La disciplina statunitense raccontata sotto vari aspetti, senza trascurare quello sociale che, da decenni, la contraddistingue nel mondo. Parte del ricavato finanzia la lotta alla violenza contro le donne
Leggendo Cuore di fitness. Come jazzercise ha reso migliore la mia vita e quella di tante persone (Gruppo Lumi Editore, pp. 158, € 18,00) di Rita Minarelli si prova, fin da subito, una sensazione di profonda soddisfazione. Non soltanto per via della grafica e delle numerose immagini inserite o per l’abile capacità dell’autrice di trasmettere al lettore il proprio entusiasmo di istruttrice trentennale della disciplina, ma soprattutto perché si ha la conferma della grande bontà di questo sport.
L’autrice ha fortemente desiderato presentare al pubblico il libro – nella Sala estense di Ferrara – proprio domenica 25 novembre 2018, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. La data scelta non è stata casuale, poiché la Minarelli ha dedicato l’opera a Gisella Nano, uccisa nel 2016 dal marito poi suicida. La Nano si era trasferita a Washington, ove il jazzercise era praticato dal 1969 grazie all’intuizione di Judi Sheppard Missett. Divenuta istruttrice nel 1981, Gisella aveva importato immediatamente dopo in Italia questo innovativo programma di ginnastica, che coniuga insieme danza jazz, pilates, yoga e kickboxing. Nelle classi da lei formate si era registrato subito il tutto esaurito. Assunto il ruolo di Area director dell’Italia, nel 1991 aveva fondato la Federazione Jazzercise Italia, costituendo un gruppo di istruttori selezionati per la diffusione del programma atletico. E la crescente espansione di jazzercise nel nostro Paese ne è una conseguenza.
In tale contesto si inserisce anche la Minarelli, istruttrice al Jazzercise center di Ferrara, collaboratrice del Coni provinciale e segretario del Panathlon club, oltre che giornalista pubblicista e impiegata di banca. Dopo aver frequentato un corso di jazzercise, nel 1987 – appena ventenne – parte per Roma, per un workshop che, previo il superamento di un esame tutt’altro che semplice, la certifica istruttrice. Da quel momento, la disciplina diviene la sua filosofia di vita. Un’espressione di fatica fisica (si consumano fino a ottocento calorie in una lezione di un’ora) ma, soprattutto, di appagamento mentale legato alla concentrazione sulla sequenza di movimenti del proprio corpo, resa più entusiasmante dalla musica. Quest’ultima e il programma di fitness vengono costantemente aggiornati dalla casa madre statunitense, oggi presieduta da Shanna Missett Nelson, figlia dell’ideatrice Judi.
Oltre al titolo, anche la copertina dell’opera si collega inequivocabilmente al “cuore di jazzercise”. Innanzitutto la Minarelli e le istruttrici, che nel libro si sono presentate, esprimono la volontà di far star bene fisicamente ma soprattutto psicologicamente le allieve. Tuttavia la disciplina esprime anche altrove la sua grande bontà: lo fa attraverso i numerosi eventi di beneficenza a cui ha partecipato negli ultimi cinquant’anni. Citiamo i più significativi: Jazzerthon, una maratona in giro per l’Italia; Christmas party; Carnival party; San Valentino e Halloween; la Befana dello Sport; le lezioni, organizzate tramite il Coni, per intrattenere i bambini colpiti dal terremoto del 2012. Oltre a questi, Race for the cure, la campagna avviata per supportare la ricerca contro i tumori al seno di cui Jazzercise è, da anni, uno dei partner sportivi della Komen Italia. Desideriamo lasciare l’ultima parola all’autrice del libro Cuore di fitness: «Non ho vinto medaglie olimpiche, non ho battuto record, ma ho dato tutta me stessa per gran parte della vita per insegnare benessere e far star bene le persone. […] I sorrisi che ho ricevuto sono stati il riconoscimento più bello, valgono tanto quanto una coppa, un trofeo o una medaglia».
Le immagini: la copertina del libro Cuore di fitness. Come jazzercise ha reso migliore la mia vita e quella di tante persone; una coreografia di jazzercise.
Emanuela Susmel
(LucidaMente, anno XIV, n. 158, febbraio 2019)