Soprattutto in Occidente è stato proprio l’essere umano a eliminare divinità, spiritualità, senso del sacro. Così ci si sente più liberi e migliori. Invece, si è diventati più rozzi e incolti. E la mancanza di dio è il proprio rispecchiamento del nulla
«Gli dèi muoiono… Da qualche parte nello spazio galleggiano cadaveri incredibili… in qualche parte di questo spazio, agonie mostruose si spengono lentamente lungo i secoli e i millenni. […] Gli uomini non sono nati per capriccio o per volontà degli dèi; al contrario, gli dèi devono la loro esistenza alla fede degli uomini» (Jean Ray, Malpertuis, Traduzione di Luca Fassina, Agenzia Alcatraz, Milano 2022, p. 238).
Un Occidente non solo secolarizzato, ma pure desacralizzato e despiritualizzato
Queste le considerazioni del narratore belga all’interno del suo romanzo fantastico-horror più famoso, pubblicato per la prima volta nel 1943, e ritenuto il suo capolavoro (che, peraltro, non ci ha entusiasmato). A prescindere dal giudizio sull’opera, si tratta comunque di un romanzo unico, straniante, perturbante, nel quale l’autore ha il merito di mescolare originalmente miti classici, horror gotico e quotidianità borghese della provincia fiamminga, intrecciati oniricamente come in un incubo.
Tuttavia, per il nostro ragionamento, a noi interessano le poche righe citate all’inizio, che sembrano ben attagliarsi all’odierno Occidente. Questo è ormai laicizzato (il che è un bene, pensando ai fanatismi religiosi del passato e al mescolarsi di potere civile e chiese) e secolarizzato (il potere predominante è quello politico o, meglio, economico, e la società non accetta più supinamente dogmi religiosi).
Come abbiamo scritto altrove [La risposta (giusta ma improponibile) dell’ateismo], un mondo interamente ateo sarebbe forse migliore. Ma ciò potrebbe essere vero solo se esso fosse sostanziato di un’etica e di una spiritualità forti e superiori a quelle attuali. Invece oggi la civiltà occidentale è completamente desacralizzata e despiritualizzata. Ossia, al di là delle pratiche religiose, talvolta formali o ipocrite e bigotte, si è perso ogni senso del sacro (la Natura e i suoi cicli, il rispetto per la donna e i bambini, la famiglia, il mistero del sesso, il pudore, e, pertanto, ogni tabù e ogni proibizione assoluta). Tabù che non sono da considerarsi semplici superstizioni repressive, ma spesso sanciscono preziosamente gli ineludibili confini etici di una popolazione, da non varcare assolutamente. Ad esempio, l’omicidio, l’infanticidio, l’incesto, la pedofilia…
Sono gli uomini a creare gli dèi a propria immagine e somiglianza
Oggi, invece, si deride, addirittura, ciò che spiritualizza l’umanità, la sua innata tendenza al bello, al vero, al giusto, al buono, al puro, all’onore, alla dignità, al rispetto della parola e degli impegni assunti, a ciò che trascende la materia (l’arte, la musica, la poesia, la danza, la bellezza…).
È un fenomeno che, nei suoi aspetti estremi, non riguarda tutto il pianeta, ma solo l’Occidente. Certo, non sono da ammirare modelli culturali fondati sul fanatismo religioso, l’intolleranza, l’ignoranza. Tuttavia, valori sacri e spirituali perdurano ancora pure in nazioni, come Giappone e Cina, dove non vigono pratiche fanatiche e, anzi, predominano un certo disincanto e un certo materialismo.
Tornando alla citazione di Ray, non sono gli dèi (dio) ad aver abbandonato l’umanità (occidentale), ma l’umanità (occidentale) ad aver abbandonato gli dèi (dio). Infatti, si dice che sono gli uomini a creare gli dèi a propria immagine e somiglianza, e non (forse) viceversa. Tant’è vero che sarebbero inconcepibili tutte le divinità (e profeti e santi, ecc.) se fossero collocate fuori dal contesto geografico e culturale delle civiltà che le hanno generate.
Le divinità come specchio di una civiltà
Buddha incarna l’Oriente e la sua spiritualità mistica. Le religioni “primitive” lo stretto rapporto (di rispetto) con la Natura. Giove e Venere rispecchiano la civiltà classica, il suo gusto per la vita, il piacere e l’umanità. Il terribile Jahvè riverbera l’animo ebraico. Il nuovo messaggio umanitario e caritatevole di Gesù Cristo si espande in un Impero romano in piena crisi spirituale, in cerca di un nuovo messaggio di salvezza. Allah non poteva che nascere nel deserto, tra popoli guerrieri. Il calvinismo nelle fredde e spietate società del Nord Europa che si avviavano al capitalismo e al culto del denaro.
Insomma, le divinità non sono interscambiabili, ma sono la trasposizione e il rispecchiamento simbolico-religiosi di una ben delineata civiltà. E, allora, quanto vale la nostra civiltà occidentale senza dèi, né spiritualità? Se, come abbiamo già detto, sono gli uomini a creare gli dèi a propria immagine e somiglianza, e non viceversa, cosa significa un’umanità incapace di “inventarsi” dèi e sacralità? Se ne deve purtroppo dedurre che oggi lo specchio della società occidentale non è più un dio, ma il nulla. E questo non significa forse che tale civiltà è ormai completamente vuota, persa nel materialismo del capitalismo consumista neoliberista, quindi nichilista e annichilita?
Le immagini: a uso gratuito da Pexels (autori: Vladimir Gladkov; Yash Mishra; Athena).
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XIX, n. 220, aprile 2024)