Le false notizie e la loro influenza sull’opinione pubblica
«Nulla s’inventa, è vero, che non abbia una qualche radice, più o men profonda, nella realtà; e anche le cose più strane possono esser vere, anzi nessuna fantasia arriva a concepire certe follie» diceva Pirandello. Verrebbe da chiedersi, in effetti, che bisogno ci sia delle false notizie in un mondo in cui Titti Brunetta è il volto sovversivo della cyber-propaganda e Lapo Elkann finge un sequestro di persona perché è finita la coca.
Eppure, l’esplosione dei siti di “bufale” – eccone una lista – si può, anzi, si deve, considerare uno dei problemi più urgenti della nostra epoca. Tanto urgente da far correre lo stesso Zuckerberg ai ripari – per la verità, decisamente in ritardo. «Da un grande potere derivano grandi responsabilità» e, a quanto pare, al fondatore di Facebook, a differenza di Spiderman, è mancata la guida di un saggio zio Ben. Ogni informazione, una volta immessa nei social, ha un potenziale di condivisione pressoché infinito, e gli algoritmi che li governano, finora impegnati in una titanica guerra al capezzolo, non hanno gli strumenti per distinguere il vero dal falso. In un’intervista a l’Espresso, il ventenne siciliano Gianluca Lipani, creatore di un blog di false notizie, spiega i retroscena della sua “carriera”, costatagli una denuncia per istigazione alla discriminazione razziale.
Lo studente ha notato come «discorsi populistici contro i migranti» suscitassero «notevole attenzione» e ha deciso di dare al lettore «ciò che voleva» così da assicurarsi click e condivisioni. «Ogni mille visite guadagnavo due euro» dichiara, attraverso gli inserti pubblicitari, che pagano ogni volta che la pagina viene aperta. L’unica cosa che conta è che la notizia diventi virale, e per questo, in un certo senso, anche vera. Accade, dunque, che fatti del tutto infondati agiscano nella sfera del reale e la influenzino profondamente, causando una reazione.
Ad esempio, un’intera cittadina, Seveso (Monza-Brianza), è scesa in piazza per contrastare l’arrivo di cinquecento fantomatici clandestini. Ovviamente, era una bufala. A nulla sono servite le smentite del sindaco e della prefettura: la diffusione della menzogna aveva ormai mosso la popolazione, influenzandone il giudizio. Non è un caso che l’Oxford Dictionary abbia incoronato post-truth parola del 2016. Con post-verità si definiscono le circostanze in cui i fatti oggettivi sono meno influenti nel formare l’opinione pubblica degli appelli alle emozioni e al credo personale. Tenendo presente che la parola – se così si può chiamare – prescelta nel 2015 era l’emoji che piange dal ridere, la situazione sta velocemente degenerando. Secondo uno studio dell’Università di Stanford condotto su ragazzi adolescenti e preadolescenti, i giovani – che in teoria dovrebbero avere familiarità con la nuova comunicazione di massa – non riescono a distinguere quando una notizia è vera o falsa.
La ricerca ha rivelato come siano fondamentali per la formazione di un giudizio i dettagli forniti, o un’immagine, molto più dell’autorevolezza della fonte utilizzata. Va comunque sottolineato che le bufale in sé diventano virali perché danno al lettore ciò che vuole in realtà, il che solleva una domanda archetipica: la gente odia Laura Boldrini ed è quindi verosimile che questa cancelli il Natale, o la gente odia la Boldrini perché vuole eliminare il Natale? Da un lato la stessa notizia non funzionerebbe con un personaggio più amato, dall’altro l’odio che si riversa su di lei è spesso frutto di disinformazione.
In poche parole, ci è impossibile quantificare l’influenza che le false notizie abbiano avuto sulla realtà e sul pensiero comune. Questa domanda potrebbe virtualmente comprendere anche le notizie vere: quanto i fatti, veri o falsi, influenzano i nostri dogmi personali? È nato prima l’uovo, o la gallina? Prima Matteo Salvini, o i migranti negli hotel a cinque stelle? Nell’impossibilità di rispondere oggi, e forse anche domani, traiamo le conclusioni: le bufale sono facili da creare, portano soldi e muovono le masse e, proprio per questo, diventano sempre più diffuse, pericolose e difficili da combattere. Per difendersi, invece, basterebbero semplicemente un controllo delle fonti più accurato e un minimo di consapevolezza.
Ludovica Merletti
(LM MAGAZINE n. 29, 16 dicembre 2016, Speciale Eventi culturali, supplemento a LucidaMente, anno XI, n. 132, dicembre 2016)
Caro Direttore, scrivo per inviarti subito gli auguri di buon Natale, con il permesso della Boldrini, naturalmente. Dopo Berlino, comunque, un tristissimo, disumano Natale, ad opera dei Piissimi Religiosi Coranici, ben inseriti in questa società europea, corrosa corrotta e smantellata. Godono i banchieri di Bruxelles, esultano i poteri occulti internazionali, si oscurano le Luci dell’Illuminismo, e della potenza della Ragione e del Pensiero: aspettiamo il Medioevo Prossimo Venturo.
Più che venturo, diciamo “ad PORTAS”! Come è alle porte il predicatore salafita, ZAKIR NAIK, il quale afferma, papale-papale, quanto segue: “Fare gli auguri ai cristiani IDOLATRI è un peccato peggiore dell’OMICIDIO…, peggiore della fornicazione, l’unico peccato imperdonabile davanti ad Allah”!
Rebus sic stantibus, Papa Francesco risulta Idolatra e Capo d’una Comunità di Idolatri. Dunque, di fronte ad Allah non si salva nessuno, tanto meno il Papa. Il quale ha negato, sempre papale-papale, che la religione possa essere origine e causa del terrorismo che insaguina l’intera Europa.
Sono sicuro che Papa Bergoglio, in quanto gesuita colto e preparato, abbia letto il LIBRO SACRO del CORANO. In particolare l’Ottava SURA, quella del BOTTINO DI GUERRA. Che così recita :
– “E quando il tuo Signore ispirò agli angeli: “Invero sono con voi: rafforzate coloro che credono. Getterò il terrore nei cuori dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo, colpiteli su tutte le falangi (v.12);
– e ancora più papale-papale : “Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi. Quando tiravi non eri tu che tiravi, ma era Allah che tirava, per provare i credenti con bella prova. In verità Allah tutto ascolta e conosce”.
Domanda Lucida: CHI si nascondeva dietro il TERRORISTA RELIGIOSO a Berlino ?
Buon Natale. Lucidamente!
Gentilissimo Salvatore, grazie per averci scritto. Ovviamente, ricambiati gli auguri! rt