E, poi, la star di #Me Too e la donna delle pulizie abusata: nella cultura piagnucolosa della globalizzazione e del politicamente corretto potenti e vittime vengono scambiati di ruolo. L’Uefa condanna la Bulgaria, ma non tocca la Turchia… E ben venga la Commissione antirazzismo approvata dal nostro Senato, purché…
Abominevoli. Spregevoli. Esecrabili. Odiosi. Disgustosi. Ributtanti. Ignoranti. Razzisti. Xenofobi. E, dulcis in fundo, fascisti, o, peggio, nazisti. Così vengono definiti dalla stampa, dagli intellettuali, dai politici, quegli imbecilli maleducati che, essenzialmente negli stadi di calcio, emettono versacci nei confronti di giocatori di colore o intonano sgangherati quanto ingiuriosi cori.
E come non si può essere d’accordo con la condanna assoluta di tali cafonaggini? Senza se e senza ma, affermano per l’ennesima volta i benpensanti. Oppure parlano di una violenza inaudita, in realtà udita molte volte e molte volte rimbrottata con stanca ripetitività. Il caso più recente sotto i riflettori è stato quello di Sofia. Lunedì sera 14 ottobre 2019: durante la partita per la qualificazione alle fasi finali del Campionato europeo di calcio tra Bulgaria e Inghilterra, i tifosi della squadra di casa hanno rivolto cori razzisti e saluti romani nei confronti di due giocatori inglesi di colore: Tyrone Mings e Raheem Sterling. Per cui la partita è stata interrotta due volte e poi portata regolarmente a termine. L’uso di prendersela con giocatori avversari di colore – anche se talvolta nella propria squadra ve ne sono schierati altrettanti – non è insolito. Abbiamo avuto recenti episodi in Inghilterra e in Italia (ad esempio, Cagliari, Roma, Pescara, Bergamo… Ma anche i parigini sono sotto accusa: Dani Alves attacca Parigi: “È una città razzista”.
Ripetiamo: gli atteggiamenti sopra brevemente ricordati sono indifendibili. Tuttavia… possono davvero definirsi razzisti? Il razzismo è un’ideologia a tutto tondo, persino “colta”, che, peraltro, sorse in epoca illuminista e scientista e non può addebitarsi del tutto ai nazifascismi, che, semmai, l’hanno ripresa per motivi politici. Che ne sanno i tifosi di teorie della razza, di Arthur de Gobineau o Houston Stewart Chamberlain? La questione centrale è che oggi, in regime planetario di globalizzazione forzata e di pensiero unico politicamente corretto, guidato da un unico circo mediatico eterodiretto, si tace sul vero, orrendo scandalo; vale a dire la separazione verticale ricchi/poveri, sfruttatori/sfruttati, privilegiati/persone senza diritti, per rinfocolare le inesistenti differenze orizzontali bianchi/neri, donne/uomini, etero/gay. Un esempio è dato dal movimento pseudofemminista Me Too, che pone tra le vittime star del cinema o della musica che, magari decine di anni fa, in vista della carriera prossima ventura, possono aver subito approcci sessuali inappropriati.
Ma la domestica o la donna delle pulizie tastate dai loro padroncini, magari proprio in case di lusso, e, ancor peggio, l’operaia o la commessa violentate e costrette al silenzio per mantenere il posto di lavoro non hanno alcuna voce. Neppure flebile. Ecco la lotta di classe. È stata attuata da sempre, e non, come si crede, dai poveri contro i ricchi per raggiungere più diritti e giustizia sociale, ma dai potenti contro i reietti (che non chiedevano altro che una vita un po’ dignitosa e di essere lasciati in pace), per succhiare loro ogni goccia di sangue. E oggi questa guerra sociale, sempre più spietata, condotta a livello globale, vede da una parte i sempre più ultraricchi precarizzare, sfruttare, sbranare, i sempre di più e più numerosi miserabili. Chi è, allora, la vera vittima della nostra società: il rozzo tifoso, magari disoccupato o precarizzato a vita, che spende una eccessiva percentuale del proprio stipendio per vedere assurde partite o abbonarsi alle pay-tv, o il calciatore milionario, pagato per non produrre alcun beneficio per l’umanità, ma per stimolare un enorme business? Il vero potere è certamente multietnico, monoculturale, sorridente e benevolo. Unanime. Chi si definirebbe contrario alle parole mielose antirazziste, antifasciste, antimaschiliste? La verità è che il mondo è dominato da una casta che sta massacrando nazioni, popoli, famiglie, persone. E vuole godersi tutto senza neanche i sensi di colpa di qualche secolo fa. Perché si fa credere che sia moralmente superiore ai “razzisti”, a chi non vuole l’immigrazione schiavista, a chi ambirebbe al “posto fisso”.
Come si è concluso il “caso di Sofia”? Bulgaria-Inghilterra è terminata 0-6. Molti tifosi bulgari sono finiti in galera. Su pressione del governo, Borislav Mihaylov, presidente della Federcalcio bulgara, e il commissario tecnico della nazionale bulgara Krasimir Balakov si sono dimessi. La Commissione disciplinare dell’Uefa ha disposto per il team balcanico una partita a porte chiuse (un’altra scatterà se vi saranno episodi analoghi), l’obbligo di divulgare il messaggio “No al razzismo” e due multe per un totale di 85.000 euro. Giustizia è fatta! (Tra parentesi: la Bulgaria è il paese più povero d’Europa. Che schifo: miserabili e cattivi!). L’Uefa ha condannato con medesima durezza i saluti militari dei calciatori turchi in Turchia-Albania dell’11 ottobre e in Francia-Turchia (dello stesso 14 ottobre della partita di Sofia) a sostegno dell’azione bellica e dei massacri dell’autocrate Recep Tayyip Erdoğan compiuti nel nord-est della Siria contro i curdi? Indovinate un po’ la risposta…
Ulteriore corollario finale (italiano). Va benissimo l’istituzione di una Commissione monocamerale straordinaria per il contrasto all’odio, al razzismo e all’antisemitismo (mozione n. 136 approvata dal Senato della Repubblica nella seduta del 30 ottobre scorso). Tuttavia, non sono del tutto assurde le preoccupazioni di chi ritiene che, in cattive mani, possa trasformarsi in una sorta di nuovo Tribunale dell’Inquisizione con lo scopo di perseguitare in modo monodirezionale i reati d’opinione. Beninteso delle opinioni non gradite all’ideologia politically correct. Sarà messo all’indice chi si permetterà di affermare che nei lager vi erano ebrei collaborazionisti coi carnefici nazisti? O chi scriverà in un libro la sacrosanta verità che lo schiavismo nell’Africa sahariana e subsahariana fu praticato prima di tutti da arabi, berberi, neri, e che gli esecrabili, disgustosi, odiosi negrieri bianchi non fecero altro che approfittare dello status quo? Durante chiacchiere superficiali si potrà ancora affermare di preferire un figlio eterosessuale e che si è eroticamente orientati verso il sesso opposto al proprio? E che gli africani sono splendidi uomini e donne dal fisico bellissimo, che li fa primeggiare in molte discipline sportive, ma nelle loro rispettabilissime civiltà non troviamo i Mozart e i Beethoven, i Leonardo e i Michelangelo, gli Shakespeare e i Leopardi, i Platone e gli Hegel, i Galilei e gli Einstein? Il linciaggio mediatico verso i senatori che si sono astenuti – beninteso non hanno votato contro – sulla mozione 136, per i timori di cui sopra, non fa ben sperare.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XIV, n. 167, novembre 2019)