È uscito a fine marzo il nuovo album (etichetta Ala bianca/Warner) del gruppo etno-rock il Parto delle Nuvole Pesanti, che affronta molteplici tematiche sociali
Tre anni dopo il fortunato Magnagrecia, il gruppo etno-rock il Parto delle Nuvole Pesanti ritorna sulla scena musicale con l’ottimo Che aria tira (Ala bianca/Warner), il suo dodicesimo album, uscito a fine marzo. Fondato nel 1990 da Salvatore De Siena e Peppe Voltarelli, il Parto delle Nuvole Pesanti si è segnalato come uno dei complessi folk-rock più versatili dell’ultimo ventennio, capace di spaziare dalla world music alla canzone d’autore, con interessanti incursioni anche nel mondo del teatro.
Il gruppo calabro-emiliano oggi è composto, oltre che da De Siena (voce e chitarra), da Amerigo Sirianni (chitarra e mandolino), Mimmo Crudo (basso), Antonio Rimedio (fisarmonica e fiati) e Manuel Franco (batteria). Tra i suoi dischi più famosi, a parte Magnagrecia, ricordiamo: Roccu u stortu (2001), colonna sonora dell’omonimo spettacolo teatrale di Francesco Suriano e Fulvio Cauteruccio; Ho visto anche zingari felici (2003), cover del noto long-playing di Claudio Lolli pubblicato nel 1976; Il parto (2004), contenente la canzone Onda calabra, il cui videoclip è stato premiato all’VIII edizione del Meeting delle etichette indipendenti; Slum (2008), tratto dall’omonimo spettacolo teatrale diretto da Milvia Marigliano. Il nuovo album, mescolando armoniosamente musica popolare e atmosfere rock, affronta tematiche di stringente attualità, come la title track Che aria tira, dissacrante ballata che mette a nudo le incongruenze dell’Italia odierna, desiderosa di «aria pulita», ma ancora costretta a respirare «aria brutta».
Le altre nove canzoni del cd affrontano, oltre a temi sociali, anche problematiche esistenziali: La nave dei veleni, ispirata al libro di Carlo Lucarelli Navi a perdere (Edizioni Ambiente), denuncia la piaga dell’ecomafia; Crotone ricorda le devastazioni ambientali compiute dalla Pertusola Sud; Ho visto gente lavorare parla delle tragiche “morti bianche”; Vento di Scirocco è una esortazione ad apprezzare le gioie dell’esistenza; Qualcuno mi ha detto prende spunto dalle suggestive riflessioni della poesia Il più bello dei mari di Nazim Hikmet; Vita detenuta è un j’accuse contro le disumane condizioni delle carceri italiane; Alì Ochalì tratta delle guerre di religione, narrando la storia di un condottiero ottomano di origini calabresi; Terapia sociale contesta il delirio della farmacologia, che spesso promette miracoli illusori; chiude l’album La poltrona, ironica tarantella sul trasformismo imperante nella politica italiana.
Per chi desiderasse un gustoso assaggio di Che aria che tira può visionare l’omonimo video – assai divertente – che i cinque musicisti hanno realizzato con la regia di Stefano Croci: http://www.youtube.com/watch?v=v6RpDlem_e4.
Le immagini: una foto che ritrae Salvatore De Siena, Mimmo Crudo, Manuel Franco, Amerigo Sirianni e Antonio Rimedio (fonte: www.partonuvolepesanti.com/); la copertina del cd Che aria che tira.
Giuseppe Licandro
(LucidaMente, anno VIII, n. 88, aprile 2013)