Favorire le relazioni per costruire il dialogo interculturale, con danze, canti, mostre, teatro, in occasione della quarta edizione di 167Contatto, fino al 19 giugno a Reggio Emilia. Nel festival sono coinvolti attivamente i cittadini che vivono nella zona stazione, uno dei quartieri chiave della trasformazione urbana. L’iniziativa culturale è promossa dall’Assessorato Coesione e Sicurezza sociale del Comune di Reggio Emilia, sostenuta dalla Regione Emilia-Romagna.
È ricco il programma previsto, risultato di mesi di lavoro, basato da un lato su corsi e laboratori aperti a tutti, che prevedono una restituzione in forma di spettacolo durante il festival, mentre, dall’altro, sull’istituzione di un vero e proprio tavolo di lavoro in cui istituzioni, associazioni e altre realtà cittadine potranno incontrarsi per progettare insieme l’evento. Fra le novità di spicco il confronto con altre manifestazioni regionali che agiscono sul territorio con modalità analoghe, costruendo dialogo e coesione dal basso: dalla bolognese Par Tòt alla forlivese Ilrof.
Protagonisti indiscussi degli eventi gli stessi residenti del quartiere, che hanno dato vita a una banda musicale, a spettacoli teatrali, a gruppi di danza e percussioni. Non mancheranno mostre, iniziative di approfondimento culturale, spettacoli teatrali, concerti, formula che ha garantito, nelle precedenti edizioni, un’affluenza massiccia di pubblico.
«Questa quarta edizione del Festival – commenta Alessandro Scillitani, il regista del film in proiezione – si apre alle realtà della regione che, analogamente, affrontano il tema della convivenza e del dialogo. Un modo per sottolineare il desiderio di proseguire in un percorso, partito quattro anni fa, mai arrestato. Credo sia molto alta l’attesa per l’happening organizzato da Lorenza Franzoni e dal Teatro dei Quartieri in via Roma: un salotto con tantissimi ospiti, scrittori, attori. Gli stessi abitanti della via si mettono in mostra, aprono le botteghe e raccontano al pubblico intervenuto alla manifestazione le loro storie. Anche questo evento si colloca, è intuitivo, nella logica di un incontro fra persone, di recupero del dialogo e dello scambio come metodo di costruzione di nuovi sguardi». (f.f.)