Una bibliografia molto particolare, per chi ama il rischio della lettura: Da non leggere, da non vedere, da non ascoltare. Per un viaggio oltre il limite estremo
La successiva lista, assolutamente personale, incompleta e non scientifica, intende solo fornire qualche spunto al lettore che volesse inoltrarsi lungo i luoghi – sconsigliabili – dello straniamento kafkiano, della lucidità di Cioran, dello gnosticismo, della scoperta delle verità inaccettabili e dello studio del fenomeno religioso.
Ho inteso comunque operare qualche suddivisione per meglio orientare chi legge e tentare di evitare una lista del tutto disorganica.
Essendo tale “elenco” assolutamente non “tecnico”, non ho posto le date di pubblicazione delle opere: ciascuno si cerchi la più recente o disponibile. Inoltre, nel caso di libri di facile reperibilità e di “dominio pubblico”, diffusi quindi in più edizioni o immesse in internet, non ho riportato neanche l’editore.
Letteratura
La letteratura mitteleuropea di inizio Novecento è la sede deputata per chi voglia intraprendere un percorso straniato, straniante ed eccentrico (molti testi segnalati in questo paragrafo sono pubblicati da Adelphi).
La boema Praga è il centro di tale magia col suo “mito”: Franz Kafka (Racconti, Il processo, Il castello, America, Lettera al padre, pubblicati da Arnoldo Mondadori). Ma non inganni la nascita nella morava Brno e l’apparente “comicità” di Bohumil Hrabal: si leggano Treni strettamente sorvegliati, La tonsura, Ho servito il re d’Inghilterra (edizioni e/o), Inserzione per una casa in cui non voglio più abitare, Una solitudine troppo rumorosa (Einaudi), Vuol vedere Praga d’oro? (Guanda). E, di Jiři Fried, Hobby (Einaudi).
Si prosegua con le fatali donne di Frank Wedekind (Lulu, oppure Mine-Haha ovvero Dell’educazione fisica delle fanciulle, Adelphi); con gli scavi nell’inconscio di Arthur Schnitzler (Il ritorno di Casanova, Fuga nelle tenebre, Doppio sogno, Gioco all’alba, La signorina Else, Adelphi); col grande Joseph Roth (La Cripta dei Cappuccini, Fuga senza fine, La milleduesima notte, La Marcia di Radetzky, Giobbe, Il profeta muto, La leggenda del santo bevitore, La tela di ragno, Tarabas, Il mercante di coralli); con l’elegante e avventuroso Alexander Lernet-Holenia (Lo stendardo, Il barone Bagge, Marte in Ariete, Il conte di Saint-Germain, La resurrezione di Maltravers); fino al cupissimo Thomas Bernard (Perturbamento).
La letteratura tedesca, col suo romanticismo, col suo misticismo e le sue costanti inquietudini, è un incontro da non fallire. Da Georg Büchner (Lenz, Woyzeck) a Thomas Mann (La montagna incantata, Doctor Faustus, La morte a Venezia); da Heinrich Mann (L’angelo azzurro) a Hermann Hesse (Il giuoco delle perle di vetro, Il lupo della steppa, Narciso e Boccadoro, Pellegrinaggio in Oriente, editi prevalentemente da Arnoldo Mondadori). E si pervenga infine alle riflessioni sconfortate di Niente resurrezioni, per favore di Fred Uhlman e agli spettraliSentieri nel ghiaccio (Guanda) del regista Werner Herzog, entrambi pubblicati da Guanda.
La Svizzera è molto meno rasserenante di quanto si pensi, almeno in alcuni suoi scrittori. A iniziare con Cristallo di Rocca (Adelphi) di Adalbert Stifter, solo apparentemente innocuo. Anche leggere un libro di Robert Walser (Jakob von Gunten, Storie, Vita di poeta, La passeggiata, I temi di Fritz Kocher, La rosa, I fratelli Tanner, editi da Adelphi) significa immergersi in atmosfere stralunate. In che mondo siamo? Leggiadro e gentile, o allucinato e schizofrenico?
