Il primo album (“From the other Hemisphere”) del musicista emiliano, autoprodotto dallo stesso compositore, percorre le vie dell’interiorità e dell’anima
Di Deut (alias di Giuseppe Vitale) avevamo già parlato su LucidaMente nel 2019, in occasione del suo ep d’esordio autoprodotto A running start (leggi qui). Oggi, 3 febbraio 2023, è in uscita il primo album del cantautore emiliano, ancora autoprodotto. In esso i brani dell’ep raddoppiano e da cinque diventano dieci (sempre rigorosamente in lingua inglese). Il singolare titolo del nuovo lavoro è From the other Hemisphere.
Ma cos’è l’altro emisfero? È quella parte del cervello, della nostra mente, della nostra anima, che ci permette la meditazione spirituale e il contatto con l’inconscio. Attraverso composizioni volutamente semplici e accattivanti, melodie dolci e malinconiche (ma talvolta scanzonate), dall’impronta basilare cantautorale e folk, con un connubio acustico-sintetico, Deut ci parla del proprio mondo interiore, in una sorta di diario musicale. Un quaderno che si dipana attraverso la dimensione del sogno, dell’intimità, delle emozioni, del lavoro, delle ansie del futuro e della morte ineluttabile. Sullo sfondo, una contemporaneità che produce frustrazioni, ansie, insicurezze per il futuro. Ma illustriamo, traccia per traccia, i contenuti delle dieci composizioni del disco, lasciando talvolta spazio alle stesse esposizioni dell’autore. Il primo brano, Cherry On Top, è «un romantico abbandono alla consapevolezza di aver qualcuno in ascolto, sentire forte la necessità di essere compresi e completarsi in questa ricchezza». Al centro di As A Patient vi è la mancanza di una persona scomparsa. Nuded Naked Stripped chiede che gli occhi siano nudi e ci si riveli in piena luce.
«Seguire la grande parata, la farsa sociale del lavoratore modello per poi ritrovarsi a piedi senza un futuro. Obbedire, curare e credere ad affari non propri, una collettività tossica che ci rende vittime di un sistema lavorativo sbagliato alle fondamenta», questa la forte denuncia di He Gets Fired. In And I Rise si afferma che occorre «sollevarsi dopo essere ricaduti nell’ennesima dipendenza, farsi forza con tutto il dolore del passato ormai asciutto e con la compagnia di chi è rimasto indietro come te e comunque continua la sua esistenza in lotta». In Replace The Sun «un sogno, in cui con un volo surreale si sostituisce il sole, l’unico e primo dio, diventa, nell’inconscio, una probabile metafora dei figli e del futuro».
«Quando la paura del fallimento totale si palesa, è tutto più vivo, si respira con più intensità, si sentono emozioni e sensazioni trascurate da tempo e si è pronti a mollare tutto, anche se stessi, per poter ricominciare a rimodellare la propria vita»: questo è il messaggio di When I Breath The Most, settima traccia del disco. In Bloom, si sboccia davvero solo se ci si libera da falsi bisogni e costrizioni. Push My Fingers Into Your Eyes è «un’iperbole immaginaria delle violenze che si è capaci di compiere quando si litiga». Se il nostro sguardo cade su una foto ci si accorge di come il flusso della vita sia continuo, e con una sola, obbligata, destinazione finale (Sweet Till You Die). Infine, ricordiamo che in Rete è disponibile il videoclip di And I rise e che in alcuni brani il disco di Deut è impreziosito dal contributo di tre musicisti: Emiliano Bagnato (chitarre elettriche), Sofia Bianchi (contrabbasso) e Alessandro Messina (basso e chitarre spaziali). Buon, emozionante, ascolto.
Emilio Lonardo
(LucidaMente 3000, anno XVIII, n. 206, febbraio 2023)