Intervento di Massimo Teodori, autore di “Soldi e partiti” (edito da Ponte alle Grazie) e di una proposta di legge sul “Finanziamento alternativo della politica”
Finanziamento pubblico dei partiti. Non è vero che il disegno di legge del governo, ammesso che passi in Parlamento, “mette i partiti a dieta”. Ecco gli otto inganni:
1 – Le contribuzioni private ammesse alla detrazione d’imposta non hanno un tetto né per chi dona né per chi riceve, come è regola in tutto il mondo civile;
2 – Il 2 per 1000 è una truffa ai cittadini come l’8 per mille alle chiese. Viene prelevato non solo da chi sottoscrive ma da tutti i contribuenti. Gli italiani tutti seguiteremo a pagare per tutti i partiti;
3 – Il meccanismo del 2 per 1000 è stato già applicato (4 per 1000) negli anni Novanta ed è stato un fallimento: il Ministero delle Finanze non lo ha mai calcolato, mentre i partiti hanno incassato spropositati anticipi, come faranno ora se il provvedimento andrà in porto;
4 – Non sono toccati i contributi ai gruppi parlamentari (circa 75 milioni l’anno e ai gruppi consiliari regionali (altri 70 milioni);
5 – Non sono disciplinati i contributi che oggi vanno alle oltre 80 fondazioni parapolitiche (correnti e gruppetti intorno a una sola persona) che complessivamente incassano almeno 5 volte gli attuali contributi dello Stato (forse 500 milioni di euro);
6 – Non sono toccati tutti gli altri benefits di cui godono attualmente i partiti come i contributi per la stampa e le agevolazioni per l’Imu;
7 – Il nuovo finanziamento resta indirizzato agli organismi centrali dei partiti (tesoriere nazionale) invece di essere distribuito sul territorio; con il denaro pubblico si rafforza ancor più quel potere oligarchico nei partiti che ha consentito ovunque la formazione di tesori e tesoretti;
8 – È ridicolo che le nuove norme entrino in vigore tra quattro anni, vale a dire in un tempo in cui nessuno sa che cosa accadrà in Parlamento.
Massimo Teodori
(LucidaMente, anno VIII, n. 90, giugno 2013)