L’ampia produzione poetica di Massimiliano Rossi ha un carattere di densità, di intento alto, “filosofico”, “morale”, con esiti stilistico-formali a volte maestosi come cattedrali, altre volte aforistici, satirici o epigrammatici e lapidari. Spesso i versi sono connotati da un susseguirsi di metafore sempre più tumultuose e palpitanti, contaminate da un senso di morte e apocalisse trionfanti, quasi di origine medievale. Incognito è la sua prima raccolta poetica, in preparazione presso la inEdition editrice (collana Le costellazioni sonore).
Tra le tematiche della silloge troviamo spesso la gioia vitalistica, di sapore quasi nietzschiano e una sessualità maudit. Ne sono esemplificazioni i due seguenti componimenti.
Fuoco
Vivo nel fuoco.
Gli occhi sanguigni
illuminano,
il corpo fiammeggiante
scalda.
Di ossigeno vivo
ma non più essere vivente
sono.
Nel fuoco risiedo
e con fierezza
zampillo.
FUOCO DIVENGO.
Adulami e credimi,
danzami intorno
e chiedimi.
Dall’antica ed ardente saggezza
della conoscenza t’impadronirai.
Sentimento ucciso
La osservo giocherellare
nella stanza dell’amore,
la vedo dondolare
priva di ritegno.
Sguardo accattivante,
ammaliante,
sguardo assassino.
E’ tardi,
è ora di assopirsi, bambino,
l’atroce delitto
sta giungendo al compimento.
Occhi smarriti
contemplano l’attimo maldestro,
inconsapevoli del futuro sgomento.
Si avvicina,
l’amante,
con maestria si avvicina,
è l’ora dell’amore?
Il momento è fugace,
acuisce la passione.
Apparenza, inganno, tragedia.
Il sesso padroneggia,
l’amore trapassa,
l’istinto sotterra.
Come uno schiavo umiliato,
mi accingo a prestargli servizio,
trasformandomi complice
dell’umano assassinio.
(da Massimiliano Rossi, Incognito, Prefazione di Luca Viglialoro, inEdition editrice/Collane di LucidaMente)
L’immagine: particolare di The Fall of Satan (Plate 16) da Illustrations of “The Book of Job” (1823-26) di William Blake (Londra, 1757-1827).
Eva Brugnettini
(LucidaMente, anno III, n. 29, maggio 2008)