Ma possiamo conoscere i suoi meccanismi e difenderci con un libro come “Sopravvivere al nuovo ordine mondiale” (Byoblu Edizioni) di Michele Dalla Palma
A volte, per mettere un po’ di ordine nella miriade di avvenimenti complessi, di tipo storico, economico, politico, culturale, succedutisi negli anni, occorre un “cantore” che li ricerchi, li organizzi, li colleghi… Tutto questo è ancora più vero se gli eventi sono sempre narrati dal Potere nell’ambito del Sistema dominante e con modalità unilaterali, faziose, incomplete, o proprio falsificate.
Riacquistare il pensiero critico
A compiere la preziosa opera di formulare una sorta di minienciclopedia degli sconvolgenti avvenimenti che ci hanno condotto all’attuale situazione planetaria di totale sottomissione globale (e globalista) alla dittatura finanziaria, nonché capitalista neoliberista, con la ricchezza in mano di pochissimi, è Michele Dalla Palma. Il quale è al suo primo libro di questo genere, visto che finora è stato soprattutto fotografo, esploratore e instancabile viaggiatore, con relative pubblicazioni.
Il titolo di questa sua nuova, quanto insolita fatica di polemista, è Sopravvivere al nuovo ordine mondiale. Note e Appunti sul tramonto dell’Occidente per chi non crede alle verità della dittatura finanziaria (Byoblu Edizioni, pp. 384, € 22,00). Tra l’altro, un libro ben scritto – una rarità nei tempi odierni.
Appunto, come sopravvivere in un mondo non solo dominato dai potenti, ma anche indirizzato univocamente dai servili media mainstream? In primo luogo – afferma l’autore – recuperando il pensiero critico. Ovvero, quello che un tempo era il primo insegnamento della scuola: pensare. E che oggi non lo è più, perché anche istruzione e educazione pubblica sono schiave delle direttive del Sistema dominante. Nelle scuole di pochi anni fa non erano tanto prevalenti i contenuti e le ideologie, che pur trasparivano dai docenti (che peraltro erano di tutti i colori politici e partitici e non sottomessi al pensiero unico come oggi), quanto la capacità di ragionare liberamente, ponendosi domande, non accettando sic et simpliciter le informazioni, le nozioni e le verità trasmesse, anche sui libri di testo.
Chiarisce ulteriormente Dalla Palma: «La voglia di capire, di andare a scavare sotto il livello dell’apparenza, senza preconcetti e senza mai nessuna “etichetta” o tessera di partito».
Recuperare l’antica saggezza
Tuttavia, non dobbiamo ricominciare da zero. Nonostante il Potere dominante faccia di tutto per rimbecillirci – e pare che coi giovani ci stia perfettamente riuscendo – abbiamo, soprattutto in Occidente, un’enorme eredità di pensatori, intellettuali e scrittori, che, con la loro saggezza e lungimiranza, hanno svelato i meccanismi sui quali si regge ogni Sistema. Dalla Palma infarcisce il proprio scritto di citazioni, molte delle quali già notissime, ma che è essenziale recuperare prima che la marea dell’ignoranza e la cancel culture le facciano sparire per sempre. Si tratta di semplici strumenti per riflettere e quindi essere liberi.
Dal Cui prodest? di Cicerone al Panem et circenses di Giovenale. Dal Divide et impera a Voltaire («La politica è il mezzo attraverso il quale persone senza morale comandano su persone senza memoria»). Da Edmund Burke («L’umanità è una mandria di esseri che devono essere governati con la frode, l’inganno, e con lo spettacolo») a Gustave Le Bon («Le masse non hanno mai avuto sete di verità. Chi può fornire loro illusioni diviene facilmente il loro comandante; chi tenta di distruggere le loro illusioni è sempre la loro vittima»).
Ancora più recenti sono Vance Packard col suo celebre I persuasori occulti (1957); Charles Bukowski («Il problema è che le persone intelligenti sono piene di dubbi mentre le persone stupide sono piene di sicurezza»); Milan Kundera («Per liquidare i popoli si comincia privandoli della loro memoria. Distruggendo i loro libri, la cultura, la storia. E qualcuno scrive altri libri, vi dà altra cultura, inventa altra storia»).
Gli strumenti di manipolazione del Potere
Tutte le strategie usate dal Potere per sottomettere le masse sono già state esplicitate senza mezzi termini, sebbene con fini certo ben diversi (talora per istituire le dittature, talora per difendersene) e da figure anche molto distanti tra loro. Tra gli altri, Dalla Palma ne cita alcuni. Come Jeremy Bentham e il suo panopticon (vedi pure Il «regime dell’informazione» nell’età postmoderna). O il nazista Joseph Goebbels («Una menzogna ripetuta all’infinito, ripetuta costantemente, diventa la verità»), coi suoi undici princìpi di propaganda e manipolazione delle masse (riportati da Dalla Palma nelle pp. 48-51 del proprio volume). O Joseph Overton, con le sue sei finestre per far pian piano accettare come normale e legale ciò che dapprincipio era impensabile.
