Il viaggio di un giovane musicista nel vissuto del suo maestro morto senza aver fatto i conti con la propria coscienza, narrato nel romanzo di Gerardo Pontecorvo “Non si uccide il passato” (Città del Sole Edizioni)
Gerardo Pontecorvo torna a entusiasmare i propri lettori con il romanzo Non si uccide il passato (Città del Sole Edizioni, pp. 184, € 14,00). La trama è costituita da un intreccio di storie parallele nelle quali traspaiono ripetutamente dignità umana e coraggio di vivere.
L’amore incondizionato di Nora, sfuggita più di quarant’anni prima – durante il Fascismo – a un atto di violenza, nei confronti dell’uomo che pagò con la propria vita l’atto coraggioso di salvarla; l’escalation di atti malavitosi compiuti da chi, da ragazzo di strada, è divenuto il boss di una famiglia di spicco della ’ndrangheta calabrese; un direttore d’orchestra che decide di togliersi la vita poiché in essa sono annidati ricordi e pensieri più schiaccianti della propria coscienza; Dario, un giovane musicista a lui legato umanamente e artisticamente, che sospende gli impegni di lavoro per dedicarsi alla ricerca di un passato che si rileverà anche il proprio; Carla, coraggiosa vittima della malavita calabrese, che non si arrende ai ricatti della ’ndrangheta e prosegue la propria lotta scegliendo di non abbandonare la sua amata città.
La voce narrante della storia è quella di Dario, pupillo e prediletto successore di un grande direttore d’orchestra, la cui carriera viene interrotta prima dalla malattia e poi dalla morte. E proprio quando il giovane si illude di aver ritrovato in lui il padre perso anni prima, l’uomo fugge dalla vita: nella lettera che gli lascia, vi è in testamento la sua volontà della ricerca di un passato impossibile da cancellare. Lungo il difficile percorso verso la verità, Dario incontra i personaggi chiave di un intrigo lungo una vita, che appassiona il lettore fino alle ultime pagine del testo.
La storia è ambientata in una Reggio Calabria del passato – fino agli anni Ottanta – ma ancora attuale; è un elogio all’audacia di vivere e al coraggio di non piegarsi sotto il peso di un macigno che appare difficile da schiacciare. Il lettore segue, passo dopo passo, il cammino di un uomo verso scomode verità; l’amarezza e la determinazione di chi preferisce mettere in dubbio un’ambiziosa carriera musicale piuttosto che la propria dignità. Il lettore rimane colpito da un individuo – Dario, appunto – che, pur assistendo attonito a eventi malavitosi che lo coinvolgono anche direttamente, decide di rispettare, a ogni costo, la volontà della donna che ama proprio per il suo coraggio.
Il romanzo di Pontecrovo è una storia di sentimenti contrapposti a brutali eventi di violenza: una narrazione fatta con la lucidità e l’abilità proprie di chi – come l’autore – vive nei luoghi ove la ’ndrangheta è una realtà alla quale non ci si vuole rassegnare.
L’immagine: la copertina di Non si uccide il passato.
Emanuela Susmel
(LM MAGAZINE n. 23, 14 aprile 2012, supplemento a LucidaMente, anno VII, n. 76, aprile 2012)