Ne “Il flauto rovescio” (Bietti) Marco Cimmino stravolge molti criteri canonici con competenza e ironia
Tra pochi giorni, via al nuovo anno scolastico, con l’incognita sieri obbligatori, green pass, mascherine, corpo insegnante incompleto e non si sa quanto preparato. Il tutto in un’epoca, che sembra inarrestabile, nella quale i giudizi netti e le stroncature sulla qualità di libri, dipinti, musica, sono proibiti, il politicamente corrotto è diventato canone estetico, e nei licei, invece di esaltare la bellezza di ogni forma artistica, prevalgono femminei biografismi e piagnistei che fanno odiare i poeti agli studenti. Pertanto, è apprezzabile che qualche autore, per di più docente di Letteratura, vada controcorrente. È il caso de Il flauto rovescio. Controstoria della letteratura italiana (Bietti, pp. 768, € 18,00) di Marco Cimmino.
Una storia della letteratura sui generis, che parte dall’Ottocento romantico per giungere a Pasolini – e più si va avanti, meno se ne salvano… Il tutto, diviso in tre parti e 36 capitoli complessivi. Perché il titolo del volume? Perché esso tenta di svelare e di rovesciare il canone conformista che dal Secondo dopoguerra predomina incontestato, governando anche antologie e libri di testo scolastici. Un altro scopo della pubblicazione di Cimmino è quello di rendere viva la letteratura agli studenti, costretti a vedere in poeti e scrittori non eccelsi spiriti autori di entusiasmanti opere artistiche e, quindi, guide personali e nazionali, ma poveri casi umani e psicologici… L’autore rende vivace la propria trattazione sia con la nettezza delle valutazioni, spesso denotate da ironia e sarcasmo, o vera e propria iconoclastia, sia con l’inserto di molteplici brani esemplificativi dell’opera degli artisti trattati. Icastici sono i titoli di vari capitoli, che con una pennellata delineano il letterato che sarà approfondito (e come); ad esempio, Le due anime e mezza di Ugo Foscolo; Manzoni: un raccomandato di ferro; Io sono un anticristo; Hanno ammazzato compare Verga; Carducci, il grande dimenticato; Pascoli: il grande incompreso; Nostra santa Resistenza… Inoltre, il libro è ricco di aneddoti, che a volte sfiorano il pettegolezzo.
E, allora? Pollice in su per Leopardi (forte e virile), Porta (umanissimo), Giusti (satirico anticonformista), Carducci (energico poeta civile), Pascoli (magico rapporto simbolico con la natura), D’Annunzio («un inno alla gioia e alla bellezza», vitalista, edonista), il Futurismo (prima e unica vera avanguardia), Trilussa (popolare quanto gradevole e universale), Pirandello (adorato all’estero), Gadda (multiforme creatore linguistico), Pasolini («ultimo difensore della bellezza e della ragione, dell’arte e della verità», coraggioso, onesto, non allineato).
Pollice verso per Foscolo (vittimista), Manzoni (noioso), Croce (disastroso nelle proprie valutazioni), Tozzi (persona sfortunata quanto narratore sopravvalutato per un suo presunto realismo), Ungaretti-Montale-ermetici (come allontanare le masse dalla poesia), neorealisti (spesso confusi con la corrente cinematografica e influenzati dall’ideologia), Gruppo 63 (la poesia finisce in delirio). Giudizio aperto su Verga o Svevo. Come si vede, in linea generale Cimmino non apprezza gli autori che si avvoltolano nel proprio io, senza offrire ampie e illuminanti riflessioni sull’umanità e sul mondo (i casi di Leopardi e di Pascoli, ad esempio, potrebbero ingannare, ma, in realtà, i due titani offrono una lucida e coraggiosa visione del destino umano). In conclusione, un’opera ricca di erudizione, eppure stimolante e a tratti divertente, completamente fuori dalla volgarità della bieca supremazia dell’egemonia culturale di sinistra. Infatti, la banalizzazione e l’evirazione della grande letteratura (per non dire di tutte le altre forme artistiche italiane e occidentali) è solo il penultimo passo del disegno del potere dominante radical chic. Il prossimo, finale, sarà la Grande sostituzione (oltre quella etnica): alle grandi poesie le volgari canzonette di Fedez, al titanico pensiero di Leopardi tre-quattro slogan su immigrazione, lgbtqia+, femminismo e spinello libero…
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XVII, n. 201, settembre 2022)