Tipologie, scarichi, efficienza energetica e controlli di legge
Riscaldare gli ambienti della propria casa fa sì che essa risulti accogliente e confortevole nei mesi invernali, quando all’esterno fa freddo e più che mai si ha bisogno di un rifugio che conforti le giornate. La caldaia è il cuore pulsante del calore delle nostre case e una buona installazione della stessa, seguita da una regolare manutenzione, ne consente un utilizzo ottimo e una lunga durata.
Per l’installazione di una caldaia si parte dalla posizione della stessa, che può essere all’esterno o all’interno dell’unità abitativa, e che determina gli accorgimenti da adottare. Solitamente, comunque, le caldaie si trovano all’esterno degli appartamenti perché prelevano aria atmosferica per la combustione e la formazione di aria calda. Se l’apparecchio è collocato all’esterno bisogna avere alcune accortezze: proteggerlo da umidità, polvere e gelo, rendendolo resistente fino a -15°C. La soluzione migliore e maggiormente adottata è quella di collocare la caldaia all’interno di un mobile. Se si sceglie di collocare la caldaia fuori casa occorre assicurarsi che l’apparecchio sia idoneo alla sopravvivenza all’esterno. La caldaia normale, disegnata per vivere all’interno dell’appartamento, può funzionare anche fuori, ma la sua vita media si dimezza, l’efficienza diminuisce e crescono i consumi.
Come si smaltisce lo scarico della caldaia?
L’elemento di scarico del lavoro della caldaia è il fumo che produce la combustione. Questo prodotto di scarico deve essere condotto all’esterno in maniera totale. Ciò può essere fatto tramite tre soluzioni diverse: scarico diretto a tetto, canna fumaria o scarico a parete. Lo scarico diretto a tetto funziona attraverso un tubo che fuoriesce dalla caldaia in PVC, resistente agli acidi contenuti nel gas, e che trasporta il fumo di scarico all’esterno. Un’altra possibilità è la canna fumaria dove confluiscono gli scarichi di più unità abitative. Questa soluzione si presenta, quindi, più spesso nei condomini ed esteriormente è uguale alla precedente, solo che nel tubo di scarico principale confluiscono quelli dei vari appartamenti. Infine lo scarico a parete è il metodo di scarico in cui il fumo viene disperso al di là della parete su cui è agganciata la caldaia o comunque oltre il muro più vicino. Quest’ultima modalità è soggetta a regolamentazione ed è autorizzata solo in alcuni casi: negli edifici storici, in cui si dà la precedenza al valore culturale e storico degli stessi a scapito degli adeguamenti dei sistemi di riscaldamento; negli impianti con scarico a parete, che possono mantenere il loro sistema di caldaia esistente; un altro caso in cui è permesso lo scarico a parete è quando il progettista dimostra che non è possibile installare altre modalità di scarico. Oltre ai fumi di scarico, come prodotto di rifiuto delle caldaie bisogna considerare anche la condensa e le sue vie di uscita. La soluzione più utilizzata per eliminare la condensa è quella di far precipitare il fluido nel sistema fognario attraverso un condotto resistente alla corrosione degli acidi.
Come procedere per installare una caldaia?
Non è possibile installare la caldaia in autonomia, bisogna affidarsi alle mani di esperti. C’è infatti una legge del 2008 che esige che il dispositivo venga installato, messo in funzione e sia monitorato da un tecnico abilitato, il quale deve anche esaminare la combustione della caldaia e misurarne il rendimento e la concentrazione di ossido di carbonio, pericoloso in alte dosi per la salute. I risultati delle misurazioni vengono inseriti nel Rapporto di Efficienza Energetica, che deve essere firmato dal professionista che ha eseguito i controlli. Una copia del documento rimane al proprietario della caldaia e una viene inviata entro venti giorni al controllo all’amministrazione pubblica che si occupa delle ispezioni.
Carmela Carnevale
(LucidaMente, anno XIV, n. 163, luglio 2019)