Intervento del Partito umanista sugli ultimi impegni militari del nostro Paese in Afghanistan
L’articolo 11 della Costituzione italiana, uno dei più significativi, quello che recita che «l’Italia bandisce la guerra come mezzo per la risoluzione delle crisi internazionali», è stato apertamente e totalmente violato. Dal nostro punto di vista, l’articolo 11 già era stato più volte violato, ogni qualvolta l’Italia partecipava a missioni militari all’estero denominate ipocritamente “di pace”, nei Balcani come in Iraq, come in Afghanistan.
Ma ora la violazione è totalmente esplicita: dal 27 giugno tremila soldati italiani sono impegnati in un’offensiva chiamata “Shrimp Net” – ovvero “rete per gamberi” – in Afghanistan, a sud di Farah. Questo contingente, con intenzioni assolutamente belliche, già era supportato da elicotteri d’attacco e da Predator senza pilota. Ora si sono aggiunti anche i cacciabombardieri Amx, con ordigni sofisticati di precisione a guida laser e satellitare. Non una parola di dissenso si è levata dai seggi parlamentari. Nemmeno il capo dello stato, garante della Costituzione, sembra essersi accorto che il nostro Paese sta usando la guerra “come mezzo per la risoluzione di una crisi internazionale”.
E così, mentre il governo Monti sta tagliando di tutto, comprese le spese per la sanità e le pensioni, tranne che la spesa per l’acquisto di 90 cacciabombardieri F-35 che costeranno come minimo 10 miliardi di euro, ora ci ritroviamo, non solo un paese sempre più povero, ma anche un paese in aperta guerra. Che cosa manca, ormai, per affermare senza ombra di dubbio che ci troviamo in pieno regime dittatoriale? Con le dovute differenze, la situazione attuale è sempre più simile a quella del ventennio fascista: un paese impoverito che si permette anche di portare la guerra in altri paesi, senza più opposizione in Parlamento e con un’informazione di massa ormai ammutolita.
La storia servirà pure a qualcosa? Oppure dobbiamo perdere totalmente la nostra caratteristica esclusivamente umana di esseri storici e sociali e vivere ogni giorno come se fosse il primo giorno, fino all’ennesimo risveglio irrimediabilmente violento? Servono subito: lo smantellamento totale degli arsenali nucleari; la riduzione progressiva delle armi convenzionali degli Stati; la rinuncia alla guerra come metodologia di risoluzione dei conflitti.
Partito umanista internazionale
(LM EXTRA n. 29, 20 luglio 2012, supplemento a LucidaMente, anno VII, n. 79, luglio 2012)