Le organizzazioni sovranazionali usano un linguaggio ermetico fintamente buonista. Però “capitalismo”, “liberismo”, “imperialismo”, “neocolonialismo”, “sfruttamento”, “analfabetismo scolastico”, non possono essere usate. Soprattutto nell’“Agenda 2030”. Due tabelle di autodifesa
Nel romanzo distopico 1984, scritto nel 1948, George Orwell ce l’ha insegnato. Attraverso il controllo della lingua, il Potere può dominare i cittadini. Lo può fare sia eliminando le parole “scomode”, sia imponendo una neolingua scialba, tecnocratica, falsa, ipocrita, che sostituisca il forte linguaggio originario. Lo strapotere delle élite sovranazionali che dominano almeno tutto l’Occidente sta agendo, appunto, in entrambe le direzioni. In questo nostro modesto, lacunoso, incompleto, contributo, cercheremo di smascherare qualche inganno linguistico.
Una realtà spaventosa
Scrutiamo per qualche minuto il nostro mondo e la realtà che ci circonda in modo intellettualmente onesto e disincantato, e allo stesso tempo semplice, concreto, senza i paraocchi ideologici e senza farci influenzare dalla propaganda massmediologica del Potere. In pratica, osserviamoli come possono fare solo i bimbi, gli asceti, i pazzi, i veri “diversi”. Quali sono i drammatici problemi che vediamo?
La povertà crescente. Il precariato lavorativo e le scarse retribuzioni, per cui ci si può trovare in miseria pure se si lavora regolarmente. Lo scollamento tra le persone, anche nelle residue famiglie rimaste, e, in senso più ampio, la mancanza di uno spirito comunitario. L’aggressività dilagante, che a volte mette in pericolo la sicurezza personale. Uno stato d’ansia continuo e in aumento dovuto alle emergenze diffuse dall’alto e dai media mainstream: crisi più o meno dirompenti e reali, quali guerre, rischi nucleari, epidemie virali, terrorismo, crisi climatica, ecc., di volta in volta in primo piano e sempre interscambiabili. L’incultura e un sostanziale analfabetismo anche presso gli studenti.
Questo è quello che è sotto gli occhi (non ricoperti da prosciutto) di ciascuno di noi. Se ci chiediamo perché un pianeta con risorse ancora abbondanti per tutti soddisfi solo una parte dei suoi abitanti, basta leggere l’ultimo rapporto Oxfam: da decenni, con un’accelerazione dopo il 2020-2023 (anni dell’epidemia da Sars-Cov-2), la ricchezza si sposta sempre più dai poveri ai ricchi e nelle mani di sempre più pochi. E questo vale soprattutto per Paesi come l’Italia.
L’abolizione delle parole indicanti i veri problemi del pianeta
Andando più a fondo della questione, l’infelicità e l’ingiustizia nel mondo sono dovuti al neocolonialismo (con la complicità delle cleptocrazie e delle oligarchie locali), alle privatizzazioni di floride aziende pubbliche, alla deindustrializzazione e delocalizzazione dall’Occidente, allo sfruttamento dei lavoratori, alla semischiavitù dei cittadini extraeuropei, al debito fatto contrarre con la corruzione e il ricatto ai Paesi poveri di Africa, Asia, America latina, un tempo solo dagli Stati uniti, Regno Unito, Francia, ecc. (magari anche con strumenti quali Banca mondiale, Fondo monetario internazionale, Organizzazione mondiale del commercio), oggi anche dalla Cina, all’impoverimento culturale e scolastico, ecc.
Quindi, come si diceva un tempo, «in ultima analisi», tutto va fatto risalire al capitalismo, al neoliberismo, alla finanziarizzazione dell’economia, all’imperialismo, alla globalizzazione selvaggia, alle multinazionali, ecc. (leggi Giuseppe Licandro, Indigenza e infelicità, conseguenze ineluttabili del capitalismo neoliberista, in LucidaMente 3000, anno XVII, n. 202, ottobre 2022).
Ma c’è qualcuno che osi nominare tali termini indicanti le vere cause dell’ingiustizia globale (e globalista)? Non lo fanno i media vassalli del Sistema, tanto meno le organizzazioni sovranazionali e “filantropiche” che dovrebbero risolvere le sofferenze umane.
Se, infatti, avrete l’ardire di leggere i documenti stilati dall’Onu, dall’Ue, dall’Oms ecc., capirete che si tratta di aria fritta soporifera che lava il cervello. Il loro linguaggio e il loro stile si collocano tra il buonismo, il paternalismo, il tecnocratico. Tutto tipico dei report aziendalistico-anglosassoni, puritani quanto ipocriti: non vi è anima, umanità, umanesimo. Diciamo pure che sono illeggibili e privi di sostanza.
E i termini-chiave e scottanti sopra citati sono tabù.
L’ermetismo dei documenti ufficiali e l’Agenda 2030
Un esempio per tutti può essere la famosa Agenda 2030 dell’Onu, che “salverà il mondo”. Di questo documento-civetta tutti si riempiono la bocca senza averlo letto o, meglio, senza averlo letto attentamente, decostruendolo e analizzandolo frase per frase (lo ha fatto Enzo Pennetta col suo Agenda 2030, una rivoluzione colorata). Essa prevede 17 obiettivi e ben 169 sotto obiettivi ad essi associati. I cinque principi fondamentali che l’animano sono «le persone, il pianeta, la prosperità, la pace e la collaborazione». “Bellissimo”, direte voi. Ma cosa significa nel concreto?