Philippe Muray affermava che «La libertà di pensiero è sempre stata una malattia» e ne L’impero del bene denunciava l’inganno del Buonismo, che finge di migliorare il mondo propagandando con intolleranza la condanna di tutte le “-fobie” e imponendo stili di vita “sani”, mentre la vita reale peggiora.
Noam Chomsky fa l’esempio della rana bollita, immersa in un’acqua che si riscalderà a poco a poco, allegoria della capacità di adattamento di popoli al degrado e alle vessazioni, purché questi siano lenti e dosati. Altro che complottisti e complottismo!
Fino ai notissimi – ma, guarda caso, poco letti nelle scuole – romanzi distopici di George Orwell (1984), Aldous Huxley, Ray Bradbury (Fahrenheit 451), che, proprio attraverso l’efficace e coinvolgente forma della narrazione, tracciano in anticipo, e in modo chiarissimo e completo, la realtà che stiamo vivendo e che, ancor peggio, prima di quanto possiamo aspettarci, avverrà.
I fatti e le conseguenze sui poveri cittadini
Ma, allora, una volta forniti gli strumenti per interpretare i meccanismi del Potere, quali sono gli eventi da analizzare con occhi nuovi e necessario spirito critico? L’elenco è infinito e riguarda le trame tessute da più di un secolo, col fine di realizzare la completa acquisizione del dominio globale da parte di un’élite economico-finanziaria a prevalenza statunitense-anglosassone.
Nel capitolo «Fabian Society, tra leggenda e realtà», Dalla Palma analizza questa singolare organizzazione, nata nel 1884, che ha come obiettivo, spacciato per filantropico, di costruire un governo mondiale tecnocratico delle élite basato sul primato della scienza (ma anche sull’eugenetica, sul darwinismo sociale e su un sostanziale razzismo). Di essa hanno fatto e fanno parte moltissimi progressisti cosmopoliti, che, col tempo, sono entrati nei più alti livelli dei governi e delle istituzioni nazionali e internazionali.
Uguale infiltrazione nei gangli del Potere si ha da parte di molti membri della London School of Economics and Political Science, college di Londra fondato nel 1895 da quattro esponenti del fabianesimo. Altro motore di Potere globale è la banca d’affari statunitense Goldman Sachs, per la quale bolle speculative e crisi economiche costituiscono delle splendide opportunità di cambiamento (e di arricchimento)!
Centrale è stata la fine degli accordi di Bretton Woods a seguito della decisione del presidente statunitense Richard Nixon di sospendere la convertibilità del dollaro in oro (1971), dando via alla sottomissione della politica e degli stati sovrani all’oligarchia finanziaria sovranazionale. È cessata la differenziazione tra banche di prestito e banche d’investimento ed è svanito ogni controllo su di esse. Lo Stato sociale, con le sue garanzie per tutti i cittadini, si è dissolto quasi del tutto.
Da quel momento, si sono attuati sempre più la destrutturazione del sistema scolastico e lo scadimento dell’istruzione pubblica, quindi il drammatico proliferare delle persone incapaci di analisi e giudizio, e persino degli analfabeti funzionali; il precariato lavorativo; la privatizzazione della sanità; l’incremento del commercio elettronico; il controllo dei media e la degenerazione dell’informazione e dell’intrattenimento.
«Italia, provincia dell’Impero»
Così s’intitola uno dei capitoli di Sopravvivere al nuovo ordine mondiale. Purtroppo il nostro Paese è stato forse il bersaglio preferito dalle élite dominanti. Il risultato, scrive Dalla Palma, è che «oggi siamo la popolazione più anziana, più imbelle, col più alto numero di ignoranti funzionali […]. E non siamo più neanche simpatici, intristiti e incattiviti da tre decenni di austerità a fondo perduto».
