Il nuovo romanzo di Paola Mastrocola, “Non so niente di te” (Einaudi): una “commedia degli equivoci” che fa riflettere tutti i genitori
Paola Mastrocola – dopo aver vinto il premio Campiello nel 2004 con Una barca nel bosco – ci regala un’altra storia che invita a riflettere. Non so niente di te (Einaudi, pp. 332, € 18,50) ha una trama intricata di avvenimenti, che si intrecciano fra loro senza mai ricongiungersi; un valzer di equivoci e di appuntamenti mancati, descritti con una precisione degna di una rappresentazione cinematografica. Una storia che lascia dell’amaro in bocca, soprattutto a chi appartiene alla categoria dei genitori non ancora attempati.
Filippo Cantirami è un ragazzo benestante: il vero e proprio orgoglio di mamma e papà, che gli stanno cucendo addosso il futuro migliore che auspicano per lui. Dopo aver preso la mini-laurea in Economia all’Università Bocconi di Milano, è andato a Londra per conseguire il master; quindi è partito alla volta di Stanford per l’ambìto PhD. O almeno questo è ciò che i suoi genitori credono. Tutto inizia quando il ragazzo viene avvistato – per caso – in compagnia di centinaia di pecore, al Balliol College di Oxford. Basta una telefonata per annientare le certezze di Guido e Nisina, genitori di Filippo. Che il figlio fosse diventato un relatore di Economia, nessuna stranezza; ma cosa ci faceva a Oxford? Non avrebbe dovuto essere a Stanford? E, più di tutto, perché si era presentato con centinaia di pecore, lasciando attoniti tutti i presenti? Comincia con questi inquietanti interrogativi il lungo e tormentato percorso seguito dai Cantirami. Un viaggio psicologico che spinge Nisina a incontrare persone frequentate dal figlio fin dall’età dell’infanzia.
Sono colloqui anche intimi che le confermano un sospetto tremendo: lei non ha mai compreso fino in fondo le reali esigenze di suo figlio. Le tessere del mosaico della vita di “Fil” vengono ricomposte grazie alla fondamentale – quanto segreta – cooperazione di un personaggio chiave della storia: Giuliana, la sorella di Guido, da sempre affezionatissima al nipote. Convinta di fargli una sorpresa, si avventura in quel di Stanford dove – per puro caso – conosce Jeremy Piccoli, compagno di studi di Filippo, nonché suo co-relatore a Oxford.
È un incontro proficuo ma sconvolgente: quanto svelato dal ragazzo conferma che Fil ha mentito ai parenti per un lunghissimo periodo; fingendosi perfino una persona diversa, pur di essere lasciato in pace dai genitori. È una verità ardua da metabolizzare; un tornante che fa deviare pericolosamente la tranquilla esistenza dei Cantirami in una traiettoria piena di dossi e di buche. Nel loro stato d’animo trova spazio la vicendevole colpevolizzazione per non aver mai capito Filippo; ma anche l’incapacità di perdonare quel figlio che ha mentito loro per ben tre anni. Insieme a un finale che inaspettatamente dispensa pace interiore, la Mastrocola ci regala, per bocca del protagonista, parole dure che devono far riflettere i genitori: «Forse è proprio questo, papà. Dovreste essere curiosi, voi genitori, molto curiosi dei vostri figli. Morire dalla curiosità di vedere come diavolo andrà a finire. Invece siete sempre così scontenti, così incontentabili. Sembra che conosciate già tutto. Non vi lasciate sorprendere. Peccato. Vi private di una grande felicità».
Le immagini: le copertine di Non so niente di te e di Una barca nel bosco.
Emanuela Susmel
(LucidaMente, anno VIII, n. 91, luglio 2013)