Un altro scrittore svizzero, ma di diverso genere, è Friedrich Dürrenmatt. Nelle sue opere la denuncia della violenza e delle storture operanti nel mondo è ben più diretta: Giustizia, La valle del caos, La promessa, Il giudice e il suo boia, Il sospetto (Feltrinelli).
Un maestro indiscutibile è l’argentino Jorge Luis Borges (L’Aleph, Finzioni, Storia universale dell’infamia, Manuale di zoologia fantastica).
Fondamentale il “teatro dell’assurdo” di Samuel Beckett e Eugène Ionesco.
Maledetto è Louis-Ferdinand Céline e le sue opere come Viaggio al termine della notte e Morte a credito. Fa il paio con Céline Jean Genet, soprattutto con Querelle di Brest. Sempre francese, non sgradevole come gli altri due, apparentemente grazioso, eppure inquietante, è il Jean Giraudoux di Susanna e il Pacifico (Sellerio). Non possono mancare Lo straniero (da leggere assolutamente) e La peste di Albert Camus.
La letteratura americana certo non ha lo spessore culturale di quella europea, ma ciononostante, o forse proprio grazie a questo, è in grado di creare atmosfere in cui la luce non è più quella solare, bensì artificiale, al neon, in un contesto metropolitano di freddezza e disperata solitudine. Ecco Paul Auster, con La musica del caso (Guanda), La trilogia di New York (Città di vetro, Fantasmi, La stanza chiusa) e Mr Vertigo (Einaudi), e Hubert Selby jr. con Il canto della neve silenziosa (Feltrinelli).
Di Herman Melville, più inquietanti di Moby Dick sono Bartleby lo scrivano e Benito Cereno. Delle derive esistenziali di Joseph Conrad, da leggere, oltre Cuore di tenebra: La follia di Almayer, Il reietto delle isole, Vittoria, Tifone, La linea d’ombra.
Andando ancora a ritroso, al XIX secolo, i narratori russi sono unici nello scavare all’interno della psiche umana e nei dilemmi morali: da Fedor Dostoevskij ad Anton Cechov.
Il decadentismo è una gran fonte di perversi brividi di piacere: da Ritratti immaginari di Walter Pater a Controcorrente di Joris-Karl Huysmans, da Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde a I fiori del male di Charles Baudelaire e alle altre raccolte poetiche di Arthur Rimbaud e Paul Verlaine. E il nostro Giovanni Pascoli è molto più inquietante di quanto si possa immaginare…
Nella letteratura nostrana, comunque, le verità più profonde provengono da Giacomo Leopardi, coi Canti e le straordinarie Operette morali. Nel Novecento, svelano l’inganno della società e delle apparenze Italo Svevo (oltre ai romanzi, da leggere assolutamente i racconti) e Luigi Pirandello. Ci si riappropri anche dei grandi Kaputt e La pelle (A. Mondadori) di Curzio Malaparte, e di Luigi Santucci. Tappa obbligata Eugenio Montale coi suoi Ossi di seppia, Le occasioni, La bufera e altro. Da leggere pure Il male oscuro di Giuseppe Berto, Il deserto dei Tartari, ivari volumi di raccontidi Dino Buzzatie Le città invisibili di Italo Calvino. Più recentemente, risultano interessanti Pier Vittorio Tondelli, Aldo Busi, La troga (Adelphi) e Il punto di vista del mostro (A. Mondadori) di Giampaolo Rugarli e Oceano mare e Castelli di rabbia (Feltrinelli) di Alessandro Baricco.
E la letteratura femminile? Scavando, qualcosa si trova pure, oltre che in Marguerite Yourcenar (Il colpo di grazia, L’opera al nero, entrambi per i tipi Feltrinelli), in Jean Rhys (Il grande mare dei Sargassi, Adelphi) e in Leonora Carrington (Giù in fondo, sempre Adelphi).
