Uscito esattamente un anno fa per le Edizioni La Gru, “Ferenc K.”, esordio narrativo di Simone Di Cola è un inno contro il conformismo e la routine alienante della nostra società
Esordio letterario del giovane Simone Di Cola, classe 1991, di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), il romanzo breve Ferenc K. (Edizioni La Gru, pp. 140, € 15,00), uscito un anno fa, nell’ottobre 2019, descrive le aspirazioni creative di un impiegato aziendale. Il protagonista, il cui bizzarro nome è, appunto, Ferenc K. – un rimando agli enigmatici personaggi di Franz Kafka? – decide di rinunciare a uno stipendio fisso per dedicarsi esclusivamente alla riflessione e alla scrittura.
Lo scontro con i meccanismi della società borghese sarà inevitabile: la parabola di Ferenc K. è quella degli individui dotati di coscienza, dolorosamente divisi fra il mondo delle loro elucubrazioni e le crude esigenze materiali. Pubblicato nel 2019, Ferenc K. è, a detta del suo stesso autore, un «romanzo filosofico», nato dalla volontà di comunicare un’idea. La tesi di base si staglia nitidamente sullo sfondo della vita quotidiana del protagonista: l’abitudine è una «malattia» che sembra aver contagiato la maggior parte della società. O, almeno, così sembra a Ferenc, circondato da colleghi e amici beatamente assuefatti alla loro routine. E proprio Routine si intitola il paragrafo d’apertura del romanzo: quella «sorte maledetta» contro cui il personaggio principale impreca ma alla quale, almeno inizialmente, non può che conformarsi.
La trama asciutta si rivela una piacevole sorpresa: condensando in poco più di cento pagine il dramma del suo «uomo senza Abitudine», l’autore non indulge in quelle «meravigliose descrizioni» che, nella Prefazione, dichiara di aver volutamente omesso. Asciutta quindi, essenziale, ma mai scarna, la narrazione è impreziosita dai numerosi rimandi letterari e filosofici (puntualmente riportati nelle note a piè di pagina, con una scelta certo atipica per un romanzo ma attenta al lettore meno preparato).
Probabilmente molti dei lettori più giovani si identificheranno nelle riflessioni di Ferenc; la sua storia è specchio di una società che ha fagocitato completamente le passioni dei ragazzi e che, come afferma Di Cola, «ha tolto completamente di mezzo l’arte». La prospettiva lucida e disincantata da cui muove il romanzo invoca la ribellione contro la «mercificazione» della cultura: senza lasciare spazio a illusorie fughe bucoliche né dispensare facili soluzioni, Ferenc K. mostra tutta la crudezza del compromesso, la potenza e l’ineluttabilità dei meccanismi sociali che stritolano l’individuo. Questo libro rappresenta un esordio letterario ambizioso, dal quale traspare chiaramente un anelito verso quello che è «il bene dell’umanità». Di questi tempi non è certo scontato.
Le immagini: la copertina di Ferenc K., il primo romanzo di Simone Di Cola.
Edoardo Anziano
(LucidaMente 3000, anno XV, n. 178, ottobre 2020)