Dopo mezzo secolo di assenza dalla Capitale – l’ultima retrospettiva risale al 1956 (Galleria Nazionale d’Arte Moderna) – un omaggio a questo artista rivoluzionario e non convenzionale era doveroso. «Per rileggere l’opera di un pittore fuori dagli schemi – precisa il curatore – liberandola dall’immagine stagnante in cui era costretta». Non è casuale l’inserimento in calendario nel periodo a cavallo tra il 2011 e il 2012, sottolinea l’architetto Galloni: «A 140 anni dalla nascita di Mondrian e a 100 anni dalla sua rinascita».
Cioè quando il maestro rimane “folgorato” dal cubismo e a 40 anni decide di andare a Parigi, “per tornare a essere sconosciuto”: in Olanda era un paesaggista già affermato. Per il pittore di Amesfoort «l’arte era più che la mera riproduzione della realtà. Con la sua pittura voleva raggiungere uno scopo più alto. Era alla ricerca dell’armonia, di un’arte universale».
Sono le parole di Benno Tempel che, in questa retrospettiva, ripercorre il cammino del maestro olandese verso “l’armonia perfetta”, attraverso circa 70 suoi olii e disegni, con più di 40 opere di artisti che hanno contribuito alla sua evoluzione.
Dai primi paesaggi romantici (cascine, case coloniche, canali dipinti a olio, carboncini e pastelli) ai Fari, i Mulini e le Dune della prima decade del ‘900; al progressivo passaggio dal realismo alla realtà “interiore” del simbolismo; alla straordinaria luminosità del pointillisme, ottenuta accostando sulla tela colori complementari a piccole pennellate. Per sfociare nel cubismo (nel 1911), anticamera dell’astrazione totale.
La parabola artistica del maestro olandese – affiancata dalla teosofia, filosofia scientifico-religiosa – inizia nel 1917 con la nascita della rivista e del movimento De Stijl (o neoplasticismo), radicato nella convinzione che l’arte debba riflettere l’ordine dell’universo attraverso elementi semplici come linee, quadrati e colori primari.
La struttura dell’opera d’arte viene ridotta nei suoi elementi (linea colore e piano) fino all’astrazione, attraverso un graduale processo di “sottrazione” soprattutto sui colori, lasciando sempre più spazio al bianco. Quando insegue armonia, ordine e chiarezza, Mondrian crea quell’inconfondibile gioco di linee orizzontali e verticali associate ai colori giallo, rosso e blu; o ai non colori (nero, bianco e grigio). Nella ricerca della composizione ideale. Che è “universale” solo apparentemente, perché le famose Composizioni in giallo, rosso e blu sono talmente personali e originali da diventare dei veri e propri classici. E prendono vita a contatto con la musica che le accompagna, riscaldando anche la grande sala della quadreria del Complesso del Vittoriano.
I passaggi musicali selezionati per la retrospettiva da Claudio Strinati, testimoniano il profondo legame con la musica americana (il jazz e il boogie-woogie) nella maturità di questo artista: viene esplorata anche la sua personalità, comprese le passioni. Soprattutto la musica.
Piet amava l’aspetto ludico, amava ballare, pur essendo il simbolo dell’austerità e del rigore. Ha un’idea mistica dell’arte e la musica ne è la conferma: l’opera d’arte deve dare un senso di benessere, come la musica che l’accompagna. Ma si tratta di un misticismo mentale e non emotivo, un ascetismo ottenuto mediante una graduale liberazione dagli stimoli individuali.
L’esigenza di “scompaginare” e rompere con gli schemi accomuna tutti i momenti di grande crisi, come indubbiamente è anche il nostro. L’evasione in un mondo “virtuale” – sicuramente più perfetto e migliore del reale – non è forse l’unica via di salvezza? La perfezione e l’armonia dell’uno, per compensare l’imperfezione e il disagio dell’altro: un malessere che il maestro olandese aveva individuato perfettamente, rendendolo modernissimo. Uno stato d’animo che sembra anticipare l’era tecnologica.
La retrospettiva è promossa dal Mibac – con Regione Lazio, Comune e Provincia di Roma – e realizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia.
Mostra: Mondrian. l’armonia perfetta
Luogo: Via S. Pietro in Carcere (Fori Imperiali)
Costo del biglietto: € 12,00 intero; € 8,50 ridotto
Orario: dal lunedì al giovedì 9.30 – 19.30; venerdì e sabato 9.30 – 23.30; domenica 9.30 – 20.30. La biglietteria chiude un’ora prima.
Donatella Tentori
(Lucidamente, 13 ottobre 2011)
Un’articolo ben scopiazzato dai press e dai grossi giornali…selezionate le persone che devono scrivere su certi argomenti! Ignobile
La ringrazio per la segnalazione, è molto utile. Rileggendo l’articolo non noto parti copiate per intero, c’è pur sempre una elaborazione. Potrebbe essere così gentile da inviarmi le parole “incriminate”?
Cordialità
sono d’accordo con il SIG FRAVOLINI
L’ARTICOLO E’ VERAMENTE INTERESSANTE SOPRATTUTTO L’ULTIMA PARTE,,,IO HO VISTO QUESTA MOSTRA E DEVO DIRE CHE LO SCRITTO COGLIE ASPETTI CHE SUSCITANO EMOZIONI ED QUELLO CHE DEVONO DARE I QUADRI…
BERARDO
sarebbe interessante che chi fa certe critiche avesse il coraggio di firmarsi con nome e cognome.
anche io ho visto la mostra e mi sembra che l’articolo rispecchi lo spirito e l’essenza di mondrian.
Io sono d’accordo con il sig Carlo, magari avrei usato una veemenza minore ma ho visto l’anteprima della mostra e ho avuto modo di leggere il press…beh chi parla qui berardo o leretta che siano non hanno cognizione…il pezzo è anche interessante ma “come lo è il press”!
Ho apprezzato l’articolo su Mondrian e per curiosità l’ho confrontato con altre recensioni: c’è evidentemente in tutte un nucleo sostanziale che si ripete, d’altronde il soggetto è sempre lo stesso ed, evidentemente, base comune sarà il “press”; ma si sa che il dato informativo va rispettato, prima di essere elaborato.
Ho trovato chiarezza e completezza d’informazione.
La lettura derivata da tutto ciò è uno stimolo: andrò a vedere la mostra appena possibile.
ARTETIVU’LAB
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