“L’uomo e tutti gli altri animali vertebrati sono stati costruiti sullo stesso modello generale, passano attraverso gli stessi stadi primitivi di sviluppo e conservano certi caratteri in comune. In conseguenza dobbiamo ammettere francamente la loro comune origine. E’ soltanto il nostro naturale pregiudizio e quella superbia che fece dichiarare ai nostri antenati di essere discendenti da semidei, che ci induce a dubitare di questa conclusione. Ma non è lontano il giorno in cui parrà strano che naturalisti, buoni conoscitori della struttura comparata e dello sviluppo dell’uomo e degli altri mammiferi, abbiano creduto che ciascuno di essi fosse opera di un distinto atto di creazione”.
(Tratto da L’origine dell’uomo, a cura di Franco Paparo, Editori Riuniti, 1966)
Charles Robert Darwin
LA RILETTURA
Charles Robert Darwin (1809-1882) giunse a formulare la sua celebre teoria dell’evoluzione delle specie sulla base di approfondite ricerche sperimentali e non solo facendo ricorso ad intuizioni teoriche.
Egli compì le esperienze cruciali per la sua formazione scientifica quando, poco più che ventenne, s’imbarcò come naturalista di bordo sul brigantino inglese Beagle, viaggiando fra il 1831 e il 1836 in giro per il mondo e raccogliendo una mole di dati sulla flora e la fauna delle terre visitate (molto noti sono gli studi da lui compiuti sugli animali delle isole Galapagos).
La teoria sull’origine dell’uomo – Lo studioso inglese attese il 1859 prima di dare alle stampe la stesura definita del libro destinato a rivoluzionare le scienze naturali: Sull’origine delle specie per selezione naturale, che sortì un enorme successo editoriale (fu tradotto in breve tempo in tutte le maggiori lingue europee). Questo ritardo si spiega soprattutto perché, prima di elaborare una teoria così complessa e irta di difficoltà, Darwin dovette riflettere molto e comparare a lungo i dati ricavati dalle sue osservazioni naturalistiche. Fu la lettura del Saggio sul principio della popolazione di Robert Malthus (che gli chiarì completamente i meccanismi della lotta per la sopravvivenza, dell’adattamento ambientale e della trasmissione dei caratteri) a fornirgli gli spunti decisivi per la stesura della sua grande opera. In seguito, Darwin estese la sua teoria evoluzionista alla specie umana e nel 1871 pubblicò lo scritto L’origine dell’uomo, in cui sostenne che il genere umano proveniva da una lenta evoluzione di varietà animali precedenti, rigettando così la dottrina creazionista. Egli, in verità, non si dichiarò mai apertamente ateo, né polemizzò contro le credenze religiose del suo tempo, lasciando in sospeso il problema dell’esistenza o meno di un “principio primo” creatore del mondo. Ciò che il darwinismo sconfessò, però, fu l’ingenuo fideismo di chi interpretava letteralmente il racconto biblico e s’intestardiva a ritenere che la comparsa dell’uomo nel mondo fosse disgiunta totalmente dalla storia evolutiva degli altri esseri viventi.
L’attacco dei teocon – È ormai ampiamente provato, dagli ultimi studi condotti dai biologi, che noi condividiamo con gli scimpanzè circa il 99%25 del nostro codice genetico (per un’approfondita analisi dell’argomento, rimandiamo alla lettura dell’interessante articolo di Gianfranco Biondi e Olga Rickards L'”Homo sapiens” e il suo fratello scimpanzé, in Micromega, n. 4, 2005). Appare, dunque, risibile il tentativo, portato avanti pervicacemente soprattutto da alcuni intellettuali legati agli ambienti cosiddetti teocon, di contestare la scientificità della teoria darwiniana, al punto da richiederne l’esclusione dai programmi scolastici di base! A onor del vero, alcuni esponenti della Chiesa cattolica hanno recentemente chiarito – senza per altro fornire convincenti argomentazioni – che l’evoluzionismo e il creazionismo non sono tra loro in conflitto e che non è il caso di scatenare “crociate” contro Darwin. Tuttavia, le spinte oscurantiste non si sono affatto sopite e bisogna sempre vigilare affinché le menti più retrive non intacchino la diffusione di una corretta informazione scientifica, soprattutto fra i giovani. Ognuno è libero di credere in ciò che vuole, ma la scienza e la scuola non possono accettare censure pretestuose, oltre modo senza alcun fondamento plausibile.
L’immagine: copertina di una traduzione italiana de L’origine dell’uomo.
Giuseppe Licandro
(LucidaMente, anno I, n. 4, maggio 2006)