Icona del tennis e di eleganza dagli anni Cinquanta agli anni Settanta del secolo scorso. Numero uno a livello nazionale per ben 27 volte. La sua vittoria contro il cancro
Il 4 ottobre scorso, a 89 anni, si è spenta a Milano Lea Pericoli. Se ne va così una campionessa del tennis italiano ma anche una giornalista, una conduttrice televisiva, una telecronista sportiva. E soprattutto una regina di eleganza e di glamour, peraltro prima testimonial nella lotta contro i tumori e pioniera della minigonna.
L’esordio e le prime vittorie sul campo
Nata a Milano nel 1935, esordisce nel tennis negli anni 1952-53 vincendo il titolo nazionale nella categoria juniores. L’anno successivo, nei campionati nazionali di seconda categoria, conquista il singolare, il doppio femminile e il doppio misto, esordendo altresì – e vincendo il suo primo titolo nel doppio misto – ai campionati assoluti. Da quel momento in poi diviene la più forte tennista italiana e tra le più forti al mondo, cimentandosi non solo nel singolare femminile, ma pure nel doppio e nel doppio misto, con vari compagni.
I successi sportivi della Pericoli proseguono negli anni Sessanta e oltre, sebbene nel 1955, a causa di uno scandalo dovuto al completo indossato in gara (trasgressione della regola del total white in campo e, per di più, con una minigonna), venga persuasa dal padre ad abbandonare l’agonismo per un anno. Nonostante questo, nel 1956 e nel 1957 si conferma campionessa italiana assoluta nel doppio, in coppia con Annalisa Bellani.
I successi continuano lungo i decenni
Degli anni Sessanta, il 1962 è l’anno della sua massima performance con riconoscimenti in tutto il mondo. I suoi successi proseguono nei decenni seguenti facendole totalizzare ben 27 titoli all’attivo nei campionati nazionali nel singolare, nel doppio e nel doppio misto. Non soltanto. Nei tornei del Grande Slam raggiunge ben quattro volte gli ottavi al Roland Garros (nel 1955, nel 1960, nel 1964 e nel 1971) e tre volte sull’erba di Wimbledon (nel 1965, nel 1967 e nel 1970).
Il periodo tra il 1959 e il 1976 è quello del suo record assoluto di “numero 1” nello Stivale; retrocede invece a “numero 2” nel 1960, nel 1961, nel 1962 e nel 1973. Nella sua carriera sportiva vanta in totale 264 presenze in nazionale e 30 in Federation Cup.
Regina anche di glamour
Lea Pericoli diviene presto un’icona anche di stile e di glamour: sono molteplici le fotografie che la ritraggono sui giornali patinati dell’epoca nel suo stile di gioco elegantissimo e rivoluzionario, tanto che il giornalista sportivo Gianni Clerici la soprannomina “La Divina”. Con i suoi abiti bianchi con minigonna, contrapposti a quelli al ginocchio o alle caviglie di moda al tempo, diviene una pioniera dell’emancipazione femminile del tennis. Tutto questo accade dal 1955 in avanti, grazie al contributo del famoso sarto Ted Tinling, che le propone di indossare una sua creazione in occasione del debutto a Wimbledon; la mise è ora esposta al Victoria and Albert Museum.
Il temperamento caparbio della Pericoli si dimostra vincente anche nella vita privata. La donna viene infatti colpita da ben due tumori maligni al seno, ma li sconfigge entrambi. È stata così, per 40 anni, testimonial dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. Queste le sue parole risalenti a undici anni fa: «Come nello sport, anche nella vita è importante partire dalla convinzione di poter superare gli ostacoli, quindi lottare per vincere».
La sua infanzia
Seppur nata a Milano, la Pericoli vive la propria infanzia in Etiopia, precisamente ad Addis Abeba, per ragioni di lavoro del padre Filippo. A seguito dei bombardamenti aerei avvenuti durante la Seconda guerra mondiale – cui la famiglia riesce a scampare – si trasferisce ad Asmara, all’epoca occupata dagli inglesi.
In quel periodo il padre viene fatto prigioniero nel campo di concentramento di Dire Daua, sempre in Etiopia. Liberato in séguito dal negus Hailé Selassié, diviene il direttore dei trasporti d’Etiopia, quindi concessionario di Fiat, Olivetti e Piaggio.
Nel frattempo, Lea conclude i propri studi in un collegio di suore in Kenya, a Nairobi, all’epoca colonia inglese. Rientra in Italia all’età di 17 anni. Ciò che è diventata poi lo conosciamo bene.
Le immagini: Lea Pericoli (pubblico dominio da https://it.wikipedia.org/wiki/Lea_Pericoli) e a uso gratuito da Pexels (autori: Isaac Naph e Pixabay).
Emanuela Susmel
(Pensieri divergenti. Libero blog indipendente e non allineato)