Esattamente un anno fa moriva Mario Corsini, dirigente socialista bolognese. Un ricordo e una inedita foto storica
Ci piace ricordare Mario Corsini*, scomparso il 3 novembre di un anno fa, con una frase e una foto storica.
La citazione è di Riccardo Lombardi, compagno di lotte e di partito a lui caro: «È socialista quella società che riesce a dare a ciascun individuo la massima possibilità di decidere la propria esistenza, e di costruire la propria vita». La foto è inedita e fa parte dell’archivio dell’Associazione italiana cultura sport (Aics) ed è quella che lo ritrae da presidente della Provincia di Bologna (fu presidente dal 1980 al 1985) con a fianco l’allora sindaco di Bologna Renzo Imbeni e il presidente del Consiglio Bettino Craxi. Mario è sempre stato battagliero leader della minoranza autonomista del Psi e la sua storia dimostra come le idee e la tenacia prevalgano sempre sulle ingiustizie.
Ci sarà molto da scrivere su quegli anni in cui la Provincia era a guida socialista e il Comune di Bologna aveva come sindaco Renzo Imbeni. A noi piace ricordare quegli anni come anni in cui la politica era a servizio delle realtà associative, del territorio e dei vari movimenti e sapeva ascoltare e dialogare. Proviamo a copiare un po’ dal passato…
*Mario Corsini si iscrisse fin dal 1953 al Psi di Bologna. Dal 1971 fu dirigente socialista, vicesegretario del Psi e poi segretario provinciale del Partito socialista italiano della Federazione di Bologna. Consigliere del Psi in Provincia negli anni Ottanta, poi presidente della Provincia di Bologna.
Per circa un anno portò soccorso col contributo di altri comuni della provincia alle popolazioni terremotate dell’Irpinia a Conza della Campania, tanto da essere nominato qualche anno fa cittadino onorario di Conza. Ha operato per portare a Bologna l’esperienza del Ceis di don Mario Picchi per il recupero dei tossicodipendenti, oggi Pettirosso. Dopo la nomina a presidente della Provincia di Bologna (dal 1980 fino al 1985), si impegnò nella cooperazione: fu vicepresidente della Cooperativa EdilFornaciai di Villanova di Castenaso.
Dopo la bufera di Tangentopoli, che investi il vecchio Psi, si mise a disposizione del Si (Socialisti italiani), poi Sdi: un percorso di lungo volontariato di resistenza affinché fosse impedita la completa distruzione di un partito, di un’identità che ha le sue radici in un secolo di storia italiana e che fu l’artefice di quasi tutte le riforme sociali del paese. Operò sempre per recuperare i socialisti dispersi al fine di creare l’unità di tutti i socialisti. Diceva: «Di fronte al tentativo di liquidare la politica, la rinascita socialista non è solo un moto di orgoglio, ma la consapevolezza che solo l’animo riformatore può ancora essere utile alla modernizzazione dell’Italia: nel lavoro, nella giustizia, nella solidarietà verso i più deboli».
Corsini era membro del Consiglio nazionale del Psi di Riccardo Nencini. Autonomista da sempre, lombardiano da sempre, si è sempre battuto per la laicità delle istituzioni e per il rinnovo della politica.
Andrea Pancaldi
(LucidaMente, 3 novembre 2011)