Tutte le volte che con i suoi gesti sconfisse tabù e pregiudizi
In occasione del 20° anniversario della morte di una donna controversa, ma certamente fuori dal comune, anche LucidaMente le dedica un ricordo affettuoso.
L’hanno soprannominata “Lady D”, “la principessa triste”; è divenuta una figura iconica, idealizzata, regina di stile, “la più fotografata del mondo” secondo alcuni. Costantemente sotto i riflettori fin dal suo fidanzamento con il principe di Galles, nota tanto per le circostanze della morte e per gli scandali addossatale in vita, quanto per il suo carisma e atteggiamento anticonvenzionale.
Ma prima ancora di tutto questo Diana Spencer era una donna forte, tenace, che sfidò alcuni dei più infrangibili tabù dell’epoca, dal divorziare dal principe Carlo (evento, il divorzio, mai accaduto prima di allora nella famiglia reale), al parlare apertamente dei problemi di depressione e bulimia di cui aveva sofferto in prima persona, fino al farsi fotografare mentre stringe la mano a malati di lebbra e di Aids. Proprio nei confronti del virus Hiv il ruolo della Spencer fu senza dubbio importante nello sconfiggere lo stigma che avvolgeva la malattia negli anni Ottanta/Novanta: il morbo era ancora poco conosciuto, e non si avevano ancora le idee chiare sulle modalità di contagio, perciò i malati di Aids erano considerati i “nuovi lebbrosi”, inavvicinabili, intoccabili, emarginati.
Il gesto di stringere la mano a un paziente – senza guanti – fu un atto di portata rivoluzionaria molto più ampia di quanto si possa oggi immaginare: sfidò la credenza ancora diffusa che la malattia si diffondesse con il semplice tocco, cambiando così la visione che si aveva del virus, e il modo di accostarsi alle persone che ne erano infette (vedi anche How Princess Diana changed attidudes to Aids).
Lo stesso modus operandi era mantenuto dalla Lady nel corso di tutti i suoi numerosi impegni umanitari: con i malati di lebbra, di cancro, con i mutilati dalle mine antiuomo in Bosnia, con i senzatetto di Londra; e ancora, a Calcutta, dove conobbe Madre Teresa, come in Sudafrica, quando incontrò Nelson Mandela. Ha inoltre parlato spesso di disordini alimentari, ponendo l’accento sul fatto che chi ne soffre ha in sé problemi ben maggiori che la semplice vanità, come un’errata visione dei disturbi poteva far supporre (guarda anche 9 motivi per cui la Principessa Diana era molto più di una semplice icona di stile)
Concentrò insomma l’attenzione del mondo su temi allora di scottante attualità, seppe sfruttare l’ondata mediatica nei suoi confronti trasmettendo un messaggio potente di comprensione e di compassione, così come di conoscenza del diverso, dell’inusuale; conoscenza che, in quanto tale, risulta un antidoto efficace a paura, pregiudizi e ignoranza.
Sara Spimpolo
(LucidaMente, anno XII, n. 141, settembre 2017)