Letteratura fantastica e horror
Perché tale genere letterario?
Perché, negli interstizi e negli incroci obbligati, si insinuano frequentemente disvelamenti rivelatori e inquietanti. Nel fantastico agisce l’inconscio: quando perdiamo il controllo razionale possiamo esprimere ciò che non riusciamo ad ammettere e portare alla luce coscientemente. Del resto, “mostro” non significa altro “che mostra”. Cosa? La realtà più assoluta ed estrema vista con gli occhi lucidi dell’immaginario.
Classici sono, in ordine cronologico, Frankenstein ovvero il moderno Prometeo di Mary Shelley, i racconti di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann e di Edgar Allan Poe, Dracula di Bram Stoker.
Lo statunitense Howard P. Lovecraft delinea nei suoi racconti l’oscura ma costante e minacciosa presenza di malvagità aliene presso la nostra “normalità” quotidiana.
In area mitteleuropea si collocano Gustav Meyrink, con Il golem, Il cardinale Napellus e La morte viola, e Alfred Kubin, con lo straordinario L’altra parte (Adelphi).
I racconti di Herbert George Wells sono ancora in grado di “regalare” incubi inattesi. Notevole è anche La piramide di fuoco (A. Mondadori) di Arthur Machen. Apocalittico e visionario La nube purpurea (Adelphi) di Matthew Phipps Shiel.
Il tetro 1984 (A. Mondadori) di George Orwell rappresenta la distopia per eccellenza. Troviamo altre tremende profezie sul futuro della società tecnologica in James G. Ballard (Crash, L’isola di cemento, Foresta di cristallo, ecc.).
Di una letteratura solo apparentemente “di genere”, ma in realtà sofisticata, fanno parte il sottilmente simbolico Il monte analogo (Adelphi) di René Daumal, il metafisico e mistico Solaris (A. Mondadori) di Stanislaw Lem, l’apologo esistenziale L’invenzione di Morel (Bompiani) di Adolfo Bioy Casares, il delicato Mattatoio n. 5 (A. Mondadori) di Kurt Vonnegut jr.
Tra gli italiani, segnalo Animanera (Baldini & Castoldi) di Daniele Brolli e Magia rossa (Feltrinelli) di Gianfranco Manfredi.
Opere filosofiche
Buoni punti di partenza sono i Frammenti di Eraclito, le Massime e aforismi (Newton Compton) e la Lettera sulla felicità (Stampa Alternativa) di Epicuro e il De rerum natura di Lucrezio.
Dove collocare il “divin marchese” Donatien-Alphonse-François de Sade: tra i filosofi o tra i letterati? Si legga comunque qualcosa delle sue opere, soprattutto alcune riflessioni.
Il XIX secolo è l’epoca di Arthur Schopenhauer (Il mondo come volontà e come rappresentazione, ecc.) e delle già citate Operette morali del nostro Leopardi, cui seguiranno Max Stirner (L’Unico e la sua proprietà), ma soprattutto Friedrich Nietzsche (Così parlò Zarathustra, Al di là del bene e del male, L’Anticristo, Maledizione del Cristianesimo, Crepuscolo degli idoli, ecc.). Pungenti e dissacratori gli Aforismi di Oscar Wilde.
Il maestro che, nel Novecento, ha denunciato l’orrore della creazione è Emil M. Cioran. È questi il maggiore ispiratore della presente opera attraverso vari suoi scritti (Il funesto demiurgo, Squartamento, Al culmine della disperazione, La tentazione di esistere, ecc.), editi dalla sempre benemerita Adelphi. Sul pensatore rumeno ha scritto con efficacia Fernando Savater (Un angelo sterminatore, Frassinelli).
Manlio Sgalambro è il “Cioran italiano”: si leggano Trattato dell’empietà e La morte del sole (Adelphi). E si prosegua col Breviario del caos di Albert Caraco (ancora Adelphi).
