Utilissimo mezzo di comunicazione per parenti e amici lontani ma anche pericoloso strumento che, se abusato, rischia di appiattire i sentimenti veri
Il mondo cibernetico in cui viviamo ci impone un progressivo cambiamento di abitudini nei nostri rapporti umani. Dalla nascita e diffusione dei social network, giovani e meno giovani hanno iniziato a comunicare fra loro sostituendo parole verbali con quelle scritte; a trasformare incontri “a tu per tu” con appuntamenti su Skype, Facebook, Twitter o WhatsApp (vedi al riguardo anche un altro articolo uscito su LucidaMente, Minaccia cyberbullismo). Internet è oramai diventato pane quotidiano per una moltitudine crescente di persone. Si desidera ricevere pareri o consigli sull’acquisto di un prodotto mai provato prima, su un esame medico cui sottoporsi o su come affrontare un colloquio di lavoro? Semplice, basta partecipare ai forum, chattare e iscriversi ai blog! Attraverso una sorta di “botta e risposta” scritta, individui mai conosciutisi prima interagiscono fra loro creando un rapporto interattivo che può anche durare nel tempo.
È indubbia l’efficacia di internet per chi desidera contattare amici e parenti lontani. Il mondo lavorativo è in continua evoluzione, complice anche la crisi economica di questi tempi (vedi al riguardo anche un altro articolo uscito su LucidaMente, Terza età e società contemporanea). Con Skype – primo fra tutti – la distanza non fa più paura e dialogare a migliaia di chilometri è diventato un gioco da ragazzi: basta accendere il computer e verificare se la persona con cui si vuole chattare è connessa. Per esempio, da un ufficio sito in Inghilterra si può partecipare in videoconferenza a una riunione di lavoro presso Tokyo. E ancora, nonni che abitano in Italia possono godere del sorriso dei nipotini newyorchesi; seguirli – almeno visivamente – nella crescita e parlare in diretta con loro. Grazie a internet, sono ora possibili dialoghi interpersonali che fino a qualche anno fa erano inimmaginabili; senza considerare poi il vantaggio economico legato all’abbattimento delle spese di viaggio o di telefonia.
Il rischio – che oggi possiamo già definire realtà – è però l’abuso dell’utilizzo di questi mezzi informatici anche quando non sarebbero necessari. Le lettere e le cartoline sono oramai andate in pensione, sostituite da chat del tipo: «Tt ok? Dv 6? Kiss dall’Australia! Tvb». A breve l’informazione ricevuta sul viaggio verrà dimenticata; cosa che invece non avverrebbe ripescando dal cassetto, di tanto in tanto, una cartolina con l’immagine di Sidney inviata dallo stesso mittente. L’abitudine alla comodità di entrare in contatto con il mondo esterno con un solo “click” è sconsigliabile: rischia infatti di sottrarci l’emozione di un incontro interpersonale effettivo. È un vero peccato che alle generazioni giovani e future non venga tramandato il grande valore del ritrovarsi faccia a faccia con il proprio interlocutore. Nessun emoticon potrà mai competere con un sorriso che dagli occhi scivola sulle labbra; nemmeno la più affettuosa delle frasi lette su uno schermo potrà mai sostituire l’energia di un abbraccio o la tenerezza di una carezza. O la forza di due sguardi che, incrociandosi – nel bene o nel male – sono più eloquenti di qualunque parola.
Emanuela Susmel
(LucidaMente, anno VIII, n. 89, maggio 2013)