Il pensiero unico globalista sta fondando un modello umano privo di bellezza, cultura, identità, tradizioni, energia: non sarà più il tempo degli eroi, ma il tempo dei vigliacchi
Deboli. Piagnoni. Smidollati. Sdolcinati. Mediocri. Narcisisti. Autoreferenziali. Adolescenti immaturi, per sempre. Immobilisti. Senza carattere. Privi di autodisciplina. Dipendenti. Incerti. Fragili. Malati. Sofferenti. Ipersensibili. Vittimisti. Depressi. Passivi. Proni al potere e alle mode. Vigliacchi. Imbelli. Bigotti. Asessuati. Effeminati i maschi, mascolinizzate le femmine. Oicofobi. Autorazzisti. Colpevoli di tutto. Eternamente penitenti. Relativisti. Giustificazionisti a senso unico. Nonecosisti. Benaltristi. Anchenoisti. Sradicati. Anodini. Privi di identità culturale. Avvolti in un chiasso e in un’agitazione perpetui. Senza amore e ammirazione per la bellezza.
Quelle che avete appena letto sono alcune delle definizioni con le quali potrebbero essere contraddistinti i componenti dell’umanità occidentale futura, quella postumana e transumana che si sta chiaramente progettando e attuando attraverso un cinico disegno di ingegneria antropologica da parte della neodittatura globalista (turbocapitalismo, finanza speculativa, entità supernazionali, colossi del web, multinazionali dell’e-commerce e del food delivery, lobby di ogni genere). Il tutto veicolato da mass media, intellighenzia, università, e persino da martellanti pubblicità. Altro che quella «futura umanità» ripetuta più volte nel testo italiano dello speranzoso, bellissimo, commovente inno socialista, L’internazionale! L’archetipo prossimo venturo è un androgino debole, che crede di essere trasgressivo e, invece, è conformista quant’altri mai. Anche le proteste e le ribellioni sono e saranno sempre di più telecomandate: si vedano il Black lives matter o i Fridays for Future dell’ineffabile Greta Thunberg o, in Italia, le sardine. Movimenti carsici che compaiono e scompaiono alla bisogna, funzionali alla vittoria elettorale dei “progressisti” e alla diffusione dell’incomprensibile, grigia, meccanica neolingua globalista.
Un tempo i ragazzini crescevano coi valori eroici propagati dai classici, dai romanzi, e persino da fumetti con protagonisti tutti d’un pezzo come Blek il macigno o Tex Willer: coraggio, prodezza, lealtà, aiuto ai deboli, forza, energia, audacia, cavalleria, gentilezza, altruismo, trasparenza, schiettezza, onore. Qualcosa era già cambiato con l’arrivo dagli Stati uniti dei nuovi eroi. Ovvero, supereroi (o proprio extraterrestri), come a significare che un essere umano normale non può compiere imprese strabilianti. Un’anticipazione del transumanesimo cyberpunk prossimo venturo. Ma, oltre ad avere poteri sovrumani, i vari Superman, Batman, Devil, l’Uomo ragno, I fantastici quattro, ecc., palesavano intrinsecamente una loro “diversità”. Problematici, dubbiosi, con anomalie fisiche, drammi esistenziali…
Oltre ai deboli-vittime forgiati dalla neoideologia globalista, edonista, consumista, tecnocratica, esistono poi anche i vigliacchi-vigliacchi. Sono coloro che, pur coscienti dell’orrore verso cui stiamo correndo, e pur avendo un notevole potere, tacciono, anzi sono complici della devastazione incombente. Li ha additati Marcello Veneziani nel suo articolo La prevalenza del vigliacco (in Panorama, n. 9, 24 febbraio 2021, pp. 44-45). Sono «quegli storici e accademici che assistono allo scempio continuo della ricerca e della verità, in virtù di leggi liberticide, cancel culture e politically correct, sanno benissimo che la storia andò diversamente rispetto alle verità ufficiali imposte dalla dominazione ideologica; ma pur avendo la possibilità e l’autorevolezza per confutare e denunciare quei misfatti, o perlomeno per dissociarsi, non lo fanno e preferiscono tacere». Oppure «quegli intellettuali, quei giornalisti, quei direttori di giornali che lasciano alterare la realtà delle cose e la verità di uomini e fatti e vi si conformano, sanno che molti venerati potenti sono palloni gonfiati e tanti battitori liberi sono esclusi e ignorati con le loro tesi e le loro opere solo perché non sono conformi al potere».
