La corrente letteraria ideata nel 2010 dal romanziere Giovanni Nebuloni si pone come obiettivo primario l’apprendimento attraverso la letteratura
Giovanni Nebuloni, autore dell’action thriller intitolato Dove c’è vita (AbelPaper, pp. 248, € 16,00, acquistabile sul sito di Ibs a questo link), di cui abbiamo parlato nello scorso numero di LucidaMente 3000 (vedi qui), è anche il fondatore della corrente letteraria Fact-Finding Writing, un’avanguardia dalle implicazioni davvero interessanti. Uno degli scrittori che ha ispirato il movimento è Edgar Allan Poe, che in Eureka, racconto del 1848, si interrogava sulle relazioni dell’uomo con Dio e l’universo, riuscendo ad anticipare scoperte in campo astronomico avvenute solo nel XX secolo e sottolineando la centralità della scrittura nel faticoso cammino verso la conoscenza.
Il termine inglese “Fact-Finding” è utilizzato in ambito forense per indicare il processo di indagine sui fatti sviluppato durante un procedimento giudiziario. In comunicazione, “Fact-Finding” fa invece riferimento alla selezione e alla gerarchizzazione delle notizie per ordine di importanza. Non è dunque un caso che la parola composta “Fact-Finding”, che denota delle prassi squisitamente pragmatiche, dia il nome alla pioneristica corrente letteraria ideata da Nebuloni nel 2010. Effettivamente, l’obiettivo principale della Fact-Finding Writing è la scrittura conoscitiva, ovvero la possibilità di apprendere sempre qualcosa di nuovo attraverso la scrittura, che è un esercizio pratico dell’intelletto umano. È importante sottolineare che questo processo di conoscenza avviene in entrambe le direzioni: come il lettore legge per imparare, anche lo scrittore, attraverso la sua arte, apprende nuove cose.
È innegabile che l’apprendimento, fulcro di tale corrente letteraria, sia un bisogno primario dell’essere umano: basti pensare che pure i bambini, nei loro primi anni di vita, imparano inconsciamente molti aspetti del mondo circostante. La sete di conoscenza accompagna gli esseri umani per tutta la loro esistenza ed è proprio questa insaziabile ricerca del sapere, insieme al linguaggio, che caratterizza l’uomo e lo differenzia dagli animali.
Secondo la Fact-Finding Writing, l’autore può essere assimilato a un “artista artigiano” che, umilmente, crea qualcosa di nuovo e lo offre agli altri: in quest’ottica la letteratura può infatti essere paragonata alla scultura, dal momento che entrambe le arti si prefiggono il fine di dare una forma al materiale già esistente. D’altra parte, come affermò Michelangelo Buonarroti, uno dei più grandi scultori di tutti i tempi, «Tu vedi un blocco, pensa all’immagine: l’immagine è dentro, basta soltanto spogliarla». L’autore si fa in questo modo portatore di un messaggio di ampiezza universale e dal respiro internazionale, che si inserisce coerentemente nel “villaggio globale” dei nostri giorni, descritto in maniera efficace dal sociologo e filosofo Marshall McLuhan già nel 1964.
Per giungere a un simile traguardo è necessario privilegiare il contenuto rispetto alla forma ed è proprio per questo che la prosa deve essere preferita alla poesia: quest’ultima, infatti, si presta meno alla conoscenza, a causa della sua natura polisemica. La storia raccontata deve essere sempre nuova e avere delle trame originali, al fine di apportare nuova conoscenza. L’autore deve quindi impegnarsi in un continuo lavoro di sintesi, per offrire delle narrazioni scorrevoli che non annoino il lettore.
Il romanzo Dove c’è vita, la più recente fatica di Nebuloni, oltre a essere un action thriller davvero coinvolgente, costituisce un perfetto esempio delle finalità prefissate dalla Fact-Finding Writing. In effetti, nelle pagine di questo libro si spazia agilmente tra diverse branche del sapere come Fisica, Archeologia, Religione e Architettura, offrendo così al lettore un’inedita opportunità di apprendimento. Inoltre, le tematiche affrontate all’interno del volume hanno una portata universale, poiché vanno a toccare questioni esistenziali sui rapporti umani e sul mistero della vita stessa. La trama di Dove c’è vita è ricca di enigmi e colpi di scena, tenendo così il lettore sempre sulle spine. Le narrazioni sono rese scorrevolissime grazie a uno stile preciso, che riesce ad avvicinare il linguaggio cinematografico alla letteratura: le pagine del romanzo, infatti, appaiono come delle “videate da leggere”, degli “schermi su carta”, all’interno dei quali i personaggi vengono “ripresi” dall’autore come se egli utilizzasse una telecamera che permette non solo di registrarne le azioni, ma anche di addentrarsi nella loro psiche e nella loro sfera più intima.
In conclusione, tutta la produzione di Giovanni Nebuloni, che conta attualmente dodici romanzi, offre al lettore una irripetibile opportunità di conoscenza e di apprendimento, grazie ai messaggi universali presentati all’interno delle loro pagine, adempiendo così a uno degli scopi principali della Fact-Finding Writing.
I romanzi di Giovanni Nebuloni possono essere acquistati facilmente anche sul sito di Ibs, dove è possibile reperire l’intera bibliografia dell’autore.
Le immagini: il logo della corrente letteraria Fact-Finding Writing; la copertina del libro di Giovanni Nebuloni Dove c’è vita; una galassia fotografata dalla Nasa (credits Esa/Hubble & Nasa, J. Dalcanton, Dark Energy Survey, Department of Energy – Doe, Cerro Tololo Inter-American Observatory/NoirLab/National Science Foundation/Association of Universities for Research in Astronomy – Aura, Sloan Digital Sky Survey – Sdss).
Isabella Parutto
(LucidaMente 3000, anno XVII, n. 195, marzo 2022)