L’economista Nino Galloni, in occasione della ventesima edizione delle “Vacances de l’Esprit”, ripercorrerà le tappe storiche del capitalismo, chiarendone limiti e rischi e ipotizzando scenari futuri
Le Vacances de l’Esprit sono le migliori interpreti del bisogno e del piacere di coniugare tempo libero e cultura, riposo ed esercizio della mente. Un’esigenza che l’incontaminato paesaggio della Val di Rabbi (Trento) contribuisce a soddisfare pienamente. Quest’estate i turisti più “alternativi” che seguiranno la rassegna, giunta alla ventesima edizione e promossa da Asia (Associazione spazio interiore e ambiente) di Bologna [vedi anche La scienza (non) va in ferie], da sabato 19 a sabato 26 luglio potranno ripercorrere la storia del capitalismo, raccontata e spiegata dall’economista Nino Galloni.
Un tema che ha segnato, nel bene e nel male, la vita e il corso degli eventi di Stati e persone. Ecco come esso viene introdotto dal noto saggista e docente universitario Galloni: «È opinione condivisa che il sistema capitalistico non vada bene, a causa di un’eccessiva ingerenza della finanza sull’economia reale, troppa disoccupazione, poca speranza per i giovani, una spesa pubblica che non dà risultati in termini di efficacia ed efficienza dei servizi proporzionati all’impegno in termini di tasse per i cittadini. In questo seminario ci interrogheremo su come siamo arrivati a questa situazione e perché». Una spiegazione possibile si trova solo andando a ritroso nel tempo, al lontano, ma fondamentale, anno 1944, con gli accordi di Bretton Woods, che per la prima volta nella storia definirono regole e procedure per controllare le strategie monetarie e i mercati internazionali.
Settant’anni di logiche politiche ed economiche senza soluzione di continuità: un’eccezione, in un mondo che si evolve sotto il segno della metamorfosi e del rovesciamento dei paradigmi dominanti, o una colpevole perversione? È doveroso allora chiedersi, con il professore, che cosa non abbia funzionato o, almeno, che cosa sia andato storto da un certo punto in poi. Galloni, stretto collaboratore dell’economista Federico Caffè, uno tra i principali divulgatori della dottrina di John Maynard Keynes in Italia, toccherà anche gli altri punti salienti dell’ascesa e della persistenza del modello capitalistico.
Come il G7 di Tokyo del 1979, che segna il superamento degli accordi di Bretton Woods e inaugura una prima fase, solitamente riconosciuta come una forma sostenibile e “morbida” di capitalismo. La svolta arriva poi nel 1992, anno in cui si registrano alti tassi di interesse, la rivincita dei proprietari di capitali e delle idee conservatrici che impediscono di rinnovare le politiche di bilancio keynesiane. Il terzo momento, con il tracollo della Borsa nel 2001, segna l’inizio della crisi attuale, nel corso della quale la ricerca di valorizzazione dei titoli finanziari determina effetti pesantemente negativi sull’economia e sull’occupazione. La situazione che stiamo vivendo è dovuta, invece, al perseguimento di un obiettivo definito addirittura «ultrafinanziario», con il rischio che nessun taglio della spesa pubblica e nessuna privatizzazione dei beni collettivi possano portare al risanamento dei bilanci e a una ripresa economica.
Eppure le buone notizie, secondo Galloni, sono rappresentate dalla possibilità di «tornare a un capitalismo sostenibile, cioè a un “Keynes rivisitato” o a modelli di tipo non capitalistico». Ma come e, soprattutto, quando? Per ora sappiamo che la proposta di una decrescita felice, la scommessa per un rallentamento non traumatico nella produzione e fruizione dei beni, ha già trovato un valido alleato nella semplice e disarmante bellezza naturale che accoglierà le Vacances de l’Esprit e i suoi partecipanti.
Le immagini: una foto dell’economista Nino Galloni e una panoramica della Val di Rabbi, dove si svolgerà la rassegna.
Antonella Colella
(LucidaMente, anno IX, n. 103, luglio 2014)