Una nuova stagione per il cinema e la narrativa: paladine audaci e bellissime invadono lo schermo e le pagine dei libri. Da stereotipate supereroine a complicate protagoniste che portano alla luce tutte le diverse sfumature dell’essere umano
Che ne è delle romantiche fanciulle uscite dalla penna della famosissima Jane Austen? Le protagoniste di seconda generazione sono delle vere e proprie eroine. Forti, indipendenti e determinate, sono davvero pronte a tutto, compreso sacrificare se stesse. Esperte nell’uso delle armi e nelle arti del combattimento, le giovani ribelli rappresentano uno splendido connubio di aggressività e grazia.
A dare il via al fenomeno è stato il regista Luc Besson con la sua Nikita, protagonista dell’omonimo film uscito nel 1990. Tossicodipendente e selvaggia assassina, viene addestrata dal governo che sfrutta la sua violenza e capacità di seduzione per portare a termine missioni segrete. Dietro la sua brutalità, Nikita nasconde un animo fragile, che ripudia quel tipo di mondo al punto da far perdere le proprie tracce. Con il XXI secolo arrivano le supereroine: coraggiose e nobili di spirito, le nuove protagoniste sono dotate di abilità straordinarie. Sono delle guerriere, tenaci e risolute, vincenti nel combattimento e capaci di maneggiare armi con agilità. In loro non mancano mai tratti femminili come sensualità, delicatezza e romanticismo.
Spinte da diverse esperienze e motivazioni, tutte condividono il medesimo obiettivo: salvare l’umanità dal male. Ad aprire il nuovo millennio è Angelina Jolie in Lara Crof: Tomb Rider (2001, regia di Simon West). In costante ricerca di rarità, Lara è addestrata al combattimento. Il destino dell’umanità è nelle sue mani: l’impetuosa ma affascinante archeologa deve impedire a una setta criminale di impossessarsi di un talismano che consente di controllare il flusso del tempo.
Sulla stessa linea nascono le figure di Patience Phillips, alias Catwoman (Catwoman, 2004, regia di Pitof), interpretata da Halle Barry, di Elektra, protagonista dell’omonimo film del 2005 (interpretata da Jennifer Garner per la regia di Rob Bowman), e di Nihal, star della trilogia di romanzi Cronache del mondo emerso di Licia Troisi (editi da Mondadori). Per i prossimi anni si preannunciano nuove uscite per Marvel e Dc: l’attesissimo Wonder Woman (regia di Patty Jenkins), in uscita nel 2017, e lo spin-off Dc dedicato ad Harley Quinn. È Susanne Collins, con il successo della trilogia di Hunger Games (pubblicato da Mondadori, divenuto anche film nel 2012, per la regia di Gary Ross), ad aprire una nuova stagione per la figura femminile: la sua eroina assume caratteri e sentimenti prettamente umani.
Un universo tutto nuovo quello descritto dall’autrice, dove il male non risiede più nelle singole persone, ma si incarna in una società che necessita di essere salvata. Katniss Everdeen è una giovane cacciatrice, un’arciera esperta che lotta per la sua vita e quella dei suoi cari. Allo stesso tempo è però una ragazza insicura, impaurita, innamorata e fragile. Katniss è il nuovo tipo di eroina adolescente: unica speranza per sfuggire a una società opprimente e corrotta, combatte un mondo di uomini con l’azione ma anche con la bellezza. Katniss è anche dotata di una grande profondità psicologica che la rende probabilmente una delle eroine più complicate del nostro secolo.
Dopo il suo successo, le figure femminili in ambientazioni distopiche sembrano moltiplicarsi. Nascono così Tris, protagonista di Divergent (De Agostini editore), trilogia di romanzi di Veronica Roth, divenuto successivamente anch’esso film (2014, regista Neil Burger), e America della trilogia The selection (edizioni Pickwick) di Keira Cass. Il cinema e la narrativa sono ricchi di altri esempi, pur differendo nel genere rispetto a quelli sopra citati: Alice di Resident Evil (2002, regia di Paul W. S. Anderson, star Milla Jovovich); Selene di Underworld (2003, regia di Len Wiseman); Ruby, protagonista dei romanzi de La trilogia delle gemme (pubblicato da Tea) di Kerstin Gier; Lucy, eroina dell’omonimo film (2014, interprete Scarlet Johansson) di Luc Besson; Jupiter di Jupiter. Il destino dell’universo (2015, regia di Lana e Andy Wachowski); Rey di Star wars. Il risveglio della forza (2016, regia di J. J. Abrams; vedi «Chewbe, siamo a casa!»).
Ognuna con un proprio carattere e una propria storia, ma sempre attraenti e instancabili guerriere. Insomma, è il trionfo e la ribalta del mondo femminile, che si afferma in tutto il suo splendore e la sua complessità nella narrativa e nel cinema dagli anni Novanta a oggi.
Le immagini: scena della pellicola Nikita; locandina del film Lara Croft: Tomb Rider; scena del film tratto da Hunger Games. Il canto della rivolta, ultimo libro della trilogia.
Alessandra Darchini
(LucidaMente, anno XI, n. 127, luglio 2016)