Critiche “da destra” alla bruttezza e al gretto materialismo del mondo contemporaneo provengono da Il regno della quantità e il segno dei tempi (Adelphi) e La crisi del mondo moderno (Mediterranee) di René Guénon, e dall’imperdibile Rivolta contro il mondo moderno (Mediterranee) di Julius Evola. In quest’ambito la figura di Yukio Mishima è affascinante: suo è La via del samurai (Bompiani).
Recenti Il tao della fisica (Adelphi) di Fritjop Capra, Il concetto di Dio dopo Auschwitz (Il Melangolo) di Hans Jonas, la Storia dell’ateismo (Editori Riuniti) di Georges Minois.
E, per una vita più “libera” e meno bigotta: Breviario del libertino. Aforismi, paradossi e riflessioni scandalose dai più famosi romanzi erotici del Settecento francese (Editori Riuniti), a cura di Riccardo Reim, ed Elogio del libertino (Newton Compton) di Franco Cuomo.
Una citazione al giorno per i 366 giorni dell’anno costituisce l’impianto del Breviario del pessimista (Rubbettino) di Gianfranco Morra.
Liberatoria nei confronti del bigottismo e dell’idiozia “di sinistra” è La cultura del piagnisteo. La saga del politicamente corretto (Adelphi) di Robert Hughes. Un’alta visione, laica, civile e “ragionevole”, è quella espressa da Franco Buffoni in Più luce, padre. Dialogo su Dio, la guerra e l’omosessualità (luca sossella editore).
Opere su religioni e “misteri”
Centrale è La gnosi. Il volto oscuro della Storia (A. Mondadori) di Gian Carlo Benelli.
Sul fenomeno religioso Mircea Eliade ha scritto Storia delle credenze e delle idee religiose (Sansoni).
Tornando a una “coppia” precedentemente citata, di René Guénon si consiglia la lettura de Il re del mondo e La Grande Triade (Adelphi), di Julius Evola Metafisica del sesso, Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo, Mefistofele e l’androgine, Il mistero del Graal (Mediterranee).
Originali e divertenti Il mattino dei maghi (A. Mondadori) di Louis Pauwels e Jacques Bergier e l’Almanacco universale delle cose più strane e misteriose (sempre A. Mondadori).
Affascinante il misticismo di Georges Gurdijeff: Incontri con uomini straordinari (Bompiani), Vedute sul mondo reale (L’Ottava). Interessante La rasatura del prato e la costruzione di sé (L’Ottava) di Fritz Peters.
Per cogliere le “geometrie” del mondo: L’uomo e i suoi simboli (Cortina) di Carl Gustav Jung; Il gioco. Le leggi naturali che regolano il caso (Adelphi) di Manfred Eigen e Ruthild Winkler; Il libro dei Paradossi (Longanesi) di Nicholas Falletta; Il libro dei labirinti (Frassinelli) di Paolo Santarcangeli.
Rino Tripodi
(estratto da Da non leggere, da non vedere, da non ascoltare. Per un viaggio oltre il limite estremo: biblio-icono-disco-filmografia sragionata e arrischiata, in Rino Tripodi, Decomposizione di Dio. Un racconto e cento apologhi gnostici tra Kafka e Cioran, Bologna, inEdition/Collane di LucidaMente, 2008; anche in versione ebook, presso Amazon, a soli € 1,70)
(LucidaMente, anno VI, n. 67, luglio 2011)
Caro Tripodi, concordo perfettamente con la sua lista, alla quale semmai aggiungerei qualche altro titolo, senza togliere nulla. Un saluto.
Carissimo Leoni, ogni “gionta” e chiosa proveniente da uno scrittore come lei è graditissima. Inserisca pure.
E, se desidera, dia un’occhiata all’altra mia lista di film “maledetti” in https://www.lucidamente.com/wordpress/?p=953.