Sebbene la stessa Unità d’Italia sia stata eterodiretta, con lo scopo di non lasciare il dominio del Mediterraneo alla potente flotta borbonica dopo l’apertura del canale di Suez (leggi I burattinai degli eventi storici), dopo la Seconda guerra mondiale la nostra sovranità è fortemente limitata, in primis dagli angloamericani. In tale contesto vanno analizzati innumerevoli fatti della Storia italiana. La strage di Portella della Ginestra (1947), il Piano Marshall, la Nato, le morti di Adriano Olivetti e di Mario Tchou, nonché di Enrico Mattei, che danneggiarono l’informatica e la politica energetica italiana a favore rispettivamente di Ibm e delle compagnie petrolifere estere, l’assassinio di Aldo Moro, le stragi degli “Anni di piombo”, “Mani pulite”, la distruzione delle Partecipazioni statali e la privatizzazione delle nostre migliori aziende, persino di quelle strategiche, l’Unione europea coi suoi trattati-capestro e l’euro, l’attacco ai prodotti agroalimentari e gastronomici italiani.
Oggi per chi detiene il Potere non è più centrale investire, produrre, vendere, ma arricchirsi sempre più con strumenti finanziari che garantiscono profitti superiori e per di più teleguidati, persino con speculazioni al ribasso.
La pandemia, l’informazione schiava e i gruppi dominanti
L’accelerazione del Potere globale nelle mani di poche élite ha avuto un’accelerazione impressionante dal 2020. In futuro, se si avranno ancora pensatori e storici liberi, si potrebbe datare la storia dell’umanità con ante e post 2020.
L’epidemia da Sars-Cov-2 ha permesso, soprattutto in Italia (dal 2014 scelto come «paese guida delle campagne vaccinali nel mondo!»), di realizzare un grande esperimento sociale (riuscito) di panico di massa, di sospensione (o annullamento) dei diritti costituzionali fondamentali, di imposizione di un’unica informazione, di disastro economico, di licenziamenti dei lavoratori, di repressione dei dissidenti (leggi pure Autoritarismo pandemico)… Non solo: nel periodo “pandemico” si sono spostate enormi ricchezze dalle piccole e medie imprese, dal turismo, dai ristoranti tradizionali, dal commercio al dettaglio, dai negozi di quartiere, verso le industrie farmaceutiche, i colossi dell’e-commerce, le aziende di consegna del cibo a domicilio e, in generale, verso le multinazionali e il sistema bancario. E, fatto forse ancora più criminale, senza curare i malati e con l’imposizione di un siero sperimentale inefficace e dagli effetti spesso molto dannosi, se non fatali.
E questo è avvenuto con totale dispiegamento dei grandi media sottomessi a una ristretta élite e megafono del Potere, che hanno reso la “Scienza” da disciplina sperimentale e in continuo divenire a nuova divinità tirannica. Inoltre l’informazione ormai non narra i fatti approfondendoli, ma propaga in modo martellante il pensiero unico: continue emergenze (il terrorismo del cambiamento climatico), la cancel culture, astratti diritti umani, il consumismo, l’ideologia gender, il transfemminismo. Il tutto al servizio della Commissione Trilaterale dei Rockfeller, del Gruppo Bilderberg, della Goldman Sachs, del World economic forum di Klaus Schwab, della Bill & Melinda Gates foundation, delle organizzazioni “caritatevoli” di George Soros, dei grandi gruppi speculativi della finanza internazionale, nonché di lobby di ogni genere ammantate di progresso e bontà e, quindi, dell’Onu con le sue diramazioni quali l’Oms (responsabile della dittatura sanitaria prossima ventura).
Un manuale di autodifesa
Ovviamente, l’autore non si limita a riportare i fatti-chiave della nostra epoca (e i loro promotori), ma anche a coordinarli e collegarli in modo che da tante tessere di un puzzle, apparentemente non giustapponibili, emerga un quadro totale chiaro e, ahinoi, molto, molto preoccupante. Inoltre, per la ricchezza e il valore delle citazioni riportate, il libro si configura pure come un eccellente centone.
Ri-appropriatici degli strumenti del pensiero critico, ecco che possiamo affrontare e smascherare le panzane, le mistificazioni, le disinformazioni propinateci da sempre dalle oligarchie finanziarie che si arricchiscono sempre più e oggi vogliono addirittura imporre costumi, stili di vita, alimentazione, modalità sessuali, mentre vengono negati i più elementari diritti sociali (lavoro, sanità, casa, trasporti, sicurezza, ecc.). Pensare, informarci, informare, sono le uniche armi che abbiamo. Consapevolezza e partecipazione popolare.
In conclusione, sebbene, modestamente, Dalla Palma lo definisca un semplice «taccuino d’appunti», Sopravvivere al nuovo ordine mondiale è un libro prezioso, un’autentica arma informativo-argomentativa per difendersi dalle menzogne oggi imperanti e reagire a esse con piena cognizione di causa…
Le immagini: oltre alla copertina del libro di Dalla Palma, sono tratte a uso gratuito da Pixabay.
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XIX, n. 217, gennaio 2024)