Opinioni controcorrente di un nostro lettore, in occasione della appena trascorsa Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre)
Di inutili celebrazioni atte a dividere il popolo come il 25 aprile o il primo maggio, l’Italia era già abbondantemente satura. Ciò nonostante, l’italiota intellighenzia laica ha deciso di aderire all’ennesima bufala ideologica partorita dai burocrati dell’Onu chiamata Giornata contro la violenza sulle donne.
Sebbene la statistiche del cosiddetto femminicidio (altro neologismo di conio ideologico) rispecchino percentuali irrilevanti e sempre uguali sin dai tempi di Adamo ed Eva, lo scorso 25 novembre migliaia di donne accompagnate da non pochi sottomessi maschietti, hanno fatto capolino nei media, nelle piazze e nei dibattiti pubblici per vomitare penosi fiumi di parole all’indirizzo dell’universo maschile. Nessuna delle indignate in gonnella (anzi, vista la moda dello scimmiottamento dell’uomo, in pantaloni) ha in realtà speso parole in difesa della dignità della donna; la maggioranza si è limitata ad aggiungere tasselli alla mai sopita rivoluzione femminista.
Non una parola di autocritica verso i doveri famigliari: fedeltà coniugale, diritto dei non ancora nati a nascere, diritto dei bambini a non essere scaricati 8 ore all’asilo e diritto delle minorenni a non essere educate come Lolite dal condom facile. Sul piano umano, nessun testo filosofico, religioso o antropologico, dichiara che la donna è migliore dell’uomo. Se l’uomo sembra più violento della donna, è solo per via della conformazione fisica. Gli innumerevoli casi di donne che hanno ammazzato i lori figli e mariti o che hanno depredato il patrimonio del coniuge divorziato sono macchie non cancellabili da chi alza la voce per sfuggire alle proprie mancate responsabilità.
Gianni Toffali – Verona
(LucidaMente, anno VIII, n. 96, dicembre 2013)
LucidaMente si è già occupata più volte di “discriminazione positiva”, ad esempio, con I cosiddetti delitti per “amore”: “femminicidi” e dintorni; Toh, c’è pure il “maschicidio”. E tanto…; Quando progressisti e femministe appoggiarono il proibizionismo; Le due caste più intoccabili di tutte; Donne che amano (o si odiano?) troppo; “Uomini che odiano le donne”. O viceversa. Vedi anche tutto il n. 61 del gennaio 2011 e, in particolare, I tanti, troppi pregiudizi dei “progressisti” bigotti; La violenza è solo degli uomini?; Il caro femminismo iattura per tutte/i?. E interventi esterni, come «Io e la giustizia italiana: dalla condanna per pedofilia all’assoluzione»; Ancora sulla cosiddetta sentenza “salvastupratori”; Lladdìgnittà ddélleddònne; Forte come un uomo? Il sesso del Potere; Anche voi moralisti sul sesso?; I maschi alla riscossa: «Le vere vittime siamo noi»!; La disfatta del maschio italiano. La nostra rivista si è inoltre interessata anche della questione della bigenitorialità, segnalando alcune iniziative (ad esempio, dell’Associazione Adiantum o del Comitato dei cittadini per i diritti umani-Ccdu).
gli integralismi nn sono mai da perseguire ma da evitare, tantomeno quelli di genere, ma questi sono i dati e bisogna prenderne atto.
[.] Se la violenza sulle donne non è solo quella sessuale, quest’ultima è forse tra le espressioni più drammatiche e “quantificabili” del problema. Come spiegano i dati del Soccorso Violenza Sessuale e Domestica (SVSeD) – Centro di riferimento della regione Lombardia e servizio di emergenza che funziona grazie alla collaborazione tra Policlinico, Medicina Legale dell’Università degli Studi di Milano, ASL Milano e Comune – riportati sul sito della Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano, nonostante ultimamente si senta molto parlare di femminicidio e nonostante le numerose iniziative contro la violenza sulle donne, il numero dei casi di violenza in Italia non sembrerebbe accennare a diminuire, anzi. Il trend, al contrario, indicherebbe un aumento significativo dei casi, di circa il 23% negli ultimi due anni. In particolare, le violenze domestiche sono aumentate del 53% rispetto a due anni fa, e del 15% rispetto al 2012.
Rispetto al 2012, invece, sono in calo le violenze subìte dagli uomini: erano 26 l’anno precedente (3,9% del totale), mentre sono 9 nel 2013 (2,5%).