Anche solo andando a sbirciare alcuni dei 17 punti, si capisce che i bei propositi servono a imporre ben altro. Come «sconfiggere la povertà»? Non rimuovendo debito smisurato dei Paesi poveri verso il capitalismo finanziario e/o eliminando l’iniquo sfruttamento delle loro risorse da parte delle multinazionali, ma combattendo il «cambiamento climatico». Come «sconfiggere la fame»? Distruggendo agricoltura e allevamenti tradizionali, dunque con insetti e cibo artificiale. Tutelare la salute? Non con sistemi sanitari nazionali efficaci, ma coi… vaccini.
L’«istruzione di qualità»? Non cultura e scuole di alto livello per tutte e tutti, ma digitalizzazione e pc che rendono le nuove generazioni analfabete e prive di senso critico. «Parità di genere»? Non riguarda i sessi maschio-femmina e la condizione della donna nei Paesi islamici e non solo, ma la “fluidità”. Lavoro e disuguaglianze? Secondo l’Agenda 2030 non si raggiungono con retribuzioni eque in Occidente e favorendo la dignitosa occupazione nei Paesi poveri, ma con la «mobilità», ovvero con le migrazioni che formano un esercito industriale di riserva che garantisce ai “padroni” e agli sfruttatori capitalisti di pagare sempre meno e licenziare ad libitum lavoratori sradicati e senza legami solidaristici tra loro.
Una lingua morta con neologismi fuorvianti
Dunque, i “documenti ufficiali sono farciti di parole nobili svuotate e annichilite dal loro travisamento e da termini, spesso neologismi, che vanno in direzione contraria. Come ha scritto Erica Perucchietti in Censura. Come reagire all’Inquisizione digitale: «Per arrivare alla distruzione delle parole pericolose si piega la lingua all’oralità, in modo che la scrittura non derivi più da un processo mentale, intellettuale, snellendo inoltre l’ortografia, facendo ricorso alle abbreviazioni, e creando continui neologismi».
Per cercare di difenderci da tale operazione da tempo congegnata dalle élite al potere, pur sapendo, come detto all’inizio, di risultare incompleti, imprecisi, tutt’altro che esaurienti, proviamo nelle due tabelle seguenti a offrire qualche strumento di autodifesa al lettore contro la dittatura in atto.
Due tabelle di autodifesa
Le “parole giuste”
Big Pharma | Le multinazionali farmaceutiche che pensano al profitto e non alla salute delle persone |
Big Tech | Le multinazionali informatiche e telematiche che offrono gli strumenti per controllare e indirizzare le vite di tutti |
Capitalismo | L’unica legge è il profitto |
Capitalismo finanziario/speculativo | Far soldi con speculazioni in borsa senza neppure produrre qualcosa di utile alle persone |
Delocalizzazione | Spostare la produzione industriale dove è possibile sfruttare la manodopera locale, inquinare impunemente l’ambiente, fruire di vantaggi fiscali |
Globalizzazione | Estensione spietata del capitalismo neoliberista |
Neocolonialismo | Risorse dei Paesi africani, asiatici, latinoamericani depredate a basso costo |
Neoliberismo | Capitalismo selvaggio, senza regole, limiti, né controlli statali |
Sfruttamento | Tutti i lavoratori del pianeta devono essere sottopagati |
La neolingua del Potere, da non usare, il suo smascheramento e i termini corretti
Agenda | Percorso, progetto, programma |
Buone pratiche | Ciò che conviene al sistema: chi è che decide quali sono buone e quali cattive? |
Criticità | Problemi, problematiche |
Disinformazione/Misinformazione (sic!) | Verità non gradite al Potere, quindi da censurare |
Distanziamento sociale | Distanza individuale tra persone per evitare un eventuale contagio |
Divisivo | Che coglie giustamente differenze e contraddizioni |
Dossier | Documentazione su problema, problematica, questione |
Fake news | Informazione corretta che il Potere intende cancellare; o, al contrario, errata notizia, spesso proveniente dal Potere stesso |
Femminicidio | Assassinio a sfondo sessuale o in ambito domestico |
Gay | Omosessuale |
Genere | Sesso |
In tempo reale | Immediato |
Inappropriato | Disdicevole, indelicato, volgare |
Inclusivo | Accettabile per i più |
Interlocuzione | Dialogo, colloquio, rapporto, contatto |
Libertà d’impresa | “Libera volpe in libero pollaio” |
Lo vuole l’Europa | Lo vogliono i potentati economico-finanziari mondiali |
Narrazione | Racconto/Lettura dei fatti secondo un’interpretazione, ricostruzione, visione, ideologia |
Negazionisti | Dissidenti antisistema |
Pensieri malvagi | Libere idee che non piacciono al Potere |
Pericoli populismo e sovranismo | Difesa dei popoli e delle nazioni oppresse attraverso il recupero delle identità collettive e della sovranità nazionale, argine alla legge del profitto capitalista |
Pericolo fascismo | Antifascismo in assenza di fascismo, tanto per raccattare consensi tra gli “utili idioti” |
Reddito di cittadinanza, misure assistenziali e affini | Come, con pochi spiccioli, far star buone e non far ribellare le persone prive di occupazione e salari dignitosi |
Resilienza | Accettazione o adattamento supini; occorre, invece la resistenza |
Riforme strutturali | Restringimento o eliminazione dei diritti sociali |
Sostenibile | Ragionevole |
Stereotipo di genere | Ciò che è secondo Natura |
Transizione ecologica | Arricchimento di aziende multinazionali legate all’economia “verde” e di connessi speculatori finanziari |
Vaccino | Siero sperimentale dagli effetti positivi dubbi e dagli effetti negativi, anche gravi, possibili |
Le immagini: la copertina del libro di Enzo Pennetta e a uso gratuito da Pexels (autori Markus Spiske; Alexandru Cojanu; Snapwire; Polina Kovaleva).
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XIX, n. 219, marzo 2024)