O, ancora, «quei sacerdoti, quei teologi, quei vescovi che notano la disfatta della loro fede, la ritirata della loro religione dal mondo, il cedimento ad altre religioni e la subordinazione all’ateismo dominante, il disagio dei credenti rispetto a certe posizioni in rottura con la tradizione cattolica e con l’esempio di santi, papi, teologi, ma tacciono, non testimoniano la verità, non hanno il coraggio di dire le cose come stanno e cosa realmente pensano della riduzione socio-umanitaria, mediatica, etico-ecologica, della loro fede». E la categoria potrebbe essere estesa a politici, economisti, scienziati… Tutti insieme, preparano la «futura umanità». Di servi e schiavi.
Le immagini: a uso gratuito da pixabay.com.
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XVI, n. 186, giugno 2021)
Un altro problema enorme è vedere ragazzi e ragazze oramai adulti che si atteggiano e parlano come bambini di scuole primarie.
…o, al contrario, bimbi che si vestono e si atteggiano da ventenni…
Mamma mia Sig. Tripodi, con questa introduzione mi ha fatto accapponare la pelle:
“(la futura umanità) Deboli. Piagnoni. Smidollati. Sdolcinati. Mediocri. Narcisisti. Autoreferenziali. Adolescenti immaturi, per sempre. Immobilisti. Senza carattere. Privi di autodisciplina. Dipendenti. Incerti. Fragili. Malati. Sofferenti. Ipersensibili. Vittimisti. Depressi. Passivi. Proni al potere e alle mode. Vigliacchi. Imbelli. Bigotti. Asessuati. Effeminati i maschi, mascolinizzate le femmine. Oicofobi. Autorazzisti. Colpevoli di tutto. Eternamente penitenti. Relativisti. Giustificazionisti a senso unico. Nonecosisti. Benaltristi. Anchenoisti. Sradicati. Anodini. Privi di identità culturale. Avvolti in un chiasso e in un’agitazione perpetui. Senza amore e ammirazione per la bellezza.”
Queste sue parole hanno riportato alla mia mente la descrizione che 2000 anni fa un certo Paolo di Tarso (Apostolo Paolo) mise per iscritto nella sua seconda lettera a Timoteo al capitolo 3 versi da 1 a 5 “Ma sappi questo: negli ultimi giorni ci saranno tempi difficili. 2 Infatti gli uomini saranno egoisti, attaccati al denaro, gradassi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, sleali, 3 snaturati, non disposti a nessun accordo, calunniatori, senza autocontrollo, spietati, senza amore per la bontà, 4 traditori, testardi, pieni d’orgoglio, amanti dei piaceri piuttosto che di Dio, 5 persone con una parvenza di religiosità, della quale però rinnegano il potere; da loro allontànati”
Nel suo articolo porta avanti il suo ragionamento prevedendo per l’umanità un futuro (parole sue) “Di servi e schiavi.”
