La presentazione del filmato “Sign Painters” e del libro “Take your pleasure seriously” presso il cinema Europa ci guida alla scoperta dell’antica arte delle targhe pubblicitarie dipinte a mano e del fascino della calligrafia contemporanea
L’appuntamento è fissato a Bologna per le ore 21 di martedì 11 marzo, presso il cinema Europa (via Pietralata, 55). L’anteprima nazionale del documentario statunitense Sign Painters, promossa da Housatonic Design Network, Sfera Cubica e Kinodromo, rappresenta il primo reportage sulla vita e sul lavoro dei pittori d’insegne, figure ormai leggendarie smarrite nella memoria a causa del progresso tecnologico (vedi Il trailer di Sign Painters).
C’era una volta, invece, un mondo in cui vetrine, manifesti, cartelloni e indicazioni stradali venivano realizzati, con vernice e pennello, da maestri della precisione e della forma perfetta. Purtroppo, com’è accaduto anche in altri campi artigianali, la ricerca del basso costo, della serialità infinita e della rapidità ha soppiantato quasi del tutto la tecnica paziente e la cura del dettaglio proprie di questa tradizione artistica. Un piccolo gruppo di disegnatori, tuttavia, ha resistito alla crisi provocata dalla diffusione delle stampe industriali, tanto che dal 2010, per tre anni, i registi Faythe Levine e Sam Macon hanno potuto documentare l’attività degli ultimi pittori di “segnaletica” tuttora operanti in America.
Le mani esperte dei sign painters curano ogni fase della creazione, dal bozzetto iniziale del logo o della scritta alla realizzazione definitiva su muri o cartelli. Per mostrare, allora, il fascino del disegno a mano libera, insieme alla pellicola verrà presentato il libro Take your pleasure seriously di Luca Barcellona (Lazy Dog Press, pp. 224, € 60,00). Il noto graphic designer e calligrafo introdurrà i principi della “bella scrittura”, facendo luce sulle tecniche esposte nel documentario e sulla dignità artistica della pittura di oggetti o, semplicemente, di scritte.
Proprio di “cose” stiamo parlando: non di opere d’arte “maggiori” ma di simboli e strumenti della vita quotidiana che fanno parte del panorama visivo di tutti i giorni. Anche se, per ragioni di produzione e di risparmio, l’omologazione vince sull’unicità imperfetta del manufatto, il grigiore cittadino permette, al contrario, di apprezzare sempre più l’accuratezza e il senso di familiarità, il calore e l’originalità che possono provenire solo da oggetti decorati a mano. «Potevo fare tutto quello che volevo e questo è potere, vero potere» è la battuta di uno dei protagonisti del film che apre il trailer inglese. Non si tratta, quindi, solo di dipingere ma di costruire qualcosa che sia fonte di piacere e di allegria, anche se destinato all’uso o al semplice ornamento. È possibile che la bellezza consista anche in questo?
Le immagini: la locandina dell’evento e una foto di alcune scene tratte dal film.
(a.c.)
(LucidaMente, anno IX, n. 99, marzo 2014)