Dalla A alla Z tutti i luoghi comuni (quanto falsi) del pensiero unico occidentale agli inizi del XXI secolo. I A-C
Con l’inizio di questo nuovo anno, il 2022, che ci auguriamo meno horribilis rispetto a quelli precedenti, in particolare gli ultimi due, cominciamo la pubblicazione su LucidaMente di un nostro piccolo dizionario. Esso si potrebbe definire Lo stupidario del buonismo politicamente corretto. Manuale-Prontuario di autodifesa. Per non annoiare il lettore, l’abbiamo diviso in più parti. Di seguito la premessa e i lemmi dalla A alla C.
PREMESSA
Tra le caratteristiche del pensiero libero e vivo vi è certamente quella di essere aperto, non cristallizzato, mutevole. Quando non è così, si tratta di ideologie sclerotizzate, fisse, immutabili, costituite da slogan sempre uguali e pronti all’uso. Quasi senza eccezione, allora, sono idee false, errate, contro la verità evidente. E, ancora, possono essere davvero stupide.
È il caso del buonismo collegato al politically correct. Un’ideologia (vedi Pensiero unico “correct”: una risata lo seppellirà?) che sta dominando (e annientando) l’Occidente. Un nuovo pensiero unico, intriso di slogan sessantottini, femminismo, cattolicesimo alla Bergoglio, cattocomunismo, terzomondismo, nuovismo, giovanilismo, scientismo, tecnocrazia. Per di più conformista, intollerante, che, attraverso un moralismo stringente, che strozza spontaneità e vitalità umane, sta producendo una dittatura soft (si veda Pensiero libero? Richard Millet, sei un razzista!).
Abbiamo così provato a elencare, per ordine alfabetico, i suoi luoghi comuni, le sue opinioni senza fondamento fatte passare per verità assolute con le quali mettere duramente a tacere gli anticonformisti e i dissidenti, i suoi pregiudizi dettati da assoluta ignoranza culturale e della realtà (vedi I tanti, troppi pregiudizi dei “progressisti” bigotti). Una sorta di dizionario, anzi, stupidario buonista. Incompleto, discutibile, semplificatorio, ma pur sempre meno stupido dell’ideologia vigente. Dopo ogni sciocchezza buonista, abbiamo cercato, sinteticamente, di riaffermare la verità e la realtà, senza, ovviamente, credere di essere sempre esaustivi e nel giusto. Buona lettura.
Accoglienza. Verso i migranti è un obbligo morale assoluto. A prescindere. Accogliamoli tutti. Una ragionevole proposta per salvare l’Italia, gli italiani e gli immigrati è il titolo del libro del buon(ista) Luigi Manconi (con Valentina Brinis).
La realtà. Hanno diritto a richiederla coloro che fuggono davvero da luoghi di guerra o sono perseguitati per motivi di discriminazione religiosa, sessuale, etnica, razziale, culturale, ecc. (e verso di loro massima solidarietà, aiuto, dignità). Quelli che si trovano in tale condizione, però, sono una minoranza delle persone che arrivano clandestinamente in Italia. Tuttavia, come dimostrano i casi Lucano o Mafia Capitale (e cento altri) gli interessi che stanno dietro il business dell’accoglienza sono tanti e poco altruisti (vedi A chi i profughi? A noi!).
Brexit. Siamo alle solite: perfida Albione! Dio stramaledica gli inglesi! Soprattutto quelli anziani, gli abitanti delle zone rurali, i non omologati al verbo della globalizzazione! Un grave errore, che il Regno Unito pagherà caro. Un voto contro la storia e il nuovo che avanza. Ma sarà un disastro economico e finanziario.
La realtà. Come nei casi Trump, referendum sull’acqua pubblica o Boschi-Renzi, ecc., i cittadini hanno votato contro le indicazioni della stragrande maggioranza dei poteri forti e dei mass media. Dopo il (o la) Brexit non vi è stato alcun tracollo economico britannico.
