti i luoghi comuni (quanto falsi) del pensiero unico occidentale agli inizi del XXI secolo. VI Q-R
Sesta “puntata” della pubblicazione su LucidaMente del nostro piccolo dizionario contro stupidità e follia.
Qatar. Novembre-dicembre 2022: finalmente un Campionato mondiale di calcio fuori da Europa e Americhe! È un simbolo di giustizia, di inclusione e di allargamento dello sport.
La realtà. In verità, i Mondiali di calcio si sono disputati anche in Asia e in Africa. Piuttosto, che senso ha far svolgere un Mondiale in un emirato di soli due milioni e mezzo di abitanti, arido, con un clima desertico, senza alcuna tradizione calcistica? Non bastasse questo, si tratta di uno Stato che è solo formalmente una monarchia costituzionale (i partiti politici sono proibiti); più volte individuato come uno dei principali sovvenzionatori dei Fratelli Musulmani; nel quale i tribunali giudicano secondo la legge islamica della Shari’a; con una ricchezza pro capite, tutta proveniente dal petrolio e in mano a un’aristocrazia ristrettissima, che lo pone ai primi posti del mondo. C’è di più: la manodopera semischiavizzata usata per i lavori manuali, di servitù e più umili, è costituita da poveri immigrati indiani, nepalesi, filippini, bengalesi, cingalesi, kenioti, pakistani, ecc. Per costruire in tempi rapidi gli assurdi stadi dove si giocheranno le partite del Mondiale – la cui maggior parte verrà smontata dopo l’evento – sono state appunto utilizzate maestranze straniere in condizioni di salari, lavoro e sicurezza precari (a inizio 2021 si contavano Più di 6.500 lavoratori morti per i Mondiali in Qatar). Ma all’ideologia “woke” delle vere vittime sociali delle discriminazioni, specie se gli sfruttatori sono non-bianchi e non-occidentali, frega poco…
Razzismo. Una vergogna dei bianchi, dei maschi occidentali e della loro civiltà, che dimostra la loro intrinseca aggressività. Inesistente presso le popolazioni di altro colore.
La realtà. Il razzismo non è diffuso solo nelle “culture bianche”. Pregiudizi, intolleranza religiosa, etnica, culturale, complessi di superiorità, si trovano da sempre e dappertutto e nella Storia (per chi la conosce) di tutti i popoli e nazioni. Dopo la Seconda guerra mondiale massacri di tipo razziale sono avvenuti soprattutto in Africa (vedi hutu-tutsi). Presso molte tribù africane gli albini vengono considerati esseri diabolici e uccisi.
Referendum. I cittadini possono esprimere direttamente il loro pensiero su ben determinati quesiti. Gran momento, quindi, di partecipazione popolare alle scelte politiche. Tuttavia, il popolo è troppo ignorante per capire difficilissime questioni e tende ad agire in base a stimoli emozionali o del tutto irrazionali. Come nel caso del referendum sulla riforma costituzionale Renzi-Boschi o sulla Giustizia.
La realtà. Sono il massimo di espressione popolare e democratica quando si vincono, come quelli su divorzio o aborto. Sono populisti quando si perdono, come quello sulla riforma costituzionale Renzi-Boschi. Comunque, sono una delle poche occasioni rimaste di libera espressione popolare. Anzi, diremmo che è ormai, assieme alle elezioni, l’unica opportunità democratica. Pertanto, il potere tende sempre di più a limitare le consultazioni referendarie o a farle fallire. Come? Intanto, continuando a impedire il referendum propositivo, poi rendendo complicatissima la raccolta delle firme per indire quello abrogativo, che comunque è valido solo con la soglia di partecipazione del 50%+1 degli iscritti alle liste elettorali, che oggi risulta troppo alta (vedi referendum sulla Giustizia), anzi altissima, vista l’oramai scarsa partecipazione al voto da parte degli aventi diritto anche negli appuntamenti elettorali più importanti.
Religioni. Oppio dei popoli? Provocano arretratezza. E, se proprio uno ha bisogno di spiritualità, ce ne sono tante prêt-à-porter, oppure si adattino a noi stessi quelle che già ci sono, eliminando da esse ciò che non ci piace e accettando e praticando solo quello che ci va bene, Però, che bello il buddhismo, che è più una filosofia che una religione…
La realtà. Il cristianesimo, pur con tutte le nefandezze di cui si sono macchiate le sue Chiese (non solo quella cattolica), tradendo il messaggio di Gesù di Nazareth, ha prodotto una mirabile civiltà, cultura, antropologia, per non dire di un’arte e di una cultura incomparabili. Altre religioni, sulle quali l’ignoranza è diffusa, sono affascinanti proprio perché sconosciute, esotiche. Magari se ne impara qualche intrigante aspetto, ed ecco che si diventa buddhisti, induisti, taoisti e magari pure islamici. Ma sovrapporre apparati culturali nati in ben altri contesti a quello occidentale è una forzatura che non reca risultati profondi: la disillusione è dietro l’angolo. E, come diceva Benedetto Croce, noi occidentali «non possiamo non dirci “cristiani”», tale è l’influenza spirituale, filosofica, artistica, psicologica, per lo più positiva, sulla nostra civiltà. Se questa è più umanizzata, più empatica delle altre, è perché in essa si è diffusa la predicazione di Gesù di Nazareth.
Resilienza. Clima impazzito, disoccupazione e precariato, miseria economica, guerre, lockdown? Ci vuole resilienza!
La realtà. Non sai che neologismo alla moda, tecnocratico, ingannevole, usare per dire che siamo fregati e, per di più, vuoi apparire un passo avanti a tutti? Ecco il termine giusto! La vecchia terminologia barricadera di resistenza, lotta, opposizione, non serve più in quanto le sinistre hanno da tempo accettato capitalismo neoliberista, globalizzazione selvaggia, finanziarizzazione dell’economia. Resilienza è un termine che riguarda i metalli. Essa indica il metallo che regge l’urto («La resilienza è una proprietà meccanica, definita come l’energia assorbita da un corpo in conseguenza delle deformazioni elastiche. In ingegneria, viene misurata come la capacità di un materiale di resistere a forze dinamiche, ovvero ad urti, fino a rottura, assorbendo energia con deformazioni elastiche e plastiche»), non gli esseri umani. Entrato nel dizionario ipocrita e falso della neolingua, il vero significato di resilienza è quello di adattarsi docilmente, sopportare tutto, quindi perdere la propria dignità, divenire suddito passivo del potere imperante. Tutti mansueti schiavi.
Rom. Innanzi tutto, non chiamateli zingari, ma rom, sinti o camminanti. Popolazione di nobilissime origini e civiltà, ingiustamente perseguitata nei secoli. Il loro genocidio da parte dei nazisti è paragonabile a quello di ebrei, omosessuali e comunisti. Che compiano furti è un pregiudizio razzista.
La realtà. Tale popolo ha certo una propria cultura e civiltà, enfatizzata da canzoni e film; tuttavia, è innegabile che mai nel corso dei secoli esso abbia voluto integrarsi con i costumi, le norme e il diritto dei paesi ospitanti. Le azioni criminose compiute dai rom sono tanto più detestabili, in quanto le loro vittime sono in genere persone di basso livello socioeconomico. Ancora più odiosa è l’occupazione di case disabitate o addirittura sottratte al legittimo anziano proprietario o possessore, come avvenuto in moltissimi fatti di cronaca.
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XVII, n. 202, ottobre 2022)