Le teorie filosofiche del Settecento vengono riadattate ai giorni nostri nel saggio di Russ Roberts “Come Adam Smith può cambiarvi la vita” (Edizioni Add)
Adam Smith – autore del fondamentale Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni – non si occupò esclusivamente di economia e capitalismo. Nella sua “opera prima” La teoria dei sentimenti morali affrontò infatti il tema della ricchezza interiore dell’individuo. A ricordarcelo è l’economista Russ Roberts: nel saggio Come Adam Smith può cambiarvi la vita (Edizioni Add, pp. 202, € 15,00) rivisita le idee settecentesche del maestro, attualizzandole e traendone spunto per la nostra quotidianità.
Roberts immagina di trascorrere un pomeriggio a casa del filosofo, immerso nelle abitudini di un tempo lontanissimo; il loro è una sorta di dialogo amabile e rispettoso tra padre e figlio. Insieme discutono le idee che Smith ha esposto ne La teoria dei sentimenti morali. Innanzi tutto, l’importanza di conoscere se stessi conducendo una “vita buona”: per non diventare egoista – e talvolta crudele – ognuno di noi dovrebbe immaginare la presenza costante di uno “spettatore imparziale”, che ci ricorda che non siamo il centro dell’Universo. Soltanto se consci di non essere più importanti delle altre persone, potremo comportarci bene con loro. Inoltre, tranquillità e serenità si raggiungono nel momento in cui prestiamo attenzione a come il nostro comportamento viene percepito dagli altri. Roberts affronta poi il tema – tanto caro a Smith – di come essere individui amati ma soprattutto “amabili”: la felicità personale non si raggiunge ricercando fama e ricchezza ma attraverso la consapevolezza di essere amati e, ancora prima, degni di esserlo, ovvero amabili. Secondo il filosofo, poi, l’ideale viene raggiunto se il nostro “io” interiore rispecchia quello esteriore.
E, ancora, tramite le teorie di Smith, l’autore ci dimostra come un elogio non meritato non soltanto ci infastidisce in quanto effuso con disonestà, ma anche – e soprattutto – poiché ci ricorda continuamente che non ci siamo comportati in modo da esserne degni. Di conseguenza, l’essere amati senza essere amabili non è una questione di saggezza e onestà, ma soltanto una tentazione per sciocchi e deboli. L’autoinganno mostra – talvolta erroneamente – non come siamo veramente bensì come ci piacerebbe essere: per questo motivo, chi vi è incline non soddisfa gli standard imposti dallo “spettatore imparziale”. D’altro canto. le regole sociali e generali della moralità possono ridurre le nostre tendenze egoistiche, dando maggior spazio alla nostra coscienza a scapito dell’amor proprio.
Viene poi esaminata la capacità dell’individuo di simpatizzare più con la gioia che con il dolore. Ma anche la distinta reazione umanadi fronte alla morte di un caro rispetto a quella di una persona ricca e famosa. Smith afferma che l’equilibrio emotivo si riacquista più facilmente frequentando gli sconosciuti; essi, infatti, avvertono il nostro dolore meno intensamente di un amico o un parente. La loro calma relativa, perciò, risulta beneficamente contagiosa. Se a morire è un personaggio famoso, invece, rimaniamo allibiti dal finale tragico di quella esistenza che avevamo immaginato come una fiaba. Vita e morte: non manca nulla nel saggio di Roberts, spunto di riflessione ricco di esempi pratici settecenteschi riadattati alla nostra quotidianità. Concludiamo con le parole dell’autore, nella speranza che suonino come esortazione per superare eventuali momenti di crisi interiore: «Tutti gli strumenti della felicità sono già alla nostra portata. […] La vita non è una gara. È un viaggio da assaporare e gustarsi appieno. L’ambizione, il desiderare sempre altro, sono cose che possono divorarvi».
Le immagini: la copertina di Come Adam Smith può cambiarvi la vita e Russ Roberts.
Emanuela Susmel
(LucidaMente, anno XI, n. 125, maggio 2016)