Cooperative. Coniugano successo economico con occupazione, solidarietà, fini sociali. Non tendono al profitto.
La realtà. Sono attività economiche, con varie agevolazioni fiscali, tendenti al profitto. Nella loro galassia e varietà tipologica si inseriscono spesso veri e propri furboni che speculano sui bisogni di svantaggiati come migranti, disabili, anziani, ecc. e sui lavoratori stessi (vedi Cooperative dalle mani sporche e Cooperative, un successo viziato).
Covid. «Andrà tutto bene». Ne usciremo più forti, solidali e migliori. L’unica soluzione è costituita dai vaccini. Chi si vaccina è buono, responsabile e ragionevole, i perfidi «no vax» sono malvagi, ignoranti, incoscienti e… fascisti.
La realtà. Del dramma dell’epidemia, ancora tutt’altro che concluso, se mai finirà, abbiamo già parlato in vari articoli: Epidemia Covid-19: tutto quello che non ci dicono; Manganello, olio di ricino e confino… Anzi, randellate, idranti, “vaccino” ed esclusione sociale; Autoritarismo pandemico; Il misterioso caso del dottor De Donno; Perché il coronavirus (e perché in futuro ce ne saranno altri). I “progressisti”, un tempo ipercritici verso qualunque fenomeno, non si pongono domande né sulle origini del virus, né sui “sieri” (non vaccini), sulla loro efficacia e sui loro effetti nefasti, né sui profitti (ampiamente previsti da anni) delle industrie farmaceutiche e dell’ineffabile Fondazione Bill & Melinda Gates, né sul vulnus che le misure restrittive dei governi stanno recando alle democrazie occidentali, né sull’efficacia della campagna sierologica, né sulla possibilità di efficaci terapie domiciliari precoci. Ormai abituati in ogni campo e settore a un pensiero unico, spaventati come un gregge impazzito, i “progressisti” pensano solo a innalzare la cosiddetta scienza a loro divinità e a trovare capri espiatori, ripercorrendo le nefaste stagioni della caccia agli eretici, alle streghe, ai “diversi”, agli ebrei…
Crociate. Aggressione ingiustificata di Europa e cristianesimo a inermi popolazioni islamiche che, con la loro pacifica e tollerante civiltà, recavano dappertutto lo splendore dell’arte e della scienza presso barbariche popolazioni avvolte dall’oscurità e dalle tenebre dell’ignoranza medievale. Massacri terrificanti, occupazioni crudeli, dettate da fanatismo e brama di accaparrarsi le ricchezze arabe.
La realtà. Le cartine geografiche di un comune atlante storico – ma se ne leggono ancora? – dimostrano che, prima della sanguinaria espansione dell’islam, tutti i “territori arabi” erano romani e cristiani (vedi Mediterraneo e “Medio Oriente”: chi li ha “invasi”?). Le guerre in Palestina furono il tentativo dell’Occidente di rialzarsi da lunghi secoli di sudditanza e di arretramento e di ripristinare la libertà di pellegrinaggio nei luoghi di culto, invasi dai Turchi. I potentati islamici non si accorsero neppure che vi furono delle “crociate”, tanto che nell’arabo classico non esiste il termine. Occorse inventarsi un neologismo (al-hurub al-salibiyya, “le guerre crociate”) in tempi recenti per denominare ciò che gli europei, nel Novecento, cominciarono a propagandare come un proprio misfatto presso coloro che se n’erano persino dimenticati e non l’avevano neppure percepito come tale. Difatti, l’attacco degli europei (che persero o deviarono tutte le otto crociate, tranne la prima) fu percepita come una delle tante guerre, da sfruttare pure nella dinamica di altri conflitti intestini già in corso (vedi Le crociate? Un regolamento di conti tra potentati islamici).
Le immagini: a uso gratuito da pixabay.com.
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XVII, n. 193, gennaio 2022)