“The music of strangers. Yo-Yo Ma & The silk road ensemble”, documentario del regista americano Morgan Neville, arriverà in Italia il 24 novembre, prodotto dalla I wonder picture
«La ragione più evidente della musica e della cultura è quella di fornirci un senso». In un mondo così complesso e vasto come il nostro, ogni cosa sembra dividerci. Eppure siamo tutti costantemente impegnati alla ricerca di un significato per le nostre vite. Il documentario The music of strangers. Yo-Yo Ma & The silk road ensemble (vedi trailer) mette sotto i riflettori questa tematica introducendo una proposta: l’arte come strumento per permettere la comprensione globale.
L’autore dell’opera è il regista statunitense Morgan Neville, premio Oscar 2014 per un altro docufilm, 20 Feet from Stardom. The silk road ensemblenasce nel 1998 da un’idea di Yo-Yo Ma, famoso violoncellista alla costante ricerca di nuovi modi di comunicare e di portare il suono tra la gente. Alla base del progetto, un’idea: possono le arti collegare il mondo? Yo-Yo Ma è un musicista cinese, nato a Parigi e naturalizzato americano, Wu Man una suonatrice di pipa cinese, Kinan Azmeh un compositore siriano con la passione per il clarinetto, Keyhan Kalhor un artista iraniano di kamanchen, Cristina Pato una galiziana con l’amore per la cornamusa. The music of strangers, che uscirà in Italia il prossimo 24 novembre 2016 ed è prodotto dalla I wonder picture, è interamente costruito sulle loro vite, a evidenziare tutto ciò che li separa, ma anche tutto ciò che in realtà li unisce. In sottofondo, una melodia sempre presente.
Sono loro l’emblema della complessità del mondo in cui ci troviamo: confini fisici, guerre, divisioni politiche e sociali contrappongono gli uni agli altri, impendendo spesso una comprensione reciproca e una comunicazione stabile. A questo si aggiungono le diverse culture, i differenti stili di vita e le opposte visioni dell’esistenza. Un modo di comportarsi, di pensare, di agire che ci distingue e ci allontana.
I cinque protagonisti sono dei perfetti sconosciuti: cinque stranieri, cinque nazionalità, cinque tradizioni. Eppure sono legati da un’unica passione: la musica. E sono proprio le note che accompagnano tutto lo svolgersi del documentario. Una sorta di filo conduttore che nessuna differenza è in grado di spezzare. Una melodia che permette una comunicazione e una comprensione reciproca, perché in grado di andare oltre ogni distanza, di scavalcare ogni tipo di muro. Un’armonia capace di legare i cuori. «L’arte crea possibilità. Le possibilità creano speranza. Tutti noi abbiamo bisogno di speranza». La musica e l’arte in generale diventano il barlume di fiducia che brilla nel caos di questo mondo.
Il docufilm di Neville pone il suono al centro del discorso sulla ricerca di una nuova forma di scambio culturale e lo identifica come una moderna “via della seta”, in grado di unire tradizioni disparate. Un film coinvolgente ed emozionante, un messaggio e un invito profondo rivolto a ogni spettatore.
Le immagini: la locandina del docufilm e un fotogramma tratto da esso, presente nella gallery del sito www.themusicofstrangers.film.
Alessandra Darchini
(LucidaMente, anno XI, n. 131, novembre 2016)