[.]In calo anche le violenze sessuali registrate sui minori: al 15 ottobre 2013 si sono contati 60 casi (16,5% del totale), metà dei quali si concentrano nella fascia 14-17 anni (29 casi), e a cui si aggiungono 24 casi di maltrattamento su minori osservati nel 2013 nel Pronto Soccorso Pediatrico della Fondazione. Nell’intero anno 2012 la violenza sui minori ha registrato 131 casi, pari al 20% del totale, con 62 episodi nella fascia 14-17 anni…
agiti da chi, poi, è da chiedersi.
Nel 1993 una mia vicina di casa esaltata, maleducata, scontrosa, infantile, asociale, strana, dedita alla calunnia e alla ingiuria, infine sporcacciona, all’epoca 24 enne, usciva di casa raccontando balle ai suoi genitori, dicendo loro di trovarsi con delle misteriose ed inesistenti amiche; in realtà andava a molestare giovani ragazzi drogati o ubriachi di suo gradimento e faceva sesso con loro nei sottoportici del quartiere.
Bene: se applichiamo alla lettera le leggi criminali femministe italiane al contrario quella donna era ed è da considerarsi una maniaca sessuale e una stupratrice seriale.
Nel 1993 per ben 3 volte ho dovuto rifiutare la proposta di far sesso perché avevo il terrore di venir denunciato ingiustamente per stupro!
Avevo ricevuto la proposta di far sesso da parte di due bellissime ragazze che mi piacevano da matti e che conoscevo di vista, ma mi sono rifiutato perché le due ragazze erano sotto l’effetto di alcool e droga e per evitare guai con le criminali leggi femministe italiane ho dovuto a malincuore rifiutarmi di far sesso.
La terza ragazza invece era una prostituta italiana, giovane libera professionista, che conoscevo di vista da un anno poiché lavoravo come guardia giurata; anche la prostituta mi ha proposto se volevo far sesso ovviamente a gratis con lei poiché mi ero sempre comportato da persona seria educata e gentile nei suoi riguardi. Anche in questo caso ho dovuto rifiutarmi di far sesso poiché in questa folle criminale società femminista italiana sapevo che una guardia giurata di sesso maschile che fa sesso con una prostituta spesso e volentieri, se viene visto dalla polizia di stato, viene denunciato per svariati reati penali, tra cui anche il reato inesistente di sfruttamento della prostituzione.
A voi donne italiane privilegiate, anche se siete delle criminali sessuali, non vi sembra di esagerare molto con le vostre leggi criminali femministe che sono sempre a danno di noi maschi?
Mi spiegate il perché una femminuccia italiana può far sesso beata e candida con un maschio ubriaco o drogato, mentre, se accade il contrario, il maschio viene denunciato per stupro ?
Mi spiegate il perché una fmminuccia beata e candida può ingiuriare, calunniare, molestare usare, violenze psicologiche anche di gruppo contro un maschio e non viene MAI condannata?
Riflettete bene su ciò che scritto: sono fatti reali realmente accaduti anche se più di 20 anni fa.
Vi immaginate cosa accadrebbe se qualche avvocato difensore con le palle chiedesse alla classica donna-giudice stronza femminista: “Perché lei, signora, giudice vuole condannare questo maschio per stupro solamente perchè ha fatto sesso con una femmina ubriaca o drogata su sua richiesta? Perché, signora giudice, non condanna MAI per stupro qualche donna che ha fatto sesso con un uomo drogato o ubriaco?”.
Se domani mattina le criminali leggi femministe italiane sulle violenze fisiche-sessuali-psicologiche fossero applicate senza privilegiare ed assolvere sempre il sesso F, migliaia di donne verrebbero condannate in Italia.
Su 1000 uomini denunciati per stupro (vero o falso che sia) ci sarebbero almeno 1000 donne con equiparata denuncia per stupro.
Gentilissimo lettore, grazie per averci scritto.
Abbiamo pubblicato il suo post eliminando i dettagli personali.
Il commento di Giancarlo è datato, ma rispondo lo stesso. Se ti sono successi questi episodi, vuol dire che sei un bell’ uomo. Se sei brutto le donne non ti filano e non hai i problemi di cui hai scritto.
Tre suicidi su quattro sono uomini e non si tratta solo di motivi economici.
Altro che femminicidi!