Dating online: il mercato delle relazioni. Sono sempre più utilizzate e in numero maggiore le app di incontri: ecco come la tecnologia sta rivoluzionando il corteggiamento. Il rischio, però, è quello di non sapersi più relazionare “normalmente”…
Se anche Facebook ha deciso di lanciare la propria app di dating, significa che il mercato è sicuramente favorevole. Ed effettivamente i dati parlano chiaro: secondo le statistiche, Tinder – probabilmente la più famosa tra quelle esistenti – ha cinquanta milioni di utenti attivi in tutto il mondo. Questi numeri sono l’ennesima dimostrazione di come le nuove tecnologie stiano cambiando le abitudini, anche le più personali e intime; se da un lato indubbiamente semplificano la vita, dall’altro c’è il rischio che la superficializzino.
Il dating online – dal verbo inglese to date, “uscire con ragazzi/e” – (ne abbiamo parlato anche ne L’amore a portata di app: come le applicazioni di dating stanno cambiando la società) è l’evoluzione del corteggiamento dovuta alle nuove tecnologie: grazie a siti web e apposite app, perfetti sconosciuti possono entrare in contatto, chattare, decidere se c’è feeling, incontrarsi o meno (la relazione può anche rimanere solo virtuale) e, perché no, innamorarsi. Il procedimento è molto semplice e circa analogo per tutti gli strumenti social in circolazione: ci si iscrive, si caricano le foto migliori, si inseriscono i propri interessi e si inizia a sfogliare il catalogo, letteralmente. C’è chi, come Adotta un ragazzo – sito per incontri nato in Francia nel 2009 –, ha costruito il proprio servizio mutuando le modalità dello shopping online: sono le donne a “mettere nel carrello” i loro prodotti preferiti (in questo caso uomini), scegliendoli in un vero e proprio supermercato virtuale tra le merci disponibili, suddivisi per categorie (dal «palestrato» al «bohemienne» fino al «figlio di papà»); altri, quali Ok cupid o Once, hanno fatto della loro specificità la selezione degli utenti in base a precisi criteri (per esempio l’affidabilità, la ricerca di una relazione seria e non del rapporto di una notte).
Non mancano poi le versioni per omosessuali, come Grindr. Insomma, ce n’è per tutti i gusti (letteralmente!). Ma come mai le app e i siti di dating sono così utilizzati e in crescita continua? Indubbiamente aumentano le possibilità, riducendo – come tutti i social network e in generale internet – le distanze fisiche e consentendo di parlare con sconosciuti da Bologna a Palermo o Amsterdam (funzionano tramite geolocalizzazione, quindi basta inserire il raggio d’azione che si preferisce). Inoltre, semplificano senza dubbio l’approccio: non c’è bisogno di mettersi in gioco e studiare una frase a effetto per attaccare bottone e non c’è rischio di fare una figuraccia o di balbettare: tutto è filtrato da uno schermo e da una chat, che frenano l’inibizione e l’imbarazzo.
Inoltre, anche tale tipologia di servizi segue la tendenza che tutto il web sta percorrendo, cioè quella della targetizzazione e della personalizzazione dell’offerta, sia essa di informazione, di beni di consumo o, in questo caso, di sentimenti e relazioni. Nelle citate app, o almeno nella maggior parte, il match avviene in base ad algoritmi studiati ad hoc: le persone sono proposte in base a interessi o contatti comuni e alla popolarità (cioè a quanto sono attivi e apprezzati dagli altri utenti). Perciò, addio al detto «gli opposti si attraggono»: anche la ricerca dell’amore segue oggi le logiche del mercato, con l’offerta di prodotti che rispondono alle preferenze indicate. E poco importa se stiamo parlando dell’essere umano, la cui essenza è estremamente complessa e indefinibile: il tutto viene ridotto ad alcune categorie, a poche righe di biografia e a qualche foto, che hanno la pretesa di delineare una persona. D’altronde, mettere in evidenza i propri lati migliori è l’imperativo alla base del corteggiamento e della seduzione, anche quella tradizionale.
Sta diventando normale sentire coppie dichiarare «ci siamo conosciuti online» e tale approccio sta gradualmente entrando nel pensiero comune; gli utenti aumentano, come le app e i siti di incontri. Niente di male, quindi, a cogliere questa opportunità che il web offre, con la massima attenzione, però, ai rischi che simili servizi possono comportare e senza dimenticare il valore della diretta comunicazione interpersonale. C’è da augurarsi che, oltre a facilitare l’approccio, tali strumenti non riducano troppo anche la qualità delle relazioni.
Elena Giuntoli
(LucidaMente, anno XIII, n. 152, agosto 2018)