Uno strano… astronomo ne “Il mistero dell’Impero Azzurro” di Rino Tripodi
Come mai il Regno Grigio è triste e l’Impero Azzurro è pieno di gioia? L’incarico di scoprirlo viene affidato a Mr Mister, un ragazzino-agente segreto. Inizia così la sua ricerca, tra colleghi mattoidi, personaggi bizzarri, meraviglie della natura, enigmi di ogni tipo. Per scoprire il segreto, basta leggere Il mistero dell’Impero Azzurro (pp. 76, € 12,00) di Rino Tripodi, seconda uscita della collana di letteratura e per l’infanzia Girandole luminose – diretta da Maria Gaudiano – della inEdition editrice.
Una fiaba densa di viaggi depistanti ma affascinanti, invenzioni di luce, illusionistici incanti, splendori commoventi, stupefazioni emozionanti… non solo per ragazzini.
La narrazione è divisa in 24 capitoli, dei quali riportiamo per intero il quarto, nel corso del quale il protagonista conosce uno straordinario personaggio, e soprattutto il suo singolare osservatorio o, meglio – come si vedrà -, “auditorio” astronomico.
Salirono su un taxi, guidato da un autista gentilissimo. Per le strade di Solaris non vi erano maleducati, ad esempio automobilisti che suonavano il clacson per frastornare gli altri o che guidavano in modo pericoloso. Tutti erano sereni e disciplinati. Dopo mille discorsi agitati e confusi di MENO, i due agenti del Regno Grigio giunsero nell’osservatorio astronomico del professor Auricoloni. L’osservatorio – cosa molto strana per un osservatorio astronomico – era totalmente in legno. Al suo centro era collocato una sorta di cilindro dalla cui cima partivano migliaia di sottili fili metallici di tutti i colori, che si irradiavano intorno a esso come i petali di un fiore.
L’interno dell’osservatorio, o “ascoltatorio”, come ormai tutti lo chiamavano, era costituito da migliaia e migliaia di pergamene avvolte e conservate in rotoli, ognuna delle quali conteneva il testo di un messaggio proveniente da un mondo lontanissimo disperso nell’universo. La maggiore meraviglia dell’osservatorio, infatti, era costituita dal fascio di luce nera che, provenendo dall’esterno del cilindro, attraverso il filtro di varie strumentazioni, finiva per materializzarsi in forma scritta sulle pergamene poste alla sua base.
L’audioastronomo Auricoloni era un signore anziano, con una lunga barba bianca, gli occhietti bonari dietro spessi occhiali, uno strano cappello a cilindro sul capo. Mr Mister pensò che somigliava più a un mago che a uno scienziato.
Dopo essersi presentati (Mr Mister fu fatto passare da MENO per un astronomo dilettante), Auricoloni cominciò: «Con l’apparecchio di mia invenzione riesco a captare messaggi provenienti da creature di altri pianeti. I messaggi vengono tradotti dai macchinari con un sistema che non le sto a spiegare e trascritti sulle pergamene». «Perché proprio sulle pergamene e non sulla carta?» chiese Mr Mister.
«Perché il sistema funziona solo con la pergamena. Il motivo preciso di questo non lo so, ma è così. Ecco, leggiamo qualche messaggio».
Auricoloni si mosse tra il mucchio di pergamene che stavano dappertutto: per terra, incolonnate su scaffali, accatastate negli angoli; aperte, richiuse, ordinate, disordinate. Alla fine ne prese qualcuna per leggerla.
«Ecco uno dei primi messaggi. Proveniva dagli abitanti di un pianeta della galassia di Siris. Ci comunicano che essi sono esseri così puri da non proiettare ombre (sebbene io sospetti che sia la presenza di più soli nel cielo a provocare tale fenomeno…)».
«Straordinario!» esclamò Mr Mister.
«Dal gruppo stellare Alfa 44 ci hanno riferito che da loro si rinchiudono le persone nelle prigioni per proteggerle da quelli che stanno fuori».
«Ma guarda un po’! Funzionerebbe anche da noi?» si domandò Mr Mister.
«Dalla nebulosa Laguna abbiamo saputo di un particolare genere di esistenza» proseguì Auricoloni. «Animali, piante e pietre, quando lo desiderano, possono scambiarsi. Per esempio, un gatto per un po’ di tempo diventa una pianta di basilico, una perla vive per qualche tempo da scimmia, una quercia fa la montagna».
«Incredibile!» ripeté Mr Mister (ma pensava che non vi era nessuna prova che quella strumentazione trascrivesse davvero messaggi dal cosmo; poteva anche essere che Auricoloni usasse una buona stampante per computer). L’audioastronomo raccolse un’ultima pergamena: «Nella galassia di Paulsen esiste un pianeta i cui abitanti sono pure luci. Perciò a loro non occorre niente: né cibo, né condizioni climatiche favorevoli, né casa, né vestiti. Spiriti giocosi, passano il tempo a visitare il loro pianeta. Essendo immortali, si potrebbe pensare che si annoino dopo un certo trascorrere di tempo. Invece affermano che, anche se vivessero oltre la fine dei tempi, non finirebbero mai di godere della vista del proprio mondo, delle musiche, delle storie. Questo il loro messaggio conclusivo: “NOI SIAMO TOTALMENTE, INTERAMENTE, PIENAMENTE FELICI”. Tuttavia, io ho inviato loro tutte le nostre più grandi composizioni musicali e i nostri libri più belli. Non si sa mai».
(da Rino Tripodi, Il mistero dell’Impero Azzurro, inEdition editrice/Collane di LucidaMente)
Una parte cospicua (circa il 34% – con l’autore che rinuncia alle proprie royalties) del ricavato delle vendite dirette del libro finanzierà due progetti di solidarietà in Etiopia (città di Zway):
– PROGETTO EGISERÀ (Cooperativa di donne che realizzano prodotti tessili fatti a mano per il commercio equo-solidale);
– PROGETTO TOKUMA (Progetto di microcredito per la promozione della donna).
L’immagine: la copertina del libro, con un’immagine tratta dal dipinto La creazione del mondo – VII (1905-1906) del visionario pittore lituano Mikalojus Konstantinas Čiurlionis (Varėna, 22 settembre 1875 – Pustelnik, 10 aprile 1911).
Simone Jacca
(LM EXTRA n. 18, 15 dicembre 2009, supplemento a LucidaMente, anno IV, n. 48, dicembre 2009)