L’accidioso Belacqua, personaggio dantesco, e il poeta romagnolo: musiche e letture presso la Biblioteca Ruffilli di vicolo Bolognetti
Sembrerebbe che Giovanni Pascoli (San Mauro di Romagna, 1855 – Bologna,1912), uno dei nostri più grandi poeti in assoluto e il maggiore del Decadentismo italiano, quando frequentava l’Università di Bologna (di cui diverrà docente negli ultimi anni della propria vita, dal 1906, subentrando nella cattedra di Giosuè Carducci), fosse soprannominato dai colleghi universitari “Belacqua”. Chi era costui?
Belacqua è un personaggio, probabilmente fiorentino, che Dante Alighieri immagina di incontrare nella sua Divina commedia, più precisamente nel IV canto del Purgatorio. La sua colpa? Si trova nel II ripiano dell’Antipurgatorio, tra i “negligenti” che hanno rimandato il proprio pentimento proprio al punto di morte, e vi dovrà sostare tanto tempo quanto durò la sua vita. Le preghiere favorevoli potranno accorciarne l’attesa, dopodiché inizierà l’espiazione vera e propria. Non sappiamo se Pascoli fosse indolente o neghittoso, ma è un fatto che, nei suoi Scritti danteschi, identifichi nell’accidia il «principio morale unificatore» della Commedia.
Di questo e altro si parlerà a Bologna, venerdì 28 giugno, a partire dalle 18,30, presso la sala di lettura posta al primo piano della Biblioteca multimediale Roberto Ruffilli di vicolo Bolognetti 2. L’evento, che si situa a 101 anni dalla morte del grande poeta, si intitola appunto Belacqua-Pascoli a Bologna e consisterà nella mescolanza di poesia e suoni, con letture di Daniela Bortolotti e musiche originali del Duo alla Quinta (Antonio Laganà, violino; Giuseppe Donnici, viola). Il patrocinio è del Quartiere San Vitale, con la collaborazione del Gelatauro.
(m.d.z.)
(LucidaMente, anno VIII, n. 90, giugno 2013)