Non c’è dubbio che oggi il mondo è guidato da egoismo e avidità. E non c’è dubbio che andando così le cose si può solo vedere nero. Personalmente però sono convinto (ma non solo io) che le cose non andranno così. Non sto a ripetere ciò che ho scritto nel secondo dei miei articoli che il suo giornale molto correttamente ha ospitato il 1 aprile di quest’anno e che in molti vedo con piacere che stanno leggendo
https://www.lucidamente.com/48380-pandemia-e-linizio-della-fine/?fbclid=IwAR0MJk801jfaqpIE9G0igJaY8eQ4NWP12y2SdJKF_f4PvUdGnJ9UIkt3CPQ
Aggiungo solo che Dio ha in mente un futuro migliore per la famiglia umana:” Ma secondo la sua promessa noi aspettiamo nuovi cieli e una nuova terra, e in questi regnerà la giustizia.” (seconda lettera di Pietro capitolo 3 verso 13)
Naturalmente non un nuovo pianeta, ma una nuova società con queste caratteristiche: ” Egli sarà giudice fra molti popoli e metterà le cose a posto per potenti nazioni lontane. Trasformeranno le loro spade in vomeri e le loro lance in falcetti per potare. Le nazioni non alzeranno la spada l’una contro l’altra, né impareranno più la guerra. 4 Siederanno ognuno sotto la sua vite e sotto il suo fico, e nessuno li spaventerà, perché la bocca di Geova degli eserciti ha parlato.”
Tutto ciò sarà possibile perché Gesù diede la sua vita in sacrificio, cancellando così l’effetto della disubbidienza del primo uomo:” Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo molti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’ubbidienza di uno solo molti saranno costituiti giusti. (Romani 5:19).
Si, Gesù rese quindi possibile un meraviglioso futuro in cui le persone non avranno più la tendenza egoistica a fare il male. Nel Salmo 37 ai versetti da 9 a 11 leggiamo infatti:” perché i malvagi saranno spazzati via, ma quelli che sperano in Geova erediteranno la terra. 10 Ancora un po’ e i malvagi non ci saranno più; guarderai verso il luogo in cui erano, e non li troverai. 11 Ma i mansueti erediteranno la terra e proveranno immensa gioia nell’abbondanza di pace”
A questo punto mi par di sentire le parole che scrisse il 10 aprile 2021 il Sig. Mauro Stancampiano Nella pagina faceboox commentando il mio articolo sopra citato:” Ma no non sono cose reali queste,.. sono invenzioni dell’uomo”
A quel tempo non volevo entrare in polemica e feci cadere la cosa, ma avrei voluto rimandarlo ad un mio commento che feci proprio nelle pagine di questa testata all’articolo del suo omonimo Antonio tripodi il 7 Marzo 2015 https://www.lucidamente.com/31192-il-lato-negativo-delle-religioni-monoteistiche-2-paolo-di-tarso-e-linvenzione-del-cristianesimo/
Li spiegavo che la FEDE non è credulità, ma è basata su “cose reali”, infatti scrivevo che “Fede” è la traduzione del termine greco pìstis, che rende principalmente l’idea di confidenza, fiducia, ferma persuasione. Secondo il contesto, questo sostantivo greco può significare anche “fedeltà”. Le Scritture dicono: “La fede è la sicura aspettazione di cose sperate, l’evidente dimostrazione di realtà benché non vedute”. (Eb 11:1) “Sicura aspettazione” traduce il sostantivo greco hypòstasis. Questo termine è comune in antichi documenti commerciali su papiro. Rende l’idea di qualcosa che sta alla base di condizioni visibili e garantisce un futuro possesso. In considerazione di ciò è stata proposta questa versione: “Fede è l’atto di proprietà di cose sperate”. (Moulton e Milligan, Vocabulary of the Greek Testament, 1963, p. 660) Il sostantivo greco èlegchos, tradotto “evidente dimostrazione”, dà l’idea di produrre prove che dimostrino qualcosa, in particolare qualcosa di contrario alle apparenze.
Concludendo quindi non si tratta di accettare alla cieca ciò che ho riportato dalla Bibbia, ma di esaminare i FATTI, le REALTA’ sulle quali poggiano dette dichiarazioni. Poi naturalmente ogni uno sarà libero di accettare o no queste realtà.
La ringrazio ancora per la sua ospitalità e auguro a lei e i suoi collaboratori un buon lavoro. Mi permetta di rivolgere un caro saluto anche ai lettori e sostenitori di questa rivista, così attenti e sicuramente dotati dell’onestà intellettuale indispensabile per esaminare anche posizioni diverse dalle proprie.