Esiste un piano di riforma del mercato ben preciso elaborato da Guillermo Sullings, lo studioso argentino che, con il libro “Oltre il capitalismo. Economia Mista” (Multimage), prova a indicare una seria via d’uscita dal liberismo sfrenato
Scritto nel 2000 in Argentina, il coraggioso libro di Guillermo Sullings Oltre il capitalismo. Economia Mista (Multimage, pp. 240, € 12,00) è stato pubblicato in Italia solo nell’ottobre di quest’anno, grazie all’interessamento e all’attivazione del Partito umanista. L’accento posto sulla difesa e sulla promozione della qualità della vita dell’individuo che opera in sinergia con la comunità non poteva non interessare questo gruppo politico ispirato ai principi di eguaglianza e dignità della persona.
La proposta di riforma del mercato delineata nel saggio, infatti, mette in discussione la validità del capitalismo non solo come unico regime economico possibile per l’attuale società dei consumi, ma anche come sistema capace in sé di generare progresso, giustizia ed equità in una prospettiva globale. Si tratta forse dell’ennesima protesta senza soluzioni, di un pensiero illuminato ma difficilmente applicabile ai nostri giorni? Stavolta, fortunatamente, siamo di fronte a qualcosa di diverso,. Lungi dall’esaurirsi in una pars destruens che demonizza il capitalismo senza scalfirlo o dall’essere una semplice dichiarazione astratta di principi, l’autore prospetta i passi concreti da realizzare per fondare una struttura fiscale nuova, dando particolare rilievo al rinnovamento dei concetti e dei significati di “denaro”, “banca”, “proprietà” e “Stato”.
In teoria, quando un’economia si definisce “mista” si fa riferimento a nazioni nelle quali prevale la finanza privata e il governo si riserva la gestione di alcune aziende statali o, viceversa, ad altre in cui l’amministrazione è centralizzata, ma viene lasciata una certa libertà agli investimenti dei cittadini. Una situazione di compromesso tra pubblico e privato rischia però di non garantire davvero alcuna delle opportunità che ciascuno dei due sistemi prevede. Lo studioso parte proprio dal tentativo di forzare questa opposizione e di uscire dalla sua staticità: l’opera, infatti, descrive un’alternativa economica originale, né capitalista né statalista, in cui iniziativa collettiva e singola convivono, coordinate da un paese che procede grazie alla democrazia diretta e si autogestisce con i cittadini per darsi delle politiche comuni.
La realizzazione di una democrazia partecipativa è vista come una meta imprescindibile per creare un organismo socioeconomico che sappia garantire pari diritti e opportunità per tutti. L’idea ispiratrice fondamentale è che oggi, di fronte all’aggressività del mercato, sia necessario saldare l’interesse generale e quello imprenditoriale in un nuovo apparato in cui lo Stato diventi responsabile delle esigenze dei suoi componenti e della direzione finanziaria, mentre i cittadini si facciano carico del buon funzionamento e della guida del governo. Gli obiettivi irrinunciabili, anche se a lungo termine, dovranno essere il superamento della dittatura dell’economicismo e l’affidamento delle risorse al controllo della sovranità popolare. Si tratta, ovviamente, di scenari istituzionali e sociali purtroppo molto lontani dalla realtà attuale.
La svolta ancora assente, che può rendere verosimile il programma di Sullings, non può che coincidere con una radicale ed epocale “inversione” di mentalità e cultura. Dalla prima rivoluzione industriale in poi la filosofia, la politica e la letteratura, dopo una prima fase di shock e di adattamento, hanno aderito al progresso e allo sviluppo senza freni. Per secoli esse hanno legittimato e diffuso paradigmi di comportamento capitalistico, non solo in campo finanziario. L’archetipo di tali atteggiamenti si manifesta, oltre che nel profitto, nel possesso e nel diritto a esercitarlo. Siamo finalmente pronti a rinunciare a questa pretesa? La storia, che ha pochissimi buoni allievi, e il tempo rimasto a nostra disposizione prima del tracollo, sembrano dirci che il momento è arrivato.
Le immagini: la copertina del libro Oltre il capitalismo. Economia Mista e una foto dell’autore.
Antonella Colella
(LucidaMente, anno IX, n. 107